Giochi di guerra con Van Damme e l'ultimo julia

Giochi di guerra Giochi di guerra Con Van Damme e l'ultimo Julia RICAVATO da un videogioco famoso e girato come un videogioco chiassoso, il film esagerato e divertente è l'ultimo interpretato da Raul Julia prima della morte ed è a lui dedicato: «For Raul, yaya con Diós». Magrissimo, pallidissimo, con la faccia scavata e gli occhi incavati, Julia è un paranoico dittatore di tipo nazista (divisa rossonera, berretto militare, stivali, simbolo rappresentante un teschio alato) che vuol padroneggiare il mondo e sequestra un gruppo di ostaggi. Tra armi letali e arti marziali, lo combatte e vince, soprattutto a calci, JeanClaude Van Damme, comandante dei Baschi Azzurri delle Nazioni Alleate. Cose divertenti? Un esperto d'arti marziali al servizio del dittatore, certo Vega (è Jay Tavare) che porta una lunga ricca treccia nera e combatte a torso nudo, in pantaloni, fascia e scarpini da torero, con l'accompagnamento della classica aria della «Carmen» «E' l'amore uno strano augello». Uno scienziato prigioniero del dittatore, incaricato della realizzazione d'un Perfetto Guerriero Genetico umano, che per contrastarne l'addestramento cerebrale alla violenza gli proietta, anziché immagini guerresche e atroci, immagini di sposi all'altare, bambinetti biondi, prati fioriti e Martin Luther King. Lo sgomento e sbalordimento finale degli sgherri del dittatore: «Ma comelll generale era il Cattivo?». Tutti, combattendo, urlano fortissimo: specialmente nei duelli che oppongono Julia e Van Damme oppure un gigante dittatoriale e un enorme lottatore di sumo democratico. Il telegiornale internazionale mostra immagini uguali per tutti ma variamente commentate in differenti lingue da sei telegiornalisti disposti a cornice sul teleschermo; e l'ardita telereporter asiatica sa fare salti altissimi, voli strepitosi. Il film girato fra Thailandia e Australia, ambientato in un universo indefinito e innominato, è diretto dal debuttante Steven E. de Souza, sinora sceneggiatore di film d'azione come «Trappola di cristallo», in modo corretto e qualsiasi. Fornisce pure un insegnamento antidittatura: «Se i buoni non si oppongono, sono già colpevoli». [1. t.) STREET FIGHTER SFIDA FINALE di Steven E. de Souza con Jean-Claude Van Damme, Raul Julia, Ming-Na Wen Avventuroso Usa, 1994 Cinema Vittoria di Torino; Manzoni di Milano; Metropolitan, Maestoso 4, Savoy 1 di Roma

Luoghi citati: Australia, Milano, Roma, Thailandia, Torino, Usa