«I miei figli uccisi da una fuga di gas» di Francesco Grignetti

Roma, colpo di scena nel processo per la scomparsa dei 3 bimbi. «Li ho sepolti in un campo» Roma, colpo di scena nel processo per la scomparsa dei 3 bimbi. «Li ho sepolti in un campo» «I miei figli uccisi da una fuga di gas» In aula Tullio Brigida racconta l'ultima «verità» ROMA. Ennesimo fumettone o colpo di scena? Quando si tratta di Tullio Brigida, e della sorte dei suoi tre figlioletti scomparsi, non si può mai essere certi di nulla. Anche davanti alle sue ultime rivelazioni - nell'aula dove 10 processavano per il rapimento dei bambini, ieri, ha raccontato che Laura, Armandino e Luciana sono morti per colpa del gas e che li ha seppelliti in campagna i giùdici ci vanno cauti. Il presidente della corte, Giovanni Muscarà, andrà a controllare di persona domani. Ma sono tutti scettici. E non gli si può dare torto. Tullio Brigida anche ieri era la sfinge che li ha fatti ammattire per un anno. Un enigma indecifrabile per parenti e amici. Figurarsi per gli inquirenti che si sono trovati di fronte un uomo che dice e poi nega, allude e ritratta. Ha chiesto addirittura il programma di protezione per i pentiti di mafia. Ma poi non ha offerto nulla. Gioca al gatto e al topo, lasciando intendere che fa tutto per l'interesse dei figli. Minacciati da chissà chi. E potrebbe essere comico, se non fosse che si scherza con la vita di tre bambini. Era il 19 dicembre del 1993. Tullio Brigida, dopo ennesime liti con la moglie, e dopo averla gonfiata di botte qualche giorno prima come capitava spesso, litigò di brutto anche con suo padre e sua madre. I nonni li ospitavano tutti a casa loro, al Trullo. Non si impicciavano troppo della vita coniugale del figlio e si concentravano sui tre nipotini. Ma quella volta fu troppo. Stefania Adami, la donna che da quattordici anni viveva con Tullio, era dovuta andare in ospedale con il naso rotto. Poi s'era allontanata di casa per qualche giorno con i figli. Ed era la prima volta che lo faceva, esasperata da una storia finita malissimo. Poi li aveva riportati a casa, dai nonni paterni però. E sembrava un passo verso la riconciliazione. Ma ecco quello che racconta il nonno. Armando: «Gli dissi: c'è la ragazzina che chiede della mamma. Portagliela. Lui mi rispose male, a me e a mia moglie. Allora gli dissi di andarsene in camera. Ci andò. Stette qualche ora. Poi uscì e disse: noi andiamo a farci un giro. Da allora non li ho più rivisti». Un buco nero ingoia Tullio Brigida e i suoi tre figli. Sì, qualche telefonata continua ad arrivare. I ragazzini parlano con la madre e con i nonni. Anche lui chiama. Telefonate secche con i genitori. Insulti e minacce per la moglie. Fino all'ultimo contatto, 11 4 gennaio del 1994. Dopo di allora, tra Acilia e Santa Marinella si perdono i contatti. Ci sono solo illazioni. Più un fatto, che però avviene qualche giorno dopo: Brigida viene ferito ad una gamba con una revolverata. E' in macchina. Lui racconta di essere stato bloccato da due auto: uno sconosciuto lo chiama al finestrino e gli spara. A questa versione non crede il perito, il medico legale Carlo Colesanti che pensa più a un autoferimento. Ma lui racconta a tutti che sono sicari mandati dalla famiglia di lei. E qui si torna al punto di partenza di questo labirinto. E' vero ferimento o una finta? Lui lascia intendere di aver fatto parte di un giro di malavita. Gente che minacciava i figli per farlo tacere. Ed effettivamente s'è capito anche perché aveva un po' di co- WSMÈBSSSKSBSSM caina con sé quando l'hanno arrestato - che nella borgata del Trullo frequentava un giro balordo. Uno dei suoi amici è morto ammazzato e non si sa perché. Ma è sufficiente per gridare al complotto? 0 non sarà che la cocaina ha moltiplicato le paranoie di una mente già disturbata? Qualche indizio. Ha molti precedenti penali. Otto anni fa accoltella la moglie per una banale storia di gelosia. In quel momen • to, a dire il vero, non si era ancora sposato con Stefania Adami. Ma vivevano già insieme a casa dei genitori di lui. E avevano già la prima figlia. Lei lo denuncia. Lo arrestano e lo condannano. Ma mentre sta ancora scontando la pena - e il tribunale gli affida la bambina - Stefania lo sposa. Oggi lei dice che lo fece solo per poter vivere con la bambina. In seguito, sono nati altri due figli. Sembra che tutto abbia preso un indirizzo più tranquillo. E invece si accumulano i rancori sotterranei. Quello che sgomen¬ ta è il rapporto con i vecchi genitori. Struttura patriarcale, all'antica. Tullio versava i suoi guadagni interamente al padre, che poi provvedeva a dargli quanto riteneva giusto. Racconta l'ex datore di lavoro, l'amico e poi nemico Vincenzo Bilotta: «Si lamentava con me che il padre era un dittatore e che lo trattava come un ragazzino. Che lui non poteva decidere nulla, nemmeno l'educazione dei figli. In casa gli dava del voi». Ma ecco la viva voce del patriarca, Armando: «Il capofamiglia ero io. Avevo cinque figli e ora non ho nulla. Se devo elencarli per come li sento vicini al cuore, prima vengono Laura, Armandino e Luciana. Poi Stefania. E alla fine Tullio. Loro non erano i nipotini che vengono a trovare il nonno una volta al mese. Erano figli miei. Li ho cresciuti io». Con questo suo padre-padrone, Tullio Brigida aveva uno strano rapporto. Davanti a lui, ad esempio, non s'è mai azzardato a picchiare la moglie. Aveva un rapporto difficile anche con la madre Margherita. E se n'è avuto un saggio anche ieri, in apertura di processo. Un veloce botta e risposta. Lei: «Sei bello, eh? E come sei bravo!». Lui: «Grazie». Lei: «C'hai un caratteraccio, ma non ci credo che l'hai ammazzati». Lui: «E infatti.. Sì, l'ho fatto. Se serve a ripagarti per tutto quello che mi hai fatto, te lo dico. L'ho fatto». Lei: «A me, di te e Stefania non mi interessa. Siete grandi. Ma voglio sape' dei bambini». Lui: «E' un anno che mi chiami assassino e ancora chiedi dove stanno i ragazzini». Lei: «Vergognati!». Lui: Non c'ho niente da vergognarmi». Fine. Tra i due, nemmeno più uno sguardo. Francesco Grignetti Nella foto grande, Tullio Brigida Sotto, la moglie Stefania Adami A destra, i nonni paterni dei tre bimbi scomparsi «Erano con me nella villetta vicino a Santa Marinella» Il presidente del tribunale ha disposto un sopralluogo s

Luoghi citati: Roma, Santa Marinella