Fracci-Filumena il sogno di Eduardo di Luigi Rossi
IL MITO La grande danzatrice a Cagliari, nel ruolo che fu di Titina De Filippo e Sofìa Loren Fracci-Filumena, il sogno di Eduardo // balletto abbinato a «Cavalleria», regista Menegatti IL MITO MATERNITÀ' PARTENOPEA CAGLIARI. Filumena Marturano dopo Titina nel teatro, Sofia Loren nel cinema, è passata ora al balletto con una protagonista altrettanto eccezionale. Carla Fracci ha realizzato finalmente il sogno di Eduardo De Filippo che la voleva nel suo tenace e struggente personaggio di madre fin dagli Anni 70, quando approntò a Roma un «finale danzato di Filumena» proprio per lei. Si trattò allora di una breve pantomima che prevedeva, in scena con la Fracci, lo stesso commediografo al termine di una serata in suo onore. Stavolta la direzione del Teatro Lirico di Cagliari ha commissionato a Beppe Menegatti, a lungo assistente di Eduardo, un intero balletto sulla più celebre commedia dell'autore napoletano, questa esaltazione della maternità eroica e redentrice, declinata da una angolazione tutta partenopea. Translitterazione difficilissima che poteva utilizzare soltanto parte delle musiche di Nino Rota per il primo film su Filumena, diretto e interpretato nel 1951 dallo stesso Eduardo e dalla sorella Titina. Per il resto, privato delle celebri battute come «I figli so' figli» e, nell'ultima scena «sto piagnendo, quant'è bello a piagnere», il dramma va tutto affidato alla bravura della protagonista e alla declinazione narrativa. For¬ se, in quest'ultimo versante, esiste persino qualche eccesso come la ripetizione della scena del bordello che nella commedia non esiste od appartiene ad accenni al passato di Filumena, anche se continuamente rinfacciato da Domenico Soriano alla donna. Scene belle di per sé e suggestive, con quei ritmi di tango che ri¬ chiamano proprio il clima da lupanare Anni 20, del resto suggeriti anche dalla proiezione di gigantografie di nudi pruriginosi di vecchie foto «proibite» dell'epoca, ma anche troppo insistite nell'economia del balletto, che finisce col durare circa un centinaio di minuti, troppi considerando che era abbinato all'opera «Cavalleria rusticana» anch'essa di lunghezza analoga. La realizzazione coreografica era affidata a Jean-Luc Bouy, proveniente dal Cullberg Ballet di Stoccolma e l'impronta espressionistica nordica è apparsa abbastanza evidente anche se portata sulle latitudini meridionali della vicenda eduardiana. Comunque tutto molto raffinato (il quadro del Circolo della Vela ci ha ricordato gli eleganti «jeux» di Nijinsky), persino nelle due scene del bordello con quei guappi-manichini che afferrano le povere ragazze come oggetti. La figura dolente di Filumena già si dehnea nel contesto della falsa euforia da night-club di terz'ordine, ma raggiunge il massimo struggimento nella scena dei tre figli negati al riconoscimento paterno. Qui l'arte di Carla è al massimo della sua intensità e si comprende come Eduardo la incoronasse interprete ideale accanto ai grandi nomi della scena partenopea, pur restando nel suo ambito di «attrice muta», come si diceva un tempo per le danzatrici e mime. Qui, per altro, c'è anche danza autentica con accorati assoli della protagonista e drammatici passi a due con Soriano, che era impersonato dal bravissimo Stephan Fuournial, forte danzatore ed espressivo interprete. Il cast era popolato da eccellenti caratteristi come Carmen Ragghiami, Aurora Benelli, Ludwig Durst, Marisa Gronchi, Claudia Zuccari e dai tre ragazzi, allievi della Scala, Alessio Carbone, Cristiano Merlo e Antonino Sutera nei ruoli dei tre figli. Un collage di musi¬ che tenere e nostalgiche tratte dai film e da varie opere di Nino Rota sono state dirette, con viva partecipazione, dal maestro Angelo Campori. Echi di «Notti di Cabiria», dal «Gattopardo» e persino dall'originale tv «Gian Burrasca» si sono mirabilmente amalgamati nello spartito curato da Nicola Scardicchio. Le accoglienze del pubblico del nuovo, vasto Teatro Comunale sono state calorosissime. Ha preceduto la creazione del nuovo balletto una produzione, pure inedita, di «Cavalleria rusticana», sempre diretta da Campori e ancora con regia di Menegatti. Ne sono stati interpreti vocali Giovanna Casolla, Giuseppe Giacomino Silvano Carroli, Annamaria Di Micco e Corinna Vozza. Scene e costumi, come per «Filumena Marturano», erano firmati da Annamaria Morelli. Anche qui bel successo. Luigi Rossi carla Fracci protagonista del balletto «Filumena Marturano» commissionato dal Lirico di Cagliari e due allievi della Scuola di Ballo della Scala
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