Ma Cofferati smentisce

Ma Cofferati smentisce Ma Cofferati smentisce «Noi non pensiamo di tassarli a premere è solo la minoranza» ROMA. La Cgil non intende proporre la tassazione dei Bot. «Qualche osservatore malevolo scambia il documento della minoranza con quello della maggioranza». E' chiara e perentoria la precisazione del segretario generale Sergio Cofferati. Si avvicina la scadenza elettorale e, come già per il voto del 27 marzo, cresce la «febbre» da Bot. A gettare nuovo scompiglio era stato ieri l'ex sindacalista della Cgil, Giuliano Cazzola. In un commento apparso su un quotidiano economico, Cazzola sosteneva infatti che nelle tesi congressuali della Cgil si propone «una minore remunerazione per i titoli anonimi e una più favorevole per quelli il cui possesso viene dichiarato dai sottoscrittori». E, inoltre, «la non operatività fiscale del rendimento dei titoli pubblici sino ad una certa soglia di reddito». «No, non è questa la nostra idea», ha replicato Cofferati, pur ammettendo che per i titoli di Stato di nuova emissione anche la maggioranza prevede l'introduzione della nominatività dei titoli di Stato e l'inserimento della rendita nella dichiarazione dei redditi. «La maggioranza della Cgil - tranquillizza anche il segretario confederale Angelo Airoldi, responsabile per le politiche economiche - non vuole fare polveroni, né tassare i Bot, ma avviare un processo di modernizzazione come quello sostenuto recentemente dal commissario dell'Unione Economica Mario Monti». Ma ecco arrivare la controreplica piuttosto stizzita di Cazzola: «So leggere i documenti, soprattutto quelli sindacali. Non ho fatto confusione». «Polemica incom- Sergio Cofferati prensibile - interviene Airoldi Nel documento non si parla di tassazione dei titoli di Stato ma si prospetta l'ipotesi di una diversa remunerazione dei titoli pubblici premiando chi sceglie di dichiarare il loro possesso». A questo punto non resta che andare a vedere i testi della «discordia». Nel documento congressuale relativo ai Bot approvato dalla maggioranza del direttivo Cgil si legge: «I titoli già emessi non possono mutare configurazione. Per quelli futuri va verificata la possibilità di un superamento dell'anonimato del possessore. Una prima possibile scelta è la differenziazione dei rendimenti dei titoli e delle obbligazioni, con una minore remunerazione per titoli anonimi e una più favorevole per quelli il cui possesso vie- ne dichiarato dai sottoscrittori. In questo nuovo quadro vanno tutelati fiscalmente i redditi più bassi di pensionati e lavoratori dipendenti mediante la non operatività fiscale del rendimento dei titoli sino a una certa soglia di reddito». Nel documento della minoranza si propone la patrimoniale e l'inserimento delle rendite finanziarie nella dichiarazione dei redditi. «E' evidente che tutti i redditi personali e sociali vanno colpiti da imposta. Naturalmente - precisa il documento della minoranza - sia per la patrimoniale che per i titoli di Stato va stabilita una quota esente riferita alla prima casa e ad un valore di titoli che salvaguardi il risparmio familiare (100-200 milioni)». Stefanella Campana Sergio Cofferati

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