Alla ricerca di una donna misteriosa

Alla ricerca di una donna misteriosa Alla ricerca di una donna misteriosa tenuto. La pioggia riprende a cadere. Brigida ha freddo e un agente gli offre un giubbotto impermeabile. Poi chiede una gomma americana e incomincia a masticarla senza che un muscolo della sua faccia tradisca emozione o turbamento. Sta per misurarsi con se stesso e con l'orrore dei tanti gesti di violenza che hanno costellato la sua vita fino al gennaio '94, l'apice. Si sta svelando una verità terribile e temuta. La ruspa si ferma. Ha toccato qualcosa. Breve è stato il suo lavoro. Affiora qualcosa. Un braccio? Una scarpa impastata di fango e di pioggia? Quattro operai della protezione civile di Cerveteri, quattro tombaroli, entrano in azione armati di due picconi e due col¬ telli. Lavorano con le mani. Brigida continua a guardare con attenzione. E fuma. Il pubblico ministero Diana De Martino ò proprio sul bordo dello scavo. Ha un breve vacillamento del corpo. Due piccole paia di scarpe sono ormai visibili. E un odore pungente si sta sprigionando dalla terra. Nessuno parla. Ma quel momento di smarrimento e di ripulsa della magistrata, più di ogni informazione, rivela che cosa si trova sotto la piccola coltre di terra. Il gesto lo sa interpretare benissimo Stefania Adami, la madre dei tre bambini, che ai bordi dello spiazzo segue ogni minimo movimento. La donna lancia un urlo altissimo e un grido che il vento porta a valle. «No! No!» TRE VITE STRONCATE DALLA FOLLIA LAURA Soffriva di epilessia La prima figlia di Tullio Brigida e Stefania Adami era Laura. Aveva quasi 13 anni, e alle spalle una vita difficile. Non erano soltanto gli squilibri e le violenze del padre nei confronti della madre ad averne turbato la breve vita. Laura soffriva anche di frequenti crisi di epilessia. Era nata in un periodo di forti contrasti tra i genitori. Nel 1983, lui aveva costretto la moglie al ricovero dopo averle inferto 13 coltellate. Poi le cose tra i coniugi si erano aggiustate, ed erano venuti al mondo altri due bambini, Armando e Luciana. la, per poi sparire il giorno della disgrazia. Ma i vicini hanno sempre detto di non avere visto mai nessuna donna, mentre si ricordano perfettamente dell'uomo e dei suoi tre bambini. Tullio Brigida ha anche raccontato agli inquirenti, durante una delle sue undici versioni inventate, che i bambini si trovavano in Australia in casa dei Greco, una famiglia di calabresi emigrati. Ma i carabinieri del reparto operativo, volati oltreoceano, non hanno mai trovato nessuna traccia di questa famiglia. E probabilmente, secondo le ipotesi degli inquirenti, questa donna, Rosaria Greco, non sarebbe altro che una delle tante allucinazioni della mente malata di Tullio Brigida. fm. e] ripete, con voce acuta. Stefania Adami è una figura minuta, scattante. Si lancia verso la fossa, verso i suoi bambini e forse contro il marito che ha spento quelle giovani vite. I carabinieri la sorreggono e la fermano. Lei si divincola e li tempesta di pugni, urla e si ribella a loro, alla fine di ogni speranza. La sua disperazione commuove i giovani carabinieri, che l'abbracciano e la guidano verso l'ambulanza. Un medico le fa un'iniezione. Un'amica l'accarezza. La madre le si stringe vicina. Il padre e un fratello incominciano la salita del viottolo che porta fino a lei. Stefania Adami è arrivata presto, prima del marito e della corte, con la macchina di un'amica. Per un attimo ha visto il ARMANDO Sette anni difficili Anche Armando, come la sorella maggiore Laura, aveva sofferto per una salute cagionevole oltre che per i continui problemi familiari. Per tutti era Armandino, per distinguerlo dal nonno paterno. Aveva sette anni e una grave forma di asma bronchiale. Durante i primi tempi del «rapimento», quando ancora nessuno voleva accettare la terribile ipotesi della morte dei tre bambini, i parenti temevano per i suoi problemi fisici ed erano preoccupati che il padre non si occupasse abbastanza di fargli prendere le medicine di cui aveva bisogno. LUCIANA La vittima più piccola Era la più piccola, appena consapevole di quel mondo crudele che le stava intorno e che si chiamava famiglia. Era venuta al mondo poco più di tre anni fa, Luciana. La crudeltà (o la follia) di un padre ne hanno stroncato l'esistenza. Al contrario del fratèllo e della sorella maggiore non aveva problemi di salute. La sua nascita non era riuscita a evitare i contrasti tra papà Tullio e mamma Stefania, che avevano finito per separarsi nel '93, poco prima del rapimento architettato dal padre e conclusosi con il tragico epilogo di ieri.

Persone citate: De Martino, Greco, Rosaria Greco, Stefania Adami, Tullio Brigida

Luoghi citati: Australia, Cerveteri