Poche speranze per i quattro outsider di M. Lol.

Poche speranze per i quattro outsider Poche speranze per i quattro outsider // re dei serramenti, l'ex di autonomia operaia il fratello del sindaco e il «boss» leghista GVENEZIA LI outsider che puntano alla presidenza del Veneto più che altro per una questione di bandiera, sono 4. C'è l'industriale trevigiano delle porte e finestre, famoso per avere sponsorizzato la trasmissione porno-soft «Colpo grosso»; c'è il fratello giornalista del sindaco-filosofo di Venezia; c'è un ex di autonomia operaia (Tony Negri & C.) confluito nelle file radicali; e c'è il pezzo da novanta della Lega. Forti nel Veneto, ma non abbastanza per poter sperare di arrivare neppure al secondo posto. Giorgio Panto si presenta sotto la bandiera di «Nuova Italia - Autonomia Veneta». Un marchio doc inventato qualche anno fa dall'ex sindaco socialista di Venezia, Mario Rigo, che alla guida delle truppe composte dalle liste civiche di ogni più piccolo comune è riuscito a farsi eleggere due volte al Parlamento e una in regione. Da queste parti dicono che Panto è quello che paga la campagna elettorale in contanti, Rigo la paga «in natura», cioè mettendo a disposizione il fiuto e le schiere. Vicino a Berlusconi televisivamente, lo è stato anche alle ultime politiche, votando Forza Italia. Ma adesso - dice - ha rifiutato la candidatura, preferendo correre da solo. Paolo Cacciari è il fratello minore di Massimo. Se il sindaco di Venezia è sempre stato su posizioni riformiste, ultra-miglioriste se vogliamo, dopo aver abbando¬ nato in anni lontani le affinità con Potere operaio; se Massimo poi è diventato il tuttologo che tutti conoscono, auspicato da qualcuno perfino come il possibile leader maximo dei progressisti al posto di Prodi, Paolo è invece sempre stato molto più a sinistra e, per così dire, più «militante». Giornalista de «L'Unità» quando c'era la redazione a Venezia, vicesindaco di Rigo negli Anni Settanta, poi addetto stampa del sindacato regionale Cgil, si è sempre mantenuto su posizioni ingraiane. Oggi è consigliere regionale uscente di Rifondazione. Emilio Vesce era uno dei professori accusati di associazione sovversiva e banda armata dal teorema del giudice Calogero. Mentre Negri e Scalzone fuggivano all'estero per salvarsi dalla condanna, Vesce faceva il suo periodo di detenzione e poi usciva immergendosi nella politica: con i radicali, a favore dell'antiproibizionismo e di tutte le battaglie care alle schiere di Pannello. Anch'egli consigliere regionale uscente, si presenta in alternativa al candidato del Polo. Infine, Alberto Paolo Lembo, deputato vicentino della Lega, presidente della commissione Agricoltura della Camera. Esperto di araldica e ordini cavallereschi, amministra un'azienda agricola, 6 ettari di vigneto ereditati dalla moglie. Alle politiche dello scorso anno il suo collegio col 59,1% dei voti è stati quello con la più alta percentuale di voti leghisti. [m. lol.]

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