UNA MASSONERIA ANDANTE CON LUMI

UNA MASSONERIA ANDANTE CON LUMI UNA MASSONERIA ANDANTE CON LUMI Basso e la musica del '700 Saint Germain, il Café Procope nel palazzo di fronte al quale si sarebbe installata, nel 1689, la ComédieFrangaise, su questo famoso scienziato veniamo a sapere che aveva scritto una pièce teatrale intitolata Pygmalion, soggetto che avrebbe interessato Rousseau, il quale conobbe Procope al tempo della creazione de Le devin du village, durante il soggiorno del 1752 a Passy in casa dell'amico Massard, dove si davano convegno anche l'abate Prévost e la cantatrice Cristina Somis, sorella del violinista e compositore torinese Giovan Battista e sposa del pittore Carle Va Loo... eccetera. L'altro volto del libro è rappresentato dal quadro storico e da una robusta traccia per ricostruire la storia di alcune idee-chiave del pensiero settecentesco, musicale e non. Ne viene fuori una immagine diversa, molto dinamica e contraddittoria dell'età dei Lumi, dove la cultura massonica, straordinariamente diffusa in ogni settore della società colta, alimentava le correnti irrazionalistiche e misteriosofiche, le propensioni mistiche e rituali, l'interesse per l'alchimia, l'astrologia, la cabbala, la magia. E' questa direi, l'acquisizione fondamentale che gli studi musicali sul Settecento, e, penso, non solo non risponD'altronde ollega ordini mi sot litàsarvedstilMocontesaspperche re il primo posto tra le espressioni dello spirito, la massoneria stimolava infatti l'editoria, il commercio delle partiture, il teatro, ma soprattutto la nuova pratica del concerto pubblico che da Londra (concerti Salomon) a Parigi (la «Loge Olympique» e il «Concert Spirituel» di Le Gros) a Vienna (la Tonkùnstler Sozietat) ha documentate radici massoniche perché «l'unione di musica e architettura, sotto il segno protettivo di Apollo, era di quelle che la massoneria, nata dai costruttori di cattedrali, indicava tra le più consone alla propria ideologia»: come l'architettura la musica è numero, proporzione e calcolo necessari per riportare all'ordine ed all'armonia il caos primigenio. Purtroppo Basso non si addentra nei problemi musicali e lascia a bocca asciutta il lettore desideroso di sapere se esisteva il linguaggio comune della musica massonica, se il vastissimo repertorio di questi canti sia giunto a fissare o no una base stilistica cui eventualmente attinsero Mozart e Beethoven, se, in corrispondenza di immagini ricorrenti, si definirono stilemi ritmici, melodici, armonici, e così via. Ad esempio ci domandiamo: nell'inno alla gioia della Nona Sinfonia è entrato qualche elemento «tradizionale» tratto dalle quaranta intonazioni diverse del testo di Schiller pubblicate da musicisti oggi pressoché sconosciuti a Dresda, Norimberga, Stoccarda, Lipsia, Berlino, Hannover ecc. tra il 1786 e gli Anni 2" dell' Ottocento? Il libro non risponde a questa domanda. D'altronde, in 733 pagine contiene un solo esempio musicale, il che mostra in modo eloquente ciò che i suoi interessi accolgono e che cosa escludono. Alla fine, comunque, il lettore possiede una traccia sicura per approfondire alcuni fondamentali temi culturali: l'idea della gioia, ma anche altri, non meno determinanti. Ad esempio il tema del Messia come simbolo e compendio della carica profetica ed escatologica che attraversa il secolo dei lumi; oppure l'idea della «cultura della conversazione» in cui Basso individua l'essenza dello spirito di affiliazione alle logge massoniche dove primaria era «l'esigenza di commentare ciò che la storia e l'attualità offrivano»: un'«arte del conversare» che - Basso non lo dice - a ben vedere, ritroviamo pari pari nello stile classico viennese di Haydn, Mozart e Beethoven i cui legami con la cultura e la società settecentesca appaiono, anche sotto questo aspetto, sempre più imprescindibili per la comprensione di ima civiltà che sta alla base del mondo moder- questi, traggono dal libro di Basso: una visione del secolo alquanto diversa dalla solita, vale a dire l'immagine di mi mondo in cui le idee murninistiche, consapevoli della loro portata rivoluzionaria, avevano bisogno di nascondersi sotto il manto della segretezza e del mistero: «Il razionalismo - scrive Basso si impadroniva così della mistica neoplatonica medioevale, del panteismo rinascimentale, del pietismo barocco, del deismo moderno e li usava come deterrenti, senza accorgersi che l'operazione acquistava un sapore quasi satanico, che aveva in sé certamente qualcosa di magico e persino di perverso. Sul lato opposto il ricorso al segreto, che è sempre un segreto di élite, accentuava il ruolo mistico del messaggio razionalista e induceva i praticanti più alla contemplazione che all'azione, più allo studio e alla speculazione che all'intervento diretto sulla società». Nei riti dell'occultismo luminista (singolare ossimoro) la musica aveva una parte preponderante, e qualsiasi studio sulla vita delle logge massoniche non può, evidentemente, prescindere dalla considerazione dello straordinario benessere musicale diffuso nell'Europa centrale del tempo. Nei decenni in cui la musica si avviava ad occupa¬ Paolo Galìarati

Luoghi citati: Berlino, Dresda, Europa, Londra, Norimberga, Parigi, Saint Germain, Stoccarda, Vienna