Il D-day del dopo Mitterrand

Chirac, Balladur e Jospin si disputano la Presidenza, oggi primo turno Chirac, Balladur e Jospin si disputano la Presidenza, oggi primo turno Il D-doy del dopo Mitterrand La Francia vota, il 35% ancora indeciso PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Coraggio, votiamo!», titola «Liberation» in prima pagina con malcelato giubilo per la fine di una campagna elettorale che da 240 giorni monopolizzava al suo respiro la Francia intera. Il Giorno X scocca oggi, un 23 aprile cui i 7 uomini e le 2 donne in lizza ma solo Jacques Chirac, Edouard Balladur e Lionel Jospin sembrerebbero poterne avere la chance - chiedono il lasciapassare per il secondo turno, fra due settimane. Gli elettori sono quarantamilionicentodiciannovemiladuecentouno. Tocca a loro selezionare i due campioni da opporre nel duello finale. La schedina classica direbbe Chirac-Jospin, ovvero Gauche-Droite come nel buon tempo antico. E al sindaco di Parigi non parrebbe vero. Jospin è facile da battere. Colpa dell'interminabile Quattordicennio Mitterrand: per rituffarsi nel socialismo meglio attendere il Duemiladue, si dicono i francesi. Potrebbe inoltre cominciare senza ulteriore indugio la «notte dei lunghi coltelli» in casa rpr. Epurare i balladuriani, una gioia da sballo per le milizie che inneggiano a Jacques Chirac. Ma nelle ultime ore i bookmakers non solo britannici accreditano un'altra ipotesi. Cioè lo scontro frontale Chirac-Balladur, con la formazione neogollista - il «Ressemblemet pour la République» (rpr) - che va a pezzi e la Gauche arbitra. E qui il sindaco di Parigi rischierebbe davvero. Morale, caccia agli indecisi. Alcuni li valutano un buon 35 per cento. Ma la rilevazione media è quattro milioni. Vale a dire, in percentuale, 10 punticini. Ora, sono appena 3 (o 6, per le stime più filochiracchiane) quelli che separerebbero il vincitore dal trombato. Un bel rompicapo per gli staff dei Magnifici Tre. E comunque la riprova che neppure una maratona lunga 8 mesi, con i suoi rigurgiti cartacei, televisivi e propagandistici, va davvero al cuore del Paese. Spiegarsi in modo tenace, instancabile, quasi ossessivo come fanno Chirac, Balladur, Jospin & C. non vuole ancora dire essere chiari. E tantomeno convincere. L'illuminismo elettorale dà insomma forfait nella patria dei Lumi. E la Francia cartesiana si ri¬ duce a un assai latino totoelezioni da vigilia, con scongiuri e amuleti. Nel trio del volatone, nessuno ha troppi rimproveri da farsi. Chirac il fondista ha percorso 25 mila chilometri. Ottimo training, ma che non garantisce ancora la Maglia Gialla. Balladur, a lungo in testa, ha preso distacchi record con il Nuovo Anno (colpa del gregario Charles Pasqua) e da allora risale la china con testardaggine. Gli ci vorrebbe un ultimo sprint. Non sembrerebbe il tipo da colpo di reni. Ma, a dire il vero, pochi se lo immaginavano mangiare con le mani, accettare il nomignolo Doudou - Dino - per esigenze metriche di scansione nei cori in suo favore, salire sui tavoli, persino lanciarsi nell'autostop. Eppure l'ha fatto. Signori, un bell'applauso. Quanto a Jospin, è già in Paradiso. Male che vada, ormai ha un posticino nella Storia. Era nel cimitero degli elefanti, vecchio segretario ps ormai senza pretoriani e ascari correntizi. Il seggio alla Camera, in fumo dal '93. Le ambizioni? Un luminoso futuro dietro le spalle. Insomma, vecchio a 58 anni. Ripescandolo in extremis per la sua onestà non solo intellettuale, il ps gli offre una chance formidabile. Se perde, era destino. E qualora vinca, grideremo al miracolo. Le ultime ore le ha trascorse «in famiglia», apprendiamo. Come Chirac, speranzoso ma divorato dall'attesa. Per Lord Balladur, invece, dopo il lungo tirocinio plabeo che in definitiva sembrava divertirlo assai, tornano le vecchie abitudini. «Voglio riposarmi, fare qualche promenade e ascoltar musica» confida. Dall'altro ieri l'allieta un nipotino supplementare. «Non so ancora quale nome gli daranno» diceva giovedì «ma vorrei avere voce in capitolo». Morale, si chiama Charles. Come de Gaulle. Anche un battesimo può servire a convincere gli eterni indecisi. E, nella frenesia, Jean-Marie Le Pen mi ha messo una musicassetta in buca. Ignorando che non posso votare in Francia. L'ascolto: musica, e lungo comizio. Quanto a Balladur, cui avevamo indirizzato una missiva personale per chiederne l'impegno legislativo sul problema delle osteopatie, risponde - sorpresa - con lettera personale a 48 ore dalla scandenza Eliseo. Talora, le elezioni fanno miracoli. [e. bn.)

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