Fumata nera al Banco Napoli di Francesco BulloGianni Zandano

Le nomine rinviate al 25. A Torino si allarga la Fondazione CONSIGLI CONTESO Le nomine rinviate al 25. A Torino si allarga la Fondazione Fumata nera al Banco Napoli Nel San Paolo anche Rabbia e Piano ROMA. Sul fronte bancario continuano le grandi manovre. Al Banco di Napoli fumata nera, dopo oltre sei ore di riunione del consiglio d'amministrazione della Fondazione che doveva decidere i nomi del nuovo consiglio dell'azienda bancaria e dei vertici (presidente e amministratore delegato) da proporre la prossima settimana all'assemblea dell'istituto: tutto è stato rinviato al 25 aprile. Diversa invece la situazione al consiglio generale della Compagnia di San Paolo (la fondazione che controlla al 100% il Gruppo bancario S. Paolo spa) che ha cooptato sette membri scegliendoli tra personalità del mondo dell'arte, della scienza, della sanità e della solidarietà. Sono il costituzionalista Paolo Barile, l'economista Vincenzo Caramelli, Pierre Keller (vicepresidente della Croce Rossa Internazionale), l'architetto Renzo Piano, Pierre Rosenberg, conservatore generale del patrimonio artistico della Repubblica francese e direttore del Dipartimento di pittura del Louvre, il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, Giorgio Verme, primario di gastroenterologia e coordinatore del Dipartimento sperimentale dell'Ospedale Molinette di Torino. La decisione, presa all'unanimità, «fa seguito agli adeguamenti statutari disposti in ottemperanza alla direttiva Dini che invita le fondazioni bancarie - sottolinea un portavoce dell'istituto - a favorire una maggiore rappresentatività negli organi collegiali degli interessi connessi ai settori di interv auto prescelti». La Compagnia di San Paolo, infatti, aveva recentemente definito con il nuovo statuto, come suoi settori di intervento, quelli della ricerca scientifica, economica e giuridica, dell'istruzione, dell'arte, della cultura, della sanità, dell'assistenza e della tutela delle categorie più deboli. Ma proprio sullo «statuto», deliberato 18 febbraio dalla Compagnia di San Paolo e che una settimana fa ha ricevuto la «benedizione del ministro del Tesoro Dini, pesano i ricorsi presentati al Tar dal Comune di Torino e da Giuseppe Pichetto in qualità di presidente della Camera di Commercio di Torino. Al Banco Napoli la causa dello slittamento sarebbe dovuta a contrasti nel cda della Fondazione sulla necessità o no di riconfermare alcuni dei consiglieri del Banco di Napoli Spa. E su questo nodo si sarebbe discusso dalle 10,30 alle 17. «C'era l'orienta¬ mento - ha affermato il prof. Catello Cosenza, consigliere della Fondazione - di riconfermare una parte del vecchio consiglio, non condiviso da tutti. Noi siamo stati contrari e non per la valutazione delle singole responsabilità, ma per dare priorità alla ripulitura complessiva della banca». «Volevamo che il nuovo consiglio fosse completamente slegato - ha aggiunto - da pregresse relazioni che in qualche modo potessero stabilire legami che creano problemi per questa banca» che per la sua particolare struttura (70% degli sportelli al Sud) diventa «braccio operativo di riferimento per qualunque politica meridionalistica». Argomento di discussione è stata anche la decisione del consigliere del Banco, Giovanni Somogyi, di non presentarsi dimissionario all'assemblea dell'istituto di credito, convocata per il 28 aprile. Francesco Bullo Gianni Zandano e Carlo Rubbia La Fondazione del San Paolo ora ha un consiglio con sette membri «tecnici» in più