Terzo incomodo Pannella, «lombardo ideale»

Terzo incomodo Pannello, «lombardo ideale» Terzo incomodo Pannello, «lombardo ideale» «Una scelta contro la corsa a fare il pieno di de» Speroni potrebbe essere tradito dal «voto utile» Marco Pannella MILANO UE ex democristiani...». Li liquida così, Marco Pannella, i due big in corsa per la presidenza della regione, Diego Masi e Roberto Formigoni. Lui, Pannella, sulle elezioni di domenica ha idee chiarissime, chiede un voto «contro l'ammucchiata», contro la corsa a fare il «pieno di de» che sta caratterizzando i due poli di centrodestra e di centrosinistra e mette in guardia contro le «prove tecniche di un neoconsociativismo vecchio nella forma e nei metodi che, se non sarà punito dagli elettori, diventerà la norma nelle prossime politiche». Nella corsa al Pirellone, Pannella è l'unico non lombardo. Formigoni è di Lecco, Masi cremonese, Francesco Speroni (candidatore della Lega) di Busto Arsizio, Pippo Torri (Rifondazione) milanese di Milano, idem per Carlo Fatuzzo (Pensionati). Poco male, Pannella la butta sul politico: «Non sono longobardo - dice - ma i lombardi hanno nel loro dna il cattolicesimo liberale rosminiano del Manzoni e la fierezza socialista del Turati, io mi sento erede dell'uno e dell'altro». E a chi gli chiede conto di una candidatura proprio qui la risposta è secca: «Perché la Lombardia conta più dei Paesi Bassi, più del Lussemburgo, più dell'Austria, perché è una regione dell'Europa». Sogna di fare il presidente «europeo» dell'europeissima Lombardia, Pannella. Di Pregrammi con la P maiuscola non ne ha presentati: «Sono sempre pieni di belle promesse che restano regolarmente disattese, contano gli uomini, i candidati, la storia personale e politica di questi candidati».Sui programmi puntano invece tutti gli altri candidati al Pirellone. Ogni candidato, è ovvio, ha il suo cavallo di battaglia. Francesco Speroni, ex ministro delle Riforme istituzionali, raccoglie applausi quando nei comizi affronta il tema del federalismo: «La Lega - spiega e rispiega - ha presentato la sua proposta di riforma federale della Costituzione che prevede di lasciare allo Stato la politica estera, la difesa, la politica monetaria, la giustizia, tutto il resto sarebbe trasferito alle regioni». Ma po trebbe essere messo in difficoltà dall'appello che alcuni progressisti (Ayala, Andreatta, Bassanini, Luigi Berlinguer, Elia, Giugni, Mattioli, Paissan, Rognoni, Spini e Veltroni) hanno fatto ieri al leader della Lega Umberto Bossi, «perchè la sfida delle regionali lombarde sia la comune linea del Piave» e quindi il voto leghista nel proporzionale vada a Masi nel maggioritario. Perchè «Masi, per la forza della coalizione che lo sostiene, ha più probabilità di battere Formigoni di Speroni». Carlo Fatuzzo dei Pensionati punta sulla riforma («Vera e di qualità») dei servizi sanitari: «Chiediamo - è una delle proposte - due milioni al mese per le famiglie che assistono gli anziani non autosufficienti, si consentirebbe così agli anziani di vivere meglio e alle Regioni di risparmiare sulle spese dei lungodegenti». Rifondazione e il suo candidato Pippo Torri sperano invece di raccogliere il voto dei delusi a sinistra dalla candidatura Masi e battono sul tema della solidarietà: «Solidarietà - spiega Torri - verso i deboli, disoccupati, anziani, malati di Aids, portatori di handicap». [r. m.] Marco Pannella