«Fa' il nome di Berlusconi e ti scarcero»
Processo Cerciello, drammatica udienza. Un altro teste: negli interrogatori l'ex pm era una iena Processo Cerciello, drammatica udienza. Un altro teste: negli interrogatori l'ex pm era una iena «fa' il nome di Berlusconi e ti scarcero» L'agente detenuto ripete le accuse contro Di Pietro BRESCIA. «Mi ricordo bene, il maresciallo Nanocchio, al termine di alcuni interrogatori, quando ritornava in cella mi diceva che Di Pietro gli aveva detto che se avesse fatto solo un nome lo avrebbe messo in libertà». Lo ha dichiarato, al processo a Brescia contro il generale Cerciello, Domenico Cristiano, poliziotto, detenuto da tre anni nel carcere militare di Peschiera del Garda. Incalzato dalle domande dell'avvocato Taormina, difensore del generale, Cristiano ha precisato: «Si, quel nome ò quello di Silvio Berlusconi». Alla domanda dell'avvocato Taormina, e anche del presidente Pallini che voleva una maggiore precisione nelle risposte, il testimone ha spiegato: «Il maresciallo Nanocchio mi ha riferito che in più di una occasione Di Pietro gli disse: "Basta che mi fai un nome e io ti faccio uscire"». E' stato a questo punto che l'avvocato Taormina ha chiesto «non ricorda se Nanocchio le riferì anche che Di Pietro gli chiese di fare il nome di Berlusconi?». «Quello sì - ha detto Cristiano - era il nome che stavo dicen- do prima. Di Pietro, secondo quanto mi diceva Nanocchio, gli diceva "fammi solo un nome e ti faccio uscire". Il nome era quello di Silvio Berlusconi». Domenico Cristiano è detenuto a Peschiera del Garda in seguito ad una condanna a 15 anni per una vicenda di droga. Nella sua deposizione ha anche riferi¬ to di avere appreso dal maresciallo Nanocchio che altri imputati avevano fatto «grossi nomi». Alla domanda se fu in quella occasione che era stato fatto il nome del generale Cerciello, il testimone ha risposto in modo affermativo. Poi il teste ha continuato: «Quando il tenente colonnello Giovannelli ritornò in carcere per la seconda volta mi chiese come stava il generale e mi disse di essere molto rammaricato e che non pensava di fare così del male al generale. Mi disse che non voleva fare il nome del generale, ma che quando era in attesa di essere interrogato uscì il colonnello Tanca, il quale gli disse che bisognava fare il nome del generale». A questo punto il teste ha raccontato che quando Tanca ritornò in carcere per la seconda volta era isolato rispetto agli altri. «Un giorno - ha spiegato Cristiano - io e altri vedemmo il colonnello Tanca seduto su una panchina e ci fece pena per cui ci avvicinammo per dargli un po' di coraggio. In quella circostanza il colonnello mi disse, segnando con il dito le celle al secondo piano dove stava anche il generale Cerciello: "Gii sta bene a quello che sta lassù". Se non avesse cacciato via dal nucleo il colonnello Guglielmi questi non avrebbe mandato il dossier sulla corruzione alla magistratura». E' stato poi sentito l'ex maresciallo dei carabinieri Giovanni Giliberti, che è stato detenuto a Peschiera per corruzione. «Ho conosciuto Nanocchio - ha detto - e in tre-quattro colloqui mi disse che l'obiettivo dei magistrati era quello di focalizzare, dal punto di vista delle indagini, il gruppo Fininvest-Berlusconi». In precedenza, Cristiano aveva parlato anche dei rapporti avuti con il maresciallo Landi, che in seguito si è suicidatementre si trovava agli arresti domiciliari. Cristiano ha ricordato di aver appreso dei metodi di interrogatorio di Di Pietro proprio da Landi: «Un giorno lo vidi che piangeva e mi disse, riferendosi a Di Pietro, "è una iena, è una iena"». Poi Cristiano ha ricordato che Landi gli raccontò che, durante un interrogatorio, aveva detto a Di Pietro di aver letto un libro nel quale il magistrato ricordava una frase che gli aveva detto la madre "non fare del male agli altri uomini". Landi - ha ricordato Cristiano - mi disse che Di Pietro lo abbracciò dopo quel ricordo ma che alla ripresa dell'interrogatorio fu ancora più duro». [Ansa] Il principale testimone deve scontare 15 anni per droga A sinistra, il generale Giuseppe Cerciello Sopra, l'ex pm Antonio Di Pietro A destra, Silvio Berlusconi «Vidi piangere il maresciallo Landi E quando tornò a casa, si suicidò»
Luoghi citati: Brescia, Peschiera Del Garda, Taormina
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