«Pocahontas», eroina antirazzismo

«Pocahontas», eroina antiraziismo Il direttore della Buena Vista: «Un film pulito: le critiche Usa sono solo parodie» «Pocahontas», eroina antiraziismo «Non cambieremo stile, siamo vincenti» IL FUTURO DI CASA DISNEY O visto "Pocahontas", la principessa indiana su cui la Disney punta per sorpassare il "Re Leone", trasformarsi in un'eroina a luci rosse. Prima sono diventato rosso di rabbia, poi dal ridere, ma mai di vergogna. Non è vero nulla, era tutta una parodia. Insomma un'americanata, come spesso accade per gli eventi di grande successo popolare». Sandro Pierotti, direttore generale della Buena Vista International non lascia spazio a repliche: «Ho appreso da "La Stampa" che per la prima volta la Disney distribuisce, per Natale, un film pornografico. E' stato riportato un articolo di Dennis Dermody, giornalista del mensile "Paper", che avrebbe assistito a una proiezione-prova in un paesino del Midwest». E questo non è vero... «Assolutamente no. Nessuno ha ancora visto "Pocahontas". 11 film uscirà negli Stati Uniti il 10 giugno. Prima d'allora è tutto top secret. E poi definirlo come "il più violento, sessualmente esplicito e politicamente scorretto mai realizzato" è un'assurdità. La Disney non ha mai effettuato alcuna proiezione prova e l'articolo pubblicato sul "Paper" è un "pesce d'aprile" fra i più clamorosi d'America. Infatti Dennis Dermody è un editorialista satirico e le sue recensioni sono delle assurde parodie. Nella rivista l'articolo veniva presentato con la frase: "Cmemaniac: punzecchia Pocahontas"». E' più arrabbiato o divertito? «E' stato un venerdì molto divertente. Abbiamo ricevuto decine di telefonate da giornalisti della carta stampata e da quelli dei tg, ai quali abbiamo detto che pur avendo visto più volte il film non avevamo mai notato quelle scene». «Pocahontas» come Maria Schneider in «Ultimo Tango». Una bella principessa che fuma spinelli e che resta vittima di violenze sessuali: tutta una parodia. Direttore Pierotti, perché in America hanno scritto un pezzo così? Non lo giudicate irrispettoso? «No, è normale, per i grandi film si fa sempre. E "Pocahontas" è indubbiamente un evento. E' un gioco. Alcuni si scatenano nelle parodie. C'è una rivista, "Mad", che sui film in uscita scrive cose or- rende, volutamente sopra le righe. Un po' come il famosissimo scherzo di Orson Wellcs quando alla radio terrorizzò l'America annunciando lo sbarco dei marziani». E gli effetti? «Clamorosi. Anche negli Stati Uniti, dopo il pezzo di "Paper" su "Po- cahontas" la Disney è stata travolta da telefonate di gente indignata che chiedeva: "Ma come, proprio voi fate un film a luci rosse...?" E questo è successo anche in Italia». Povera Pocahontas, e pensare che sarà un'eroina d'America... «Sì, e non solo. Sulla principessa pellerossa puntiamo per surclassare un evento straordinario come è stato "Re Leone". Con "King Lion" abbiamo sbancato i botteghini dell'universo mondo, e con questo ultimo lavoro pensiamo di fare di più. Molto di più». Quando uscirà? «In Italia per Natale. Ma prima a Central Park ci sarà una festa grandiosa. Il film sarà trasmesso su 4 megaschermi davanti a centomila invitati eccellenti. Sarà una "Woodstock del cinema". Uno spettacolo mai visto a New York. Fra gli invitati Elton John e Whitney Houston, tanto per citarne alcuni, con il sindaco Giuliani». Direttore, lei è uno dei pochi al mondo ad aver visto il film, sicuramente è l'unico in Ita¬ lia, «Pocahontas» merita tutto questo battage? «Sì, ho una copia pilota, in bianco e nero che si usa per il doppiaggio. E' una storia d'amore pulita. La principessa non dà nemmeno un bacio al suo innamorato. Non è una vicenda solo per bambini. Per la prima volta ci rivolgiamo agli adolescenti. Vogliamo che le sale si riempiano anche nelle ore serali. E' un film contro il razzismo, che serve ai giovani, non è certo a luci rosse». Avete già scelto qualche voce italiana? «Una su tutti: quella di Manuela Villa. La Disney mette una cura speciale nel scegliere i cantanti e i doppiatori. Il "Re Leone" è stato doppiato in 26 lingue perché noi siamo strenui oppositori dei sotto¬ titoli. Possiamo contare su un archivio di voci selezionate in tutto il mondo da un mago del doppiaggio: Blake Todd. Noi siamo gli unici al mondo a pianificare già i film per i prossimi 5 Natali. "Il Gobbo di Nótre Dame", "Fantasia 2", "Aida", "Tarzan", "Ercole", "La leggenda di Famulan" che racconta la storia di una principessa cinese. Per la prossima Pasqua manderemo nei cinema "Giocattoli" e una delle voci scelte è quella del premio Oscar Tom Hanks. Le famiglie, i distributori, i bambini e tutti i nostri fans possono stare tranquilli: la Disney non cambia, la nostra ideologia produttiva è vincente e resterà così, a cominciare da "Pocahontas"». Laura Carassai Pocahontas, protagonista del nuovo kolossal a cartoni animati della Disney, che sarà presentato il 10 giugno con una grande festa a New York