Ribaltone a Televideo-Rai, cacciato Morrione di Maria Grazia Bruzzone
Ribaltone a Televideo-Rai, cacciato Morrione Rimosso a sorpresa dal Cda sei mesi dopo la nomina: «Fino a ieri mattina non ne sapevo nulla» Ribaltone a Televideo-Rai, cacciato Morrione Torna Del Bosco, il dimissionato rifiuta di andare a Parigi ROMA. Una decisione aziendale o un favore personale di Letizia Moratti e soci a Massimo D'Alema, alla vigilia del voto? Girano le interpretazioni più diverse intorno all'improvviso siluramento alla direzione del Televideo di Roberto Morrione, sostituito dall'oggi al domani con Marcello del Bosco, l'ex direttore dello stesso Televideo cacciato via a settembre dallo stesso cda. Perplessità che nascono dal fatto che entrambi i direttori sono «in quota» Pds ma, mentre Morrione, ex vice direttore del Tg2 di Garimberti, è un aziendalista «d'area». Del Bosco, che è stato caporedattore dell'Unità, è decisamente un uomo «di partito». Non solo: se Morrione, vecchio cattocomunista, sarebbe più vicino a Walter Veltroni, Del Bosco, che è siciliano e un tempo era della corrente di Macaluso, sarebbe visto meglio proprio dal segretario del Pds. L'ennesimo blitz, ha lasciato comunque tutti di stucco, a cominciare da Morrione che quasi non credeva di essere stato «fatto secco» dalla sera alla mattina. «Il direttore generale Minicucci mi ha convocato perle 9.30. Sono andato tranquillo. Ero convinto che dovesse parlarmi dei dettagli del piano di ristrutturazione. Il presidente Moratti si era più volte complimentata, anche pubblicamente, dei progetti di sviluppo del Televideo, giudicandolo "un piano di grande interesse generale e valore aziendale". Non solo. Proprio la sera prima, alla cerimonia con cui la Rai ha premiato gli "anziani" dell'azienda, avevo parlato a quattrocchi con lei. E Moratti mi aveva rassicurato: "Forse già domani approviamo il piano, comunque non si preoccupi, va benissimo"». E invece? «Invece Minicucci mi ha comunicato che ero destituito dall'incarico, e che al mio posto sarebbe tornato Del Bosco». Pare che le abbiano proposto Parigi. «Frajese mi ha telefonato per chiedermi se deve preparami una stanza, ma io avevo già rifiutato». La redazio¬ ne è subito scesa in assemblea. E sono fiorite le ipotèsi di corridoio. Il reintegro di Del Bosco è legato alla causa che l'ex direttore del Televideo aveva intentato contro la Rai. Del Bosco è solo una soluzione transitoria: il Televideo, destinato a espandersi, sta diventando una cosa troppo grossa per lasciarlo in mano a un «rosso», tra un po' lo fanno fuori e ci mettono uno dei loro. Troppo rosso, o troppo poco? La sostituzione resta un giallo, mentre arrivano le reazioni. «Stupefatto» l'Usigrai che sposa l'ipotesi aziendal-giudiziaria. «La sola spiegazione immaginabile è la volontà di evitare la causa giustamente intentata da Del Bosco. Ma come si eviterà la causa altrettanto giusta di Morrione?». La stessa interpretazione del progressista Giulietta, che accusa il cda di essere «fazioso e di dilettantesco». Più malizioso il Singrai, legato al Polo, che parla di «decisione inspiegabile», e insiste sul fatto che «la Rai va restituita al suo ruolo di azienda pubblica e per questo va respinto ogni tentativo di restaurare la lottizzazione rimettendo l'azienda sotto il controllo dei partiti». E il Pds? Dal responsabile per l'Informazione Vincenzo Vita arriva una strana dichiarazione che approva in pieno il reintegro di Del Bosco come «un fatto rilevante, che sana uno degli errori più gravi commessi dal Cda». Ricorda l'immotivata rimozione del'ex direttore «ancorché sostituito da un professionista indiscusso come Morrione» e conclude plaudendo alla «novità positiva», anche se «non modifica il quadro squilibrato e fazioso della Rai». Maria Grazia Bruzzone pds con la Moratti «Hanno sanato uno degli errori più gravi commessi» La presidente della Rai Letizia Moratti
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