Cecchini in guerra con la Francia

Cecchini in guerra con la Francia Cecchini in guerra con la Francia Ucciso un Casco blu, il secondo in 24 ore ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Un altro casco blu francese è stato ucciso ieri mattina a Sarajevo. A poche ore di distanza dall'uccisione del primo soldato francese, ammazzato da un cecchino sulla strada dell'aeroporto, nella capitale bosniaca è morto un suo commilitone. Anche lui colpito da un franco tiratore, mentre una telecamera lo stava filmando. Il giovane soldato del contingente francese delle forze di pace dell'Onu stazionate in Bosnia era a bordo di un bulldozer che stava posando alcuni vecchi container che dovevano fungere da barriera contro il fuoco dei cecchini serbi. I caschi blu volevano costruire la barricata sul viale principale di Sarajevo, noto come viale dei cecchini, di fronte all'Holiday Inn, per proteggere gli abitanti della città dai micidiali proiettili dei cecchini serbi. Ma non hanno fatto in tempo a terminare il lavoro. Questa volta il bersaglio è stato uno di loro, centrato in pieno petto da due proiettili. Il soldato francese è morto sul colpo. «Non ci sono dubbi che a sparare siano stati i serbi» ha dichiarato l'ufficiale dell'Onu Mohamed Tarik. «I due proiettili sono stati sparati dalle postazioni nel quartiere di Grbavica che è controllato dai miliziani serbi dall'inizio della guerra». I soldati dell'Onu hanno risposto al fuoco sparando con un cannone contro il quartiere di Grbavica. Ma questo non ha impedito ai cecchini serbi di risparare poco dopo ferendo quattro persone, tra cui due bambine, e uccidendo una donna di 40 anni nel settore di Dobrinje, non lontano dall'aeroporto. A Sarajevo è giunto intanto il capo di stato maggiore dell'esercito francese, ammiraglio Lan Xade. Alla sua presenza, il feretro del primo casco blu francese ucciso venerdì a Sarajevo è stato trasbordato su un aereo dell'Onu diretto a Spalato. Da lì la salma verrà trasportata in Francia. «La Francia è amareggiata per l'uccisione del soldato francese. Si è trattato di un attentato da codardi», ha dichiarato a Parigi il ministro della Difesa Francois Léotard, che su richiesta del premier Balladur è partito per Sarajevo. Nel frattempo il primo ministro francese ha detto che la Francia rimarrà in Bosnia a tre condizioni: «La prima è il rispetto delle forze di pace dell'Onu e della loro libertà d'azione, la seconda è il rispetto della cessazione delle ostilità e la riconferma del cessate il fuoco, e la terza il progresso nel processo di pace». A sua volta il ministro degli Esteri, Alain Juppé, ha chiesto all'Onu misure di emergenza per punire i colpevoli. Dopo la morte del primo casco blu francese abbiamo chiesto una riunione di tutti i Paesi che hanno i loro soldati in Bosnia, ma adesso bisogna agire con urgenza e decidere le misure punitive eh entreranno immediatamente in vigore, ha detto Juppé. Il portavoce dell'Unprofor a Sarajevo, Pierre Chavancy, ha precisato ieri che i Caschi blu non hanno potuto stabilire con certezza chi abbia sparato contro il soldato francese ucciso sulla strada dell'aeroporto. Il giovane è stato colpito al collo dal proiettile di un cecchino. «Il punto della strada dov'è stato colpito il sol¬ dato dell'Onu era sotto il tiro sia dei miliziani serbi sia delle forze bosniache. Ma dalle postazioni serbe c'era soltanto un punto da cui potevano sparare, mentre dalle postazioni bosniache c'erano cinque punti con una visuale molto più ampia. Il tiratore serbo avrebbe avuto soltanto tre secondi per inquadrare il bersaglio e sparare», ha dichiarato Chavancy lasciando intendere che i colpevoli potrebbero essere i bosniaci. Immediatamente il capo dei serbi della Bosnia, Karadzic, ha accusato i musulmani di aver ucciso il casco blu francese, ma i bosniaci hanno smentito precisando che l'attentato è avvenuto a poca distanza dalla caserma di Lukavica, roccaforte serba da cui gli uomini di Karadzic controllano l'aeroporto della capitale. Di certo è che gli attacchi contro i Caschi blu in Bosnia si moltiplicano. Ieri un convoglio dell'Onu è stato bersagliato dai miliziani serbi nel Nord del Paese. Due caschi blu pakistani sono rimasti feriti. Il fuoco è stato aperto anche contro un elicottero francese nei pressi di Sarajevo. A sparare sarebbero stati contemporaneamente serbi e musulmani. A detta del portavoce dell'Alto commissariato per i profughi Chris Janowski i serbi hanno bloccato un convoglio dell'Onu diretto alla capitale bosmaca, derubando il capo del convoglio di diecimila marchi. «Abbiamo deciso di non fornire più il carburante che serve ai serbi per motivi umanitari perché loro continuano a bloccare tutti i convogli dell'Onu che devono rifornire di benzina i Caschi blu». Sul monte Majevica le forze di Karadzic stanno preparando una nuova offensiva per ricacciare indietro l'esercito bosniaco. «Negli scontri degli ultimi giorni i serbi hanno perso alcune centinaia di uomini, mentre 150 dei loro soldati sono nostri prigionieri a Tuzla», ha dichiarato il comandante del secondo corpo dell'esercito bosniaco stazionato a Tuzla. Le battaglie infuriano a Velika Kladusa, a Nord dell'enclave di Bihac, zona protetta dall'Onu in Bosnia occidentale dove ci sono state più di 400 esplosioni di granate. Ingrid Badurina Il Casco blu francese è appena stato colpito, i compagni lo soccorrono