BEATO CHI SALVA UN AGNELLO LA PASQUA CONSUMISTA di Guido Ceronetti

BEATO CHI SALVA UN AGNELLO LA PASQUA CONSUMISTA BEATO CHI SALVA UN AGNELLO S ULLA distruzione consumistica, industriale, ingentissima, di animali a sangue caldo eccessivamente miti quando cadono queste strazianti feste religiose, vale la pena che anche una pagina politica dica qualcosa. Trattandosi di un ottimo affare, industriale-commerciale e turistico, parlarne sveglia subito il cane politico, nella sua funzione di guardiano degli affari. Ma la faccenda riguarda un po' tutto, in quanto un consumo di massa è costume, è comportamento, e un consumo di massa che gronda sofferenza e sangue di esseri viventi non è un fatto privo di conseguenze... Di conseguenze che la ragione calcolante non può mettere in percentuali. Si tratta di conseguenze che non si vedono. Ma nessun atto passa senza lasciare un segno. Tiratemi fuori dai libri un qualsiasi Greco antico e vi dirà che uno o dieci animali sacrificati possono chiamarsi un rito propiziatorio, ma trecento-cinquecentomila messi in fila per macellazione in serie e poi a sgocciolare in giganteschi mer cati refrigerati, per milioni di bocche indifferenti, e neppure affamate, in base ad un appuntamento col calendario, sono peccato di Yibris, di Misura Oltrepassata, di legge divina violata, il più certo dei peccati, in qualsiasi società o tempo, e l'unico che non resti mai impunito, l'unico che non sia perdonato. Non ho tabelle. Immagino che la sola Europa occidentale consumi, nei giorni di Pasqua, tra cristiani, atei, ebrei e musul mani acclimatati, qualche milione di capi ovini. Tutto questo in città e campagne da cui la festo sita della festa è da un pezzo sparita. Ci vuole ragnello/wr/&éè Pa squa. Ma perché è Pasqua? si chiede l'agnello? Allora ecco: beati quelli per cui non è Pasqua e che, immemori di ogni Pasqua, ma non del legame nostro con tutto, mangeran- Guido Ceronetti CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA

Persone citate: Greco

Luoghi citati: Europa