«Bastardo, per te ci vuole la forca»

«Bastardo, per te ci vuole la forca» «Bastardo, per te ci vuole la forca» Esplode la rabbia davanti alla fossa dell'orrore IL GIALLO DI ROSARIA profilo di Brigida, quando in auto le passava accanto. E non ha fatto commenti. Non ha abbandonato l'espressione dura e impietrita in cui soffoca, come dentro una corazza, i suoi sentimenti. Le braccia conserte, il corpo ripiegato nel giubbotto verde'.che l'infagotta, non si è mai allontanata di un passo dai bordi dello spiazzo. Mai una parola. Mai un gesto. Pino a quell'urlo che pone fine a ogni interrogativo sul destino di tre bambini di 13, 8 e 2 anni, spariti insieme con il loro papà nella vigilia di un Natale. Chiede di assistere allo scavo, ma viene sconsigliata. Ogni volta che una squadra di operai passa, li interroga con lo sguardo e segue così, dalle loro facce contratte, dall'emozione che tutti contagia, le fasi del recupero dei resti dei suoi figli. Nessuno - né con lei né con la folla via via più folta - è prodigo di dettagli. Tutti ammettono che un caso simile non gli era mai capitato. Mai erano stati a fianco di un padre, forse l'assassino dei suoi figli, che si comporta come uno spettatore curioso. Mai a fianco di una madre così forte e coraggiosa, nel momento in cui il lutto la sommerge. Mai davanti a uno spettacolo come quello dei tre piccoli corpi, distesi a strati, supini, il capo tutti dalla stessa parte, coperti da un giubbotto di velluto blu: il giubbotto del padre, che li aveva avvolti in una sorta di sudario appartenente a lui, come sue forse erano state le mani che ai bimbi avevano dato la morte. La pioggia si è infittita. Si lavora con i guanti e le mascherine davanti al viso. Ecco le tre paia di scarpe. Ecco brandelli di capelli attaccati al cranio. Ecco la maggiore dei figli: indossa il montgomery e il cappuccio le copre il capo. E i fratellini più piccoli: uno ha una maglia a righe bianche e rosse, uno la giacca. Il gas li ha fatti morire dolcemente così, mentre erano soli nella casa che il padre aveva affittato a Santa Marinella, per le feste di Natale, per portarli lontano da casa e far morire di rabbia e ansietà i suoi genitori e la moglie? O c'è un'altra ombra ancora sulla loro fine, un'ombra che il padre non ha saputo né voluto rivelare neppure questa volta? Con delicatezza la terra viene rimossa dai tre corpi. I fratellini - insieme - sono adagiati in una bara di zinco. Il carro mortuario imbocca una strada diversa da quella in cui continua a sostare, come sorretta da un infaticabile ostinazione, la madre. Davanti a lei, invece, a sirene spiegate passa il furgone con a bordo Brigida. E' disperata. E lo grida forte. Poi deve nascondersi dentro il suo giubbotto, sulla macchina dell'amica, per sparire e sottrarsi alla curiosità vorace dei fotografi e teleoperatori. Liliana Madeo 16 MESI DI BUGIE Sedici mesi di bugie, di angosce e di speranze. E' la storia di Tullio Brigida, dei suoi tre figli, della moglie e degli altri familiari. Una storia cominciata alla vigilia di Natale di due anni fa. 18 DICEMBRE '93. Tullio Brigida con una'scusa porta via i figli alla moglie dalla quale è separato e li ospita in una casa a Santa Marinella. La donna parla sovente al telefono con i bambini e tenta invano di rivederli. 23 DICEMBRE '93. Brigida va dal migliore amico, Vincenzo Bilotta. «Aiutami a nascondere i bambini», gli dice. Ma lui rifiuta. 4 GENNAIO '94. C'è l'ultimo contatto telefonico tra i bambini e un familiare (la zia). 18 GENNAIO '94. Tullio Brigida dà appuntamento alla moglie Stefania. Al telefono le spiega: «Ci vediamo a Santa Marinella, così ti restituisco Laura, Armando e Luciana». All'incontro si presentano i carabinieri, ma i figli non ci sono. 22 GENNAIO '94. Con un ordigno rudimentale Brigida tenta di uccidere moglie e suoceri a Casperia. La strage viene evitata dalla madre di Stefania. 24 MARZO '94. Senza sapere di essere stato denunciato dai suoceri, Brigida va dai carabinieri, che lo arrestano pei' tentata strage. 22 MAGGIO '94. A seguito di una telefonata anonima, la polizia fa scavare nel giardino della casa di Santa Marinella. Non viene trovato nulla. 26 MAGGIO '94. Tullio Brigida dal carcere rassicura la moglie: «Non ti devi preoccupare, i bambini li ho nascosti io, stanno bene. Sono in un posto sicuro». 29 MAGGIO '94. Scrive ancora alla moglie: «Laura, Armando e Luciana sono morti. Li ho sepolti io nel cimitero di Acquasparta». Agli inquirenti invece spiega:«Li ha uccisi l'ossido di carbonio». 26 LUGLIO '94. Nuova versione di Brigida: «I miei bambini stanno bene». Ma nello stesso periodo Bilotta lo smentisce in tv a «Chi l'ha visto»: «A me ha detto di averli uccisi». Il padre dei ragazzi racconta l'ennesima «verità»: «I bambini sono stati ammazzati a Pomezia». 7 NOVEMBRE '94. Brigida fa di nuovo credere di aver affidato ad altri i bambini: «Sono con una persona che poi è emigrata in Australia». 20 DICEMBRE '94. Gli inquirenti si sentono raccontare una nuova storia, a cui ormai non credono più. «Laura, Armando e Luciana sono a Lione», dice l'uomo. Poi spiega che si trovano in Canada, infine in Polonia. 16 MARZO '95. Ancora una mezza verità: «Sono morti, li ho sepolti: uno in Toscana, uno in Umbria e uno nel Lazio». 18 APRILE '95. Tullio Brigida confessa dove ha sepolto i figli.

Persone citate: Bilotta, Liliana Madeo, Tullio Brigida, Vincenzo Bilotta