Vittoria inglese a tavola

Nell'ultima edizione i locali a tre stelle della Gran Bretagna scavalcano i nostri e appaiano quelli tedeschi Nell'ultima edizione i locali a tre stelle della Gran Bretagna scavalcano i nostri e appaiano quelli tedeschi Vittoria inglese a tavola Guida Michelin: sconfitti i ristoranti italiani LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' vero: non c'è più religione. L'eresia porta il nome di quella profetessa francese, in tema di gastronomia e arte culinaria, che è la Guida Michelin. Pretende di farci scoprire, ahinoi, che in Inghilterra e in Germania si mangia meglio che in Italia. Nell'ultima edizione della Guida, scoprono gli addetti ai misteri della cucina, l'Inghilterra scavalca l'Italia nella classifica dei ristoranti con tre stelle, e si porta alla pari con la Germania che già ci aveva distanziati. Che la Francia domini incontrastata è abbastanza naturale: la Michelin, in fondo, non può tradire la propria nazionalità. Ma che l'Italia dei mille piatti si faccia superare dall'Inghilterra è una di quelle nozioni che non stanno nè in cielo nè in terra. Il peggio è che la notizia è di quelle che fanno scalpore, che i giornali non re¬ legano a fondo pagina. «Le stelle brillano a Londra», proclama un vistoso titolo della rubrica gastronomica del Financial Times notando che sono ormai quattro i templi inglesi delle tre stelle (contro 20 in Francia): «L'uomo della Michelin ha benedetto la Gran Bretagna». L'eresia ha trovato un terreno fertile, in queste isole di verdure scotte e di sapori grezzi, senza fantasia gastronomica né - guardando le abitudini della maggior parte degli inglesi - tradizioni che vadano oltre gli arrosti con le patate al forno, il fish and chips (pesce e patatine fritte), il cosciotto d'agnello. A qualsiasi brocco piace sentirsi dire d'essere un campione; e di questo nuovo primato l'Inghilterra va fiera. Non è che i premiati non siano meritevoli. Primo nella lista è un cuoco molto presente nelle cronache mondane, Marco Pierre-White. E poi ci sono ristoranti come «La Tante Claire» di Londra o il «Water Side Inn» di Bray-on-Tha- mes. Ma è il metodo, forse, che fa acqua. Come tutti i Paesi senza una vera tradizione culinaria, l'Inghilterra scimmiotta - e talora con bravura le altrui cucine. Si dà il caso che per la tavola come per il vino - la Francia sia presente da più tempo, anche grazie a una vicinanza geografica e all'amore-odio degli inglesi per gli eterni rivali. La cucina francese, non da oggi, si è imposta ai livelli più alti. La cucina snob è soprattutto francese; le altre, compresa quella italiana, stanno in seconda fila. Ed ecco, allora, che quando gli «assaggiatori» della Guida Michelin si mettono per strada la pioggia di stelle è più fitta dove i canoni riconducono agli addobbi lussuosi o ai parametri originali delle «tre stelle» francesi. Di queste cose sono fatte le eresie. E augurando buon appetito, viene il sospetto che il Bibendum paracadutato su Londra con forchetta e coltello dovrebbe fare un esame di coscienza. [f. gal.] Il Financial Times: le stelle della cucina brillano a Londra ani SULLA TAVOLA DELLA GRAN BRETAGNA Roastbeef and Yorkshire Pudding PAGNOTTELLE AL FORNO Steak and Kidney Pie FOCACCIA CON CARNE E ROGNONE Lancashire Hot Poi AGNELLO COnO CON CIPOLLE E PATATE Baggis STOMACO DI PECORA FARCITO DI FRATTAGLIE MusselBrose COZZE IN FARINA D'AVENA Cock-a-Leekie POLLO E VERDURA IN ZUPPA D'ORZO Il File stbril

Persone citate: Agnello Cono, D'avena Cock, Farina D'avena, Kidney, Rognone Lancashire