« Vi raccontiamo Chirac e Balladur fra le lenzuola » di Enrico Benedetto

« V ELEZIONI Solo Le Pen e Laguiller rispondono, per gli altri candidati il giornale si accontenta di notizie di seconda mano Su Playboy di maggio un dossier dedicato a eros e Presidenziali PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Jacques Chirac fra le lenzuola? «Il migliore della classe politica francese. Ma fa l'amore alla ussara. Il suo decalogo: sparare per primo, presto, spesso, e senza farsi troppi problemi». In altre parole, una doccia e via. La confidenza è anonima, ma senza troppo curarsi del «politically correa», «Playboy» la menziona lo stesso. Proverrebbe da «alcune giornaliste», verso le quali Chirac mostrò forse un interesse extraprofessionale o che, comunque, lo conoscono bene. La voce, peraltro, circola a Parigi da tempo. E il dongiovannismo - in chiave, tuttavia, un po' meno ruspante contagerebbe altri leader, inclusi Giscard e Mitterrand. Che solo dopo il settantesimo genetliaco pare abbiano riscoperto la monogamia, Sesso e potere. 0 meglio, eros e presidenziali. Il tema è frivolo, ma dedicandogli una lunga inchiesta per il numero di maggio, il «Playboy» versione francese sottolinea con ragione l'estrema prudenza dei candidati in materia. Meglio abbordare Schengen, insomma, che matrimonio gay o preservativi. «Playboy» voleva invece interrogare i presidenziabili, senza eccezioni, sulle nuove frontiere etico-giuridiche dell'amore. Il questionario, più che dignitoso, avrebbe meritato miglior fortuna. Le reazioni dèi tre <(big», negative, fanno comprendere che la materia è ancora tabù in pubblico. Meglio non turbare gli elettori benpensanti. Lasciamo perdere Balladur. La sua flemma disarmerebbe Afrodite in persona. Ma perlomeno lo Chirac dal testosterone facile poteva rispondere «oui». E invece, «non oso nemmeno sottoporgli le domande», spiega al mensile la sua attaché stampa. Jospin dirà sì, Ma poi ci ripensa: il brain trust ps teme gli avversari impie¬ ghino l'intervista per screditarlo. Nel sacco rimarranno dunque guarda caso - solo gli estremi dell'arco politico francese: JeanMarie Le Pen e (a gauche) Arlette Laguiller. Il primo non serba dunque rancore a «Playboy». E pensare che proprio nelle sue pagine decise di spogliarsi per fargliela pagare la ex signora Le Pen. E sul medesimo periodico il verde Antoine Waechter rivelò anni fa: «Le donne mi piacciono da impazzire, me la cavo bene, e adoro farlo all'aria aperta». L'ecologia era salva. I socialisti preferivano invece l'alcova. Spiega a «Playboy» una gentil signora della rue Solferino - la sede ps - che il trio Lang-Fabius-Emanuelli declinava armi (la battaglia politica) e amori con egual frenesia. Gli illustri predecessori, peraltro, abbondano. Il presidente Felix Faure non morì forse nel lontano 1899 tra le braccia della sua amica? Ma l'Aids e le elezioni vicine suggeriscono morigeratezza. Che Jean-Marie Le Pen infrange, a tratti, con humour. Gli si chiede di pronunciarsi sulla masturbazione: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», replica. E del piacere fisico, che cosa pensa? «Noi Galli sappiamo apprezzarlo più che gli altri». E cita un proverbio tedesco: «Febee come Dio in Francia». Sulle pratiche sessuali da depenalizzare, se la cava con un «grazie a Dio, vado sul classico». In letteratura - sorpresa - gli piace assai il Kamasutra ma anche la «Metafisica del sesso» firmata Julius Evola. Per concludere, sulla censura: «Come ex ufficiale nei para conosco bene gli uomini e le loro pulsioni. Si sa, la carne è debole. Ma mi oppongo alle pubblicità scandalose. D'accordo, già la Grecia antica metteva in evidenza il nudo. Però deve esserci un confine tra estetica e voyeurismo». Enrico Benedetto « Vi raccontiamo Chirac e Balladur fra Se lemuola »

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