Fermate quel cartoon torturano Pluto di Bruno Ventavoli

Fermate quel cartoon torturano Pluf© Fermate quel cartoon torturano Pluf© IL primo intervento in casa Disney avvenne probabilmente nel 1933. Gli studi sfornarono «The Mad Doctor» (Il dottore pazzo) e lo bloccarono subito dopo perché troppo terrorizzante: uno scienziato psicopatico torturava sadicamente il povero Pluto. Troppo per i bambini. Tutti i film Disney sono tradizionalmente infarinati di brivido (forse c'è di mezzo Freud, visto che il progenitore Walt fu infatti tra i 16 mila mini-spettatori che in un giorno del 1917 assisterono alla proiezione di «Biancaneve» e lanciarono gridolini di orrore alla comparsa della strega cattiva) perché, come insegnava il buon Bachtin analizzando la tradizione carnascialesca occidentale, lo spavento si scioglie poi magnificamente nel riso. Alcune idee Disney, tuttavia, hanno nel corso del tempo susci¬ tato polemiche e dubbi. Il lupo dei «Tre Porcellini» nel '32 era troppo perfido, e incarnava quello che un anno dopo sarebbe diventato il pericolo nazista. «Bambi», con 1 incendio della foresta, la madre cerva uccisa dai cacciatori, ha spremuto non poche lacrime agli infanti (in questo caso era complice la fantasia perversa di Felix Salten, scrittore per giovani ma anche erotomane e pedofilo nelle storie di prostitute bambine a Vienna). Nel «Libro della Giungla», del '67, lo spettatore si spaventò terribilmente quando Baloo cadde svenuto e Bagheera declamò una struggente orazione funebre in suo onore: tutti lo credettero morto davvero. Nella modernità, la Disney a caccia di novità e di frisson, infrange quasi volutamente alcuni codici, suscitando polemiche. In «Aladdin» è stato sgradito il lungo bacio tra Ja- smin e l'eroe; ben più insopportabile è stata la canzone troppo irriverente verso l'Oriente, poi cancellata a suon di proteste islamiche. L'ansia del «politically correct» ha poi colpito anche i magazzini Warner, censurando Bugs Bunny che nei corti degli Anni 40 era marcatamente antigiapponese. L'ultimo «caso» Disney è stato il terribile omicidio del «Re Leone», ad opera delle perfide iene, con annessi sensi di colpa edipici che hanno scandalizzato non pochi genitori e psicologi. Innamoramenti e decessi sono appena tollerati nel marchio Disney. Costituiscono invece il rutilante armamentario della scuderia Warner, e soprattutto del gemale Tex Avery. I cartoni che si concludono con la scritta «That's all Folks!» sono l'iperbole della sfortuna. Per Daffy o Wile E. Coyote, per Spike (il Bull-dog avversario di Droopy) o gatto Silvestro, sfracellarsi, esplodere, risuscitare continuamente da terrificanti incidenti è la regola. Tra le gag passano anche ambigui messaggi. Per esempio quella della narco-dipendenza. In «Bird Anonymous» (del 1957), Silvestro riesce finalmente a mettere le zampe sul canarino e sta per papparselo, quando compare un collega dal pelo rosso che gli dice: «Se fossi in te non lo farei! Così si arriva solo all'auto¬ distruzione. Cominci con uno, poi non smetti più e ti ritrovi drogato». E Silvestro se ne va alle riunioni degli «uccellisti anonimi». Per i cartoni giapponesi l'uso della violenza è quasi quintessenziale. Cavalieri dello Zodiaco, Mazinga, Goldrake, Akira e vari epigoni non risparmiano su morti ammazzati, lame rotanti, tradimenti e spietate vendette. E nelle serie del Sol Levante, a differenza di tutte le altre morti «animate», manca totalmente l'elemento del sorriso liberatore, del distacco ironico. Questi cartoni finiscono regolarmente sul- la lista nera delle associazioni dei genitori. Lo scandalo nei cartoni si è acceso anche di luci rosse. Il più famoso porno-animato è stato «Fritz il gatto», inventato da Robert Crumb e portato sullo schermo da Ralph Bakshi. Ma i personaggi X-rated sono moltissimi, spesso parodie dei loro consimili per bambini. Dirty Duck, tutto sesso, droga e sigari, era vestito come Paperino, uscì in film nel '77, e accese l'ira della Disney per il plagio. Le parodie hard sono innumerevoli, clandestine. Rende loro omaggio un film porno di Rossana Doli (dal titolo irripetibile), dove la celebre star maschile Rocco Siffredi (nella parte di un disegnatore) si addormenta e sogna una lunga sequenza di pornocartoni animati. Bruno Ventavoli

Luoghi citati: Rossana, Vienna