Meraviglie di Mozart fanciullo di Armando Caruso
Al Teatro Regio Al Teatro Regio Meraviglie di Mozart fanciullo TORINO. S'inchini il pubblico alla genialità ed alla grandezza di un Mozart quattordicenne. «Mitridate re di Ponto», opera scritta nel 1770, frutto d'una fertilissima fanciullezza, andrà in scena, per la prima volta al Teatro Regio, il 28 aprile alle 20,30 diretta da E velino Pidò con un cast internazionale, nell'allestimento del Covent Garden di Londra. Tratta dalla tragedia di Racine, l'opera è costruita armonicamente su ventuno arie (acrobatiche), alcune delle quali da far impallidire perfino la Regina della Notte e una quantità impressionante di recitativi secchi, per una elegante passerella di belcantisti. Drammaturgicamente è affidata ai recitativi, alcuni dei quali tagliati, che narrano di eroismi, passioni a sfondo storico-mitologico, esotismi non soltanto di maniera. Lo stesso Quirino Gasparini, primo autore dell'opera su medesimo libretto del torinese Vittorio Amedeo Cigna Santi, dovette ammettere la superiore bellezza della partitura mozartiana. Gasparini sconfitto, ma non umiliato: fu lo stesso Mozart a mantenere in «Mitridate re di Ponto» l'ultima aria scritta dal vecchio maestro. Un comportamento assai diverso da quello riservato più tardi all'odiato Antonio Salieri. Quattordici anni e un monumento di cultura musicale, una magica costruzione armonica, che affonda le radici nel primo '700 e vive magnificamente da oltre duecento anni, senza avvertire l'usura del tempo. «Mitridate re di Ponto» affidato alla effervescente mente del regista inglese Graham Vick, sembra non avere età: sconfina nel tempo, approda a spazi ideali. Come affermare: «Nulla condiziona il genio musicale di Mozart». Uno spettacolo così raffinato, in cui scene e costumi sono disegnati da Paul Brown, non poteva che essere «colto al volo» da Carlo Majer e dal direttore d'orchestra Evelino Pidò. Dopo i trionfi in «Così fan tutte» a Londra e con «Don Pasquale» a Los Angeles, Pidò s'è imposto «gli arresti domiciliari» per debuttare a Torino. Dice il maestro: «Una delle opere più difficili di Mozart, in cui rigore stilistico e ritmico, oltre che l'eleganza prodigiosa delle arie, impongono da parte d'ogni musicista assoluta umiltà. Soltanto il pensare che un'opera così stilisticamente pura sia stata scritta da un ragazzo di 14 anni, ci fa sentire ben povera cosa». Ci voleva un cast eccezionale. Carlo Majer l'ha scovato. «Ho pensato anch'io - osserva ancora Pidò - che al posto di un controtenore, oggi quasi introvabile, ci dovesse essere un vero contralto. Bernadette Manca di Nissa è stupenda nel ruolo. Così come Alexandria Pendatchanska che per la prima volta affronta un'opera barocca». Mitridate sarà Robert Swensen; Sifare Barbara Frittoli; Farnace Bernadette Manca di Nissa; Ismene, Laura Claycomb; Marzio Justin Lavender; Arbate Jacqueline Fugelle, che ad onta di nome e cognome, è inglese. La coreografia è di Ron Howell ripresa da Tiziana Tosco. Armando Caruso
Luoghi citati: Londra, Los Angeles, Torino
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