Dalla caverna esce un mistero

Dalla caverna esce un mistero Dalla caverna esce un mistero Cipro, i contadini trovano una donna GIALLO NEL MEDITERRANEO U CIPRO N volto ce l'aveva la misteriosa cavernicola di Cipro. Era alta, bionda, di piacente aspetto e lo sguardo azzurro perso chissà in quali universi. L'aveva notata per caso un agricoltore di passaggio, mentre attraversava con il suo «Land Rover» l'inospitale falsopiano di Akamas. Il comprensorio è ondulato, verdeggiante, ricco di grotte naturali, ma assolutamente spoglio di colture. «Ci vivono soltanto tartarughe», dicono del luogo i contadini ciprioti, aggiungendo: «E' un posto selvaggio». Tanto selvaggio e tanto deserto che i militari inglesi di stanza nella vicina base di Akrotìri l'avevano prescelto come campo di tiro ideale per le prove della loro artiglieria. Ma non aveva un nome, la donna, almeno sino all'altro ieri. Dal 6 aprile scorso, da quando cioè la polizia, ricevuta la segnalazione, andò a prelevarla in una di queste grotte, non aveva articolato una sola parola. Si era rifiutata di parlare anche nell'ospedale di Nicosia , dove venne subito ricoverata la stravagante straniera, apparentemente quarantenne, il cui viso smunto rivelava segni di denutrizione. Solo dopo molte insistenze e accorte pressioni del personale medico, si era decisa a disegnare su un pezzo di carta una nave circondata da onde. Nulla più, ma abbastanza forse per far capire che era venuta di là dal mare. Lo sconcertante rompicapo delle autorità cipriote sembrò parzialmente risolversi un paio di giorni fa. I funzionari del servizio stranieri avevano diramato la foto della donna a diversi giornali centro-europei, per via delle sue fattezze nordiche, ed un cittadino elvetico, vedendola pubblicata su un quotidiano di Zurigo, dichiarò di riconoscerla. «Si chiama Elizabet Kolbe», affermò, precisando che, avendola incontrata alcuni mesi addietro, la donna gli aveva detto di essere in procinto di recarsi «in un Paese assolato». Ma ieri la strana vicenda si è complicata ancora una volta, dato che la «bionda troglodita», messa a confronto con le dichiarazioni del suo supposto conoscente svizzero, si è decisa a riprendere in mano carta e penna. In cattivo tedesco ha scritto che lei è di nazionalità polacca e di origine ebraica. Evitando pur sempre di rivelare la sua identità, la donna ha dichiarato nel suo scritto di avere raggiunto circa due mesi fa l'isola di Cipro imbarcandosi clandestinamente su una nave in un porto italiano. Ha raccontato, sempre per iscritto, che nel nostro Paese aveva subito il furto dei suoi documenti. Ma aveva deciso di proseguire comunque, anche per via illegale, il suo tragitto verso il sole. Gli inquirenti di Nicosia restano tuttora perplessi. Ora hanno invitato a collaborare alle loro indagini i rappresentanti diplomatici di Israele a Cipro, sperando di venire finalmente a capo di quest'ultima asserzione dell'ostinata sconosciuta. Comunque, a questo punto, soltanto due cose rimangono certe: Limassol, porto d'attracco delle navi passeggere a Cipro, dista da Akamas una ventina di chilometri appena, mentre ieri sull'isola mediterranea brillava il sole e la temperatura era di circa 25 gradi. Minas Minassian Era nascosta da tempo nelle colline Nessuna traccia sulla sua identità Lei si rifiuta di parlare Un'immagine dell'isola di Cipro

Persone citate: Kolbe, Minas, Minassian