NON SEGUIRE IL MONDO CARTESIANO STAI NEL VAGO CON IL FUZZY PENSIERO

NON SEGUIRE IL MONDO CARTESIANO STAI NEL VAGO CON IL FUZZY PENSIERO NON SEGUIRE IL MONDO CARTESIANO STAI NEL VAGO CON IL FUZZY PENSIERO mostra invece che ci imbattiamo in una realtà mutevole, più grigia che nettamente bianco o nera. Piuttosto diversa, cioè, da come voleva Aristotele e tutta la scia di matematici e scienziati che si sono scervellati per far coincidere la logica del pensiero con la materia. Più la conoscenza si addentra nella complessità del creato e più il sistema di regole simboliche appare inadeguato. Un signore come Heisenberg mostra che non tutti gli enunciati della fisica sono necessariamente veri o falsi. Un altro genio, Einstein, dice: «Nella misura in cui le leggi della matematica si riferiscono alla realtà non sono certe. E nella misura in cui sono certe, non si riferiscono alla realtà». Il calcolo delle probabilità trasformò l'intero universo in un gigantesco casinò, rendendosi conto che spesso la natura preferisce seguire le leggi irrequiete del caso. E' a partire da queste considerazioni che Bart Kosko (allie¬ con sospetto la banda di eccentrici colleghi Fuzzy. William Kahan di Berkeley, per esempio, disse che la teoria fuzzy è «errata e perniciosa, è la cocaina della scienza. Abbiamo bisogno di più pensiero logico, non di meno». E mentre l'Occidente si arroccava nel proprio schematismo logico, i giapponesi cominciavano a travasare lo zen nei microchip, ottenendo i risultati sorprendenti. Pensando «fuzzy» si costruiscono macchine intelligenti che scelgono autonomamente in base alle necessità occasionali, dalle lavatrici ai programma per investire in borsa, dai cuociriso alle docce, dalle metropolitane ai missili. Ma Bart Kosko non si ferma alle meraviglie degli elettrodomestici. Attraverso la breccia aperta dal nuovo modo di pensare, si riaffacciano tutte le questioni che il positivismo scientifico aveva degradato, relegandole sul piano delle cose indimostrabili dunque inutili. Col pensiero fuzzy, suggerisce vo di Zadeh) ha capito «un bel giorno che la scienza non era vera». Ha capito che le cose, viste da vicino, sono fuzzy. Mostrano contorni imprecisi, sfrangiati: ciò che una cosa è coesiste con ciò che quella cosa non è. E la logica fuzzy si è sviluppata fino a diventare una teoria generale della conoscenza. Kosko e i suoi amici hanno insistito costruendo, teorema dopo teorema, una matematica che «possa adattarsi ai fatti». I capisaldi? A differenza della logica binaria, la logica fuzzy sostiene che «tutto è questione di misura, anche la verità». E ancora: «la logica vaga (in qualche modo sinonimo di logica fuzzy) ha enunciati che sono veri in qualche misura tra 0 e 1. Pertanto non è necessario che la legge di Aristotele del terzo escluso, A o Non-A, valga al 100%. La contraddizione A e Non-A inoltre può valere in una misura maggiore dello 0%». L'establishment scientifico ha ovviamente guardato subito Kosko, si potrà di nuovo affrontare l'etica, l'ordine del mondo, la giustizia, l'anima. Nel suo rutilante saggio convivono i diagrammi cartesiani col contratto sociale, il cubo di Rubile con l'integralismo islamico, l'erotismo con i cyborg. Anche la morte non sarà più la stessa. L'ingegneria molecolare, condita di fuzzy, potrà rendere chiaroscuro il confine tra aldiquà e aldilà. E Kosko, coerentemente, ha deciso di farsi ibernare il cervello in attesa di essere scongelato in un futuro del mondo più fuzzy. Quando gli obiettano che la sua mossa è una stupida utopia risponde: «Certo non scommetto la vita sull'ibernazione, ma sono felice di scommettere la morte». Bruno Ventavo!! Bart Kosko Il fuxzy-pensiero Baldini & Castoldi pp. 365. L 34.000