La guerra della dentiera

La guerra della dentiera l L c A s O. Colpi bassi e insinuazioni su Martin Amis, che ha cambiato agente, editore e moglie La guerra della dentiera Londra, rissa colossale tra scrittori ELONDRA ICHARD TUll è uno scrittore originale ma fallito, che a quarant'anni è roso dall'invidia per il successo di Gwyn Barry, il suo migliore amico, le cui banalissime favole su un mondo ideale hanno conquistato il mondo intero. Costretto a vivere di recensioni di libri futili, Richard trama la vendetta. Forse a qualcuno interesserà sapere che a Londra ci si può sbarazzare di chiunque al prezzo di sole otto recensioni... Ecco, in poche righe, la trama del romanzo di cui parla tutta Londra: amicizia e rivalità in una satira del mondo editoriale inglese. Ma c'è qualcosa di più dietro il successo di The Information, l'ultimo romanzo di Martin Amis che appena uscito è già primo in classifica. C'è la polemica più assurda e violenta che si sia vista in questi anni e che getta una luce di follia un po' sinistra sul mondo dell'informazione. Ecco la storia di un'allarmante campagna pubblicitaria e di una ancora più allarmante campagna denigratoria. Protagonista il biondo e cupo Martin Amis, 46 anni, laurea a Oxford, figlio dello scrittore Kingsley Amis, e autore di una mezza dozzina di libri memorabili in senso letterale: che restano nella memoria per originalità di stile e efficacia satirica. Peccato che in Italia, dove è pubblicato da Mondadori, non abbia ancora avuto il successo che merita. Abbiamo riferito su La Stampa, qualche settimana fa, gli ironici commenti dei giornali inglesi alla notizia che Martin Amis, insoddisfatto della sua agente Pat Kavanagh che non era riuscita a fargli avere 500 mila sterline (circa un miliardo e 300 milioni) per The Information , ha chiamato da New York il super agente Andrew Wylie, ribattezzato dagli inglesi (do sciacallo». Wylie ha ottenuto la somma desiderata, ma da un editore meno prestigioso: Harper Collins invece di Cape. E la stampa ha gongolato. Avido, hanno scritto. Era il meno. Ora gli danno del traditore, lo accusano di avere abbandonato la moglie e i figli, lo prendono in giro perché si è rifatto i denti... Inoltre, tutta Londra, a dispetto delle energiche smentite dell'autore, ha letto The Information come un romanzo a chiave, dove il futile Gwyn Barry sarebbe il migliore amico di Amis, Julian Barnes, anche lui scrittore. Ex amico, adesso. Barnes è anche il marito di Pat Kavanagh, l'agente che Amis ha licenziato, non c'è da stupirsi che l'amicizia si sia spezzata. I giornali titolano «Amis chiama l'uomo dei soldi», (Amis sceglie la via dello Sciacallo», e i cronisti vanno a caccia di commenti. E chi offre loro il veleno in cui intingere la penna? Non Julian Barnes, chiuso in un dignitoso silenzio, ma Antonia Byatt, una delle più importanti figure della narrativa inglese, a cui qualche anno fa andò il Booker Prize per Possessione. «Non vedo perché dovrei sostenere l'avidità di Amis, semplicemente perché deve pagare per un divorzio e si è appena rifatto i denti», dichiara aWEvening Standard. La notizia che Martin Amis ha appena speso 20 mila sterline per rifarsi i denti si diffonde a macchia d'olio. Giubilo. Il Sunday Telegraph pubblica un articolo di un medico, il quale senza ironia - spiega che lo scrittore appartiene a quel 10 per cento della popolazione inglese che soffre di gengivite, «un'infezione che mangia via il tessuto intorno ai denti, e poi arriva a infettare l'os- so...». Un altro dentista scrive all'Independent che quel lavoro, lo avrebbe fatto per 275 sterline. Quanto al divorzio, tutto vero. Martin Amis ha lasciato la moglie Antonia, da cui ha avuto due figli, per una bella ragazza americana che si chiama Isabel Fonseca ed è una scrittrice, rappresentata anche lei da Andrew Wylie. Qui si scatena il furore popolare. E si comincia a capire che la chiave di questa incresciosa storia potrebbe essere l'antiamericanismo. In una intervista, Amis dichiara di esserne convinto. E intanto tutti se la prendono con Isabel Fonseca: è americana, è lei che ha suggerito a Amis un agente americano, è lei che gli ha imposto un costosissimo dentista americano, è lei che si è portata via Martin Amis a New York. Sembra incredibile, ma questa è l'Inghilterra del 1995. Sull'ultimo Sunday Times ci si rallegrava che le vendite di The Information non superassero le tremila copie alla settimana. Il Times quotidiano ha cercato di mettere padre contro figlio, interpretando la reticenza di Kingsley Amis a commentare la vicenda come una scomunica. Il New Statesman ha indetto un concorso, il titolo meno credibile per un libro, e ha premiato La mia gavetta di Martin Amis. E ancora il Sunday Times, sfottendo le sue simpatie politiche, ha scritto: «Ogni mattina, come piccolo atto di ribellione socialista, Martin apre il cartone del latte sul lato della scritta: "Aprire dall'altra parte"». Così il ruolo della difesa è stato assunto dai colleghi scrittori. Interpellato dal New Yorker, Salman Rushdie ha commentato che i soldi non c'entrano, che quello che sta succedendo è semplicemente che a Martin Amis è andata bene troppo a lungo, e ora la gente gli presenta il conto. Insomma: invidia. Roddy Doyle sposa invece la tesi dell'antiamericanismo di un Paese che non sa sostenere i propri autori. Per Ian McEwan i giornalisti inglesi sarebbero gelosi del fatto che Martin Amis, oltre che romanziere, è anche un eccellente giornalista. E Hanif Kureishi augura ad Antonia Byatt una bella sculacciata. Purtroppo, nemmeno la campagna pubblicitaria per il lancio di The Information si salva. Una lunghissima intervista a Martin Amis sul Guardian ad opera di una «amica d'infanzia» è a dir poco imbarazzante. Un lunghissimo articolo sul New Yorker non si giustifica, se non perché è la rivista a cui collabora Amis. L'intervista uscita su Esquire è stata scritta da un altro amico, Will Self, e si vede. Possibile che la Harper Collins non abbia saputo far altro che appellarsi alle amicizie personali di Martin Amis? Che serva di lezione: il loro sostegno ha un sapore melenso, e non gli ha giovato affatto. Ha proprio ragione John Updike, quando dice che la pubblicità è un'idiota vorace, che non si cura se quello che mangia è buono o cattivo. Resta solo il dubbio se The Information meritava altro, o se, dato il tema che tratta, meritava esattamente questo. Livia Matterà Un miliardo per il nuovo libro, e la Byatt lo deride: tutto per pagare dentista e divorzio? Rushdie e Kureishi scendono in campo in sua difesa «E'soltanto invidia» ovo libro, ide: tutto divorzio? Sotto, Anattaccato Rushdie, c Sotto, Antonia Byatt che ha attaccato Amis. A sinistra, Rushdie, che lo difende

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