BOCCIATA LA PUBBLICITA' TRASGRESSIVA di Luca Dondoni

Il nuovo filmato che ha per protagonista un transessuale non sarà trasmesso in Italia ■ : ■ ■ ■ '■ ■■■■■ ■:. ■ . ' :: ■ ■ ' BOCCIATA LA PUBBLICITÀ' TRASGRESSIVA Il nuovo filmato che ha per protagonista un transessuale non sarà trasmesso in Italia La levi's censura lo spot troppo audace Decisione dell'azienda dopo il sondaggio fra i giovani ■MILANO ragazzi italiani sono molto più pudici e moralisti di quanto sembri e a confermare questa tesi espressa anohe da parecchi sociologi, arriva una conferma niente meno che dalla Levi's Strauss. L'azienda con un nome che in tutto il mondo è sinonimo di jeans ed è da sempre attenta a tutte le nuove tendenze dell'universo giovani, ha volontariamente cassato la messa in onda del nuovo spot per la campagna pubblicitaria '95 dopo aver letto i risultati di una ricerca di mercato su un campione di centinaia di ragazzi. Ma che cosa aveva di così «estremo» lo spot incriminato? Innanzitutto ricordiamo che negli ultimi mesi la Levis ha deciso di spostare il tiro dalla semplice pubblicizzazione dei jeans con bellissimi filmati realizzati dalla Bbh inglese, a spot che in qualche modo toccassero argomenti «sociali». Così, tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile avete visto in onda sulle reti Finivest e statali quei minifilm dove un ragazzo o una ragazza si recavano in farmacia ad acquistare dei profilattici lanciando un messaggio di prevenzione nei confronti dell'Aids. Fino a qui tutto bene. I ragazzi apprezzavano, le reti televisive anche. L'ultimo spot però, denominato «Taxi», non ce l'ha fatta. La storia. Una bellissima ragazza di colore con tacchi a spillo, minigonna vertiginosa e magliettina aderentissima aspetta un taxi in una Street newyorchese. Pochi secondi e un classico «cab» giallo si ferma, la ragazza sale e si siede accavallando vistosamente le gambe. La telecamera si sposta sullo specchietto retrovisore dove lo sguardo allupato del tassista fa intendere tutto. La ragazza si accorge delle attenzioni del guidatore e inizia a truccarsi. Prima l'ombret¬ to, poi il mascara e il tassista sempre lì, allupato, a guardare nello specchietto. Passano i secondi e con il sottofondo musicale dei Freak Power con «Turn on tune in cop out» l'atmosfera si fa calda, rovente. A questo punto il tassista che non ha smesso neppure per un secondo di guardare le grazie della bellona si volta per farle delle avances ma accade qualcosa. La bella mulatta per terminare il make-up improvvisato tira fuori da una borsetta un rasoio elettrico e si fa la barba. Il tassista capisce di aver caricato un travestito, fa la faccia scura e si ferma. Buona l'idea, ottima la regia dell'inglese Ballie Waish che nel curriculum ha videoclips per Boy George e numerosi gruppi pop e perfetta la performance del transessuale Zaldy. Mezzosangue filippino-cinese trasferitosi dal Connecticut a New York da qualche anno Zaldy è famoso come modello/a per molti stilisti emergenti americani che lo preferiscono al più noto RuPaul visto al Sanremo '94 in coppia con Elton John. «I ragazzi italiani non hanno gradito l'eccentricità dello spot "Taxi" - ha spiegato Federica Ribes dell'ufficio pubblicità della Levi's Italia - preferendo di gran lunga i contenuti sociali dello spot dove si facevano vedere i profilattici. Non usarlo per il mercato italiano ci è sembrata la giusta conseguenza». Il nuovo corso del moralismo adolescenziale passa anche dai jeans. Luca Dondoni Il supplemento Tuttodove oggi non esce per assoluta mancanza di spazio. Ce ne scusiamo con i lettori Due immagini tratte da spot sui jeans: sopra, quello dei Levi's, a destra quello dei Soviet

Persone citate: Boy George, Elton John, Federica Ribes, Freak Power, Levis, Strauss

Luoghi citati: Connecticut, Italia, Milano, New York, Sanremo