Finanza, arresto eccellente

l'inchiesta partita da Pinerolo: mazzette per accertamenti «morbidi» l'inchiesta partita da Pinerolo: mazzette per accertamenti «morbidi» Finanza, arresto eccellente E' il comandante del nucleo di Bologna TORINO. Era il braccio destro del pm di Ravenna Francesco Mauro Iacoviello, il magistrato che indaga sui buchi dei bilanci FerruzziMontedison, e sulle imprese della lega delle cooperative: Giuseppe Mancini, tenente colonnello della Guardia di Finanza, comandante del nucleo di polizia tributaria di Bologna, è stato arrestato nella notte tra venerdì e sabato a Torino con l'accusa di corruzione. Dopo un lungo interrogatorio davanti al gip e alcune ammissioni ha ottenuto gli arresti domiciliari. Un'accusa pesante, questa corruzione, per un ufficiale che negli ultimi mesi è stato co-protagonista di inchieste importanti, storiche. Come quella su Mediobanca. Il 20 aprile dello scorso anno lui aveva guidato la perquisizione nel santuario della finanza italiana: i suoi finanzieri avevano portato via i verbali delle riunioni svolte tra tra i vertici Montedison- Ferruzzi e Mediobanca. Un mese più tardi lui aveva personalmente recapitato in via Filodrammatici quattro avvisi di garanzia eccellenti, destinati a Cuccia, Vincenzo Maranghi, Gerardo Braggiotti e Maurizio Romiti. Un uomo fidato, un investigatore di cui la Procura aveva grande stima: e così a metà marzo il tenente colonnello Mancini aveva partecipato con il pm Iacoviello all'interrogatorio chiave dell'inchiesta, quello di Enrico Cuccia, sentito a Milano per tre ore sui segreti del caso Ferruzzi. L'altra notte invece è toccato a Mancini raccontare quanto sapeva delle tangenti pagate da imprenditori e commercialisti ai militari della Guardia di Finanza, per garantire accertamenti fiscali morbidi. Uno scandalo che era scoppiato a Pinerolo il 20 febbraio scorso: in carcere erano finiti in undici, compreso l'ex sindaco della città, il de Camusso. Il nome più importante? Quello dell'ex comandante della Guardia di Finanza di Pinerolo, il capitano Antonio Rinaldi, arrestato per concussione. Più imprenditori, costruttori edili, commercialisti, consulenti del lavoro, accusati di aver pagato fior di mazzette all'allora tenente Rinaldi perché la Finanza chiudesse un occhio sulla loro contabilità. Il blitz, ribattezzato «Operazione Tramontana», era stato ordinato dal procuratore di Pinerolo, Giuseppe Marabotto. Ma ben presto all'indagine si erano associati i procuratori aggiunti di Torino Maurizio Laudi e Marcello Maddalena (che è anche capo della Procura distrettuale antimafia). L'inchiesta aveva fatto emergere a carico di Rinaldi 49 episodi avvenuti nel periodo 1977-1991: richieste di denaro per centinaia di milioni. Una prassi consolidata, a Pinerolo, un sistema durato almeno 15 anni. Il Comando Regionale della Guardia di Finanza aveva dichiarato: «La situazione è stata azzerata». Nel frattempo infatti in quella caserma finita nella bufera era cambiato tutto, tutti trasferiti in altra sede, spesso con incarichi non operativi. Sembrava che fosse finita. Invece no. La Procura ha individuato la responsabilità di Mancini, che in quegli anni era comandante del Gruppo di Torino della Guardia di Finanza da cui dipende la tenenza di Pinerolo. Secondo l'accusa, avrebbe intascato alcune mazzette da 50-60 milioni alla volta per «coprire» dai controlli le aziende appartenenti ad alcuni suoi amici. Episodi emersi dalle confessioni rese a febbraio dagli arrestati. Ieri l'ufficiale è stato convocato a Torino. E alla fine ha ammesso. Brunella Giovara Il colonnello Giuseppe Mancini