I fantasmi della guerra in quei rifugi antiaerei

UN «25 APRILE» SENZA RETORICA Villar Perosa, aperte al pubblico le gallerie costruite nel 1943 I fantasmi della guerra in quei rifugi antiaerei UN «25 APRILE» SENZA RETORICA VILLAR Perosa - il piccolo comune indissolubilmente legato alla Riv (ora Skf) e alla famiglia Agnelli - ha scelto di ricordare il 25 Aprile con una iniziativa priva di retorica, ma di grandissima forza evocativa. Il Comune, dopo oltre 30 anni, ha riaperto i 730 metri di gallerie dove oltre 3 mila persone, tra abitanti e operai della fabbrica, si rifugiavano per sfuggire ai bombardamenti a cui il paese venne sottoposto a causa della sua importante industria. Le gallerie, completamente spoglie, sono esattamente come cinquant'anni fa: volte di mattoni a vista, supporti per le panche su cui i rifugiati aspettavano la fine della pioggia di bombe, servizi, infermerie. Non è difficile intuire quanta ansia, sofferenza, paura, preghiera, fiducia abbiano popolato i lunghi corridoi semibui. Ora, e fino al 25 Aprile, il rifugio è aperto alla visita di chi ancora ricorda quei lontani, terribili mesi e di chi deUa guerra quasi tutto ignora. Villar Perosa venne distrutta il 3 gennaio del 1944, alle 11 e 45. Sette minuti furono sufficienti alle 312 bombe da 500 libbre per distruggere la fabbrica, l'ambulatorio, il teatro, le scuole materna, elementare e professionale, il tratto della tranvia Pinerolo-Perosa, decine di case (da quelle degli operai alle villette dei dirigenti alla dependance di villa della famiglia Agnelli). Incredibilmente nel bombardamento non ci fu neppure una vittima. Il rifugio, voluto dal senatore Giovanni Agnelli dopo disastrosi bombardamenti di Torino del novembre '42, aveva resistito. L'opera era stata avviata nei primi mesi del '43 e ultimata in tempo record nel giugno dello stesso anno. Oltre 500 operai, pagati 2,10 lire all'ora, avevano lavorato ininterrottamente e la loro opera aveva superato la drammatica prova del fuoco. L'iniziativa del Comune riporta alla memoria collettiva e quindi all'identità del piccolo centro un pezzo importante della sua storia. Inoltre è stata realizzata (con la collaborazione della parrocchia di San Pietro in Vincoli, della San Vincenzo, del- la Pro Villar Perosa, della biblioteca comunale e del gruppo di iniziativa culturale) una mostra (inaugurata ieri sera nei locali dell'oratorio e aperta fino al 25 aprile). Attraverso decine di fotografie, ricostruisce la Villar prima della guerra, la tragedia dei bombardamenti, la ricostruzione post-bellica. Nei grandi tabelloni accanto alle foto di edifici distrutti, o dei bandi fascisti e tedeschi, ci sono foglietti bianchi. Sono la memoria trasmessa ai ragazzini delle elementari e medie dagli anziani del paese. Nonni, zii, vicini di casa, amici di famiglia sono stati finalmente ascoltati con la meritata attezione. I loro racconti sono usciti dalla dimensione della «favola» irrimediabilmente lontana per aiutare i ragazzi a capire che cosa sia una guerra, in particolare civile. Quanto orrore, distruzione, disperazione e morte possa riversarsi su un piccolo, tranquillo paese, adagiato ai margini della montagna. In un opuscolo stampato dal Comune si legge il lungo, dram¬ matico elenco delle vittime: 27 partigiani uccisi impiccati o fucilati dai nazi-fascisti o caduti in combattimento. Otto di loro furono fucilati il 26 aprile del '45, a guerra finita, dai tedeschi ormai in fuga. Nell'opuscolo il sindaco, Roberto Prinzio, scrive: «Abbiamo voluto ricostruire la realtà di quel periodo, di un'Italia vinta nella guerra che lotta a fianco dei vincitori per la propria libertà». Marina Cassi Oltre tremila persone si salvarono durante i bombardamenti alleati Il sindaco Roberto Prìnzio e accanto la mostra fotografica con decine di immagini su Villar Perosa prima, durante e dopo la guerra Gruppo di giovani visitatori nella galleria, lunga 730 metri, dove oltre 3 mila persone, tra abitanti e operai della Riv, si rifugiavano per sfuggire ai bombardamenti a cui Villar Perosa venne sottoposta proprio a causa della sua industria