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FRANCIA MALATA D'EUROPA IL VOTO PER L'ELISEO FRANCIA MALATA D'EUROPA UNA delle frasi più ripetute da Jacques Chirac, il capo gaullista che aspira a conquistare l'Eliseo, è la seguente: «Nulla è ineluttabile, solo che i francesi lo vogliano»: non è ineluttabile che cinque milioni di cittadini siano esclusi in pratica dai lavori stabili; non è ineluttabile la frattura che si è aperta fra la società e le sue élite, fra le periferie neglette e i centri viziati della nazione: frattura sempre più vistosa, sofferta. Non è ineluttabile infine il discredito che colpisce la politica, e che sembra ridurla ad un agitarsi a volte infetto, spesso vano: retorico e adulatore, quasi sempre. Non esiste una macchina che dall'esterno regola e stritola la vita dei cittadini senza che questi possano porvi rimedio, sentirsi liberi, ridivenire responsabili: anche questo dice il sindaco di Parigi, pensando alle ostilità verso l'Europa, e ritiene che il fatalismo negativo sia arrestarle, che il fossato fra popolo e élite sia ricolmabile. Ma non è detto che Chirac sia creduto fino in fondo, che susciti adesioni davvero profonde. Nessuno dei grandi concorrenti al trono le suscita, in questa campagna; e man mano che passano i giorni le differenze si assottigliano fra i tre finalisti che sperano di vincere al primo turno di domani, e di partecipare al duello finale del 7 maggio: Chirac convince un po' più forse del socialista Jospin, un po' più del centrogaullista Balladur, ma non calma le apprensioni dei più. Non assorbe soprattutto le proteste anti-sistema espresse dall'estrema destra di Le Pen. 1 francesi hanno già provato tante politiche diverse, sotto Mitterrand: socialiste, liberiste, liberal-centriste, e la disponibilità all'incanto è divenuta breve, brutalmente effimera, poco più consistente di un battito d'ali. Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA INTERVISTA A CHIRAC «Portatemi all'Eliseo e la Francia rinascerà»