«E' stato un incidente Ma io volevo vendicarmi»
«E' stato un incidente Ma io volevo vendicarmi» «E' stato un incidente Ma io volevo vendicarmi» IL RACCONTO IN TRIBUNALE IROMA MIEI figli sono morti nella villetta di Santa Marinella per le esalazioni di una stufetta di gas. Li ho sepolti in un campo lì vicino. Dietro c'è una villa con il recinto e il filo spinato. Prima avevo tagliato la rete e fatto scivolare i corpi. Poi sono tornato con una pala, trovata a casa, e ho scavato. Non so quanto. Una sola buca per tutti e tre. Dopo sono tornato di nuovo a Santa Marinella. Ma non ci ho mai più dormito. Sono stato qualche ora a pensare. E poi me ne sono andato. Perché li ho sepolti? Per avere tempo. Perché volevo vendicarmi. Sì, può essere pure stato un incidente. Ma la colpa è di chi mi ha perseguitato per mesi». Tullio Brigida, un'altra verità. Ecco il testo dell'interrogatorio. Pm: a chi e a che cosa si riferisce? «A Bilotta e company. Mi hanno perseguitato e provocato in tutti i modi possibili e immaginabili. Mi diceva Bilotta: queste sono le armi, questo è il giubbotto antiproiettile». Pm: non capisco. E le provocazioni? «Facevano passare mia moglie davanti al bar, in macchina con un altro, con la bambina in braccio. Io non potevo muovermi. Ero circondato». Pm: ci racconti i giorni in cui i suoi bambini sono morti. «Avevo trascorso le feste di Natale ad Acilia. Ma la notte non si poteva stare. Arrivavano gli indiani. I nostri cani facevano il diavolo a quattro. Non erano familiari in visita, li avrebbero riconosciuti. Era gente che mi minacciava. E io mi barricavo in casa». Pm: perché la sera del 4 gennaio ha deciso di andare a Santa Marinella? «Era una soluzione provvisoria. Il fatto che i ragazzini telefonassero ai nonni e alla madre era un pericolo. Potevano capire dove stavamo. Così andammo via da Acilia. Andammo a Santa Marinella. Laura e Armandino si misero a giocare in salotto. Io mi misi in una stanza con Luciana. Ho visto un po' di televisione. Poi abbiamo mangiato qualcosa. Luciana si è addormentata. E io sono uscito di casa. Saranno slate le nove, più o meno». Pm: c'era qualcun altro in casa? «Si, con i bambini e rimasta Rosaria Greco. Una mia amica. Io volevo andare in ospedale perché non mi sentivo bene. Poi non volevo più, perché avevo paura che prendessero provvedimenti, tipo togliermi la patente. Ma ci sono cose che non mi ricordo. Stavo troppo male, ero intossicato. Non ce l'ho fatta. Ho avuto un malore. Mi hanno portato all'ospedale di Civitavecchia. Mi hanno fatto una puntura di Voltaren. Al mattino mi sono l'atto dimettere e sono tornato dai carabinieri di Santa Marinella dove era rimasta la macchina. Sono tornato a casa. E lì c'erano i miei figli morti. Mentre Rosaria Greco non c'era. Non ne ho mai parlato perché temevo mi addebitassero anche la sua morte». Pm: perché è sicuro che fossero esalazioni di gas? «Io sono un tecnico. Quella stufa non aveva uno scarico all'esterno. I fumi restavano dentro. L'avevo controllata entrando in casa la prima volta». Pm: si è già parlato di queste esalazioni di gas. Era una ipotesi. Ma perché lei, prima di oggi, l'aveva negato? «Perché se penso alle responsabilità, io dovevo escluderlo per forza». Pm: quando e dove ha nascosto i cadaveri? «Sono tornato nella villetta la notte dopo e li ho occultati. Inizialmente non volevo seppellirli. Poi per strada mi sono fermato e li ho nascosti. Sulla strada, tornando verso Roma, c'è una traversa subito dopo Santa Severa in direzione Manziana-Bracciano. Una strada che si addentra all'interno. Poi c'è un bivio. E una stradina sterrata. Li ho sepolti li, a sei metri dalla careggiata». Pm: questo è un racconto che lei ha già fatto. Ma indicava altri luoghi di sepoltura. Perché ci ha fatto scavare a vuoto? «Se io ho dato altre indicazioni, l'ho fatto perché volevo che voi trovaste altre cose. Ma non c'erano. I depositi erano vuoti e le cose che dico io portate altrove». [fra. gri.l Gli scavi nella villetta di Acilia Anche in quell'occasione le ricerche non diedero alcun risultato «Sono stato perseguitato per mesi. Quella notte non sono riuscito a dormire»
Persone citate: Bilotta, Rosaria Greco, Tullio Brigida
Luoghi citati: Acilia, Bracciano, Manziana, Roma, Santa Marinella
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