«Come due coccodrilli» di Campiotti Dolori e gioie d'un ex bambino di Lietta Tornabuoni

«Come due coccodrilli» di Campiotti PRIME CINEMA «Come due coccodrilli» di Campiotti Dolori e gioie d'un ex bambino L* ENERGIA, l'impegno e le polemiche del regista Giacomo Campiotti, 38 anni, nato a Varese, allievo di Olmi, già autore di «Corsa di primavera» (1989), hanno vinto. Questo film presentato al festival di Locamo e vincitore di diversi riconoscimenti internazionali, che per mesi non aveva trovato cinema in cui presentarsi agli spettatori italiani, ha evitato la condanna all'inesistenza che cancella altri, è arrivato a uscire in sette città: a testimonianza del fatto che per certi film italiani persino la più ovvia normalità dev'essere conquistata battagliando; che protestare, muoversi e battersi possono servire più della passiva amarezza. Meno male: è un film interessante e sottile che mescola forti sentimenti e piccoli misteri, la dannazione famigliare e la vendetta inutile, una storia solida e uno stile personale, in una vicenda che fa pensare al racconto biblico di Giuseppe e dei suoi fratelli. In una casa elegante a Parigi, l'antiquario italiano Fabrizio Bentivoglio dorme ed evoca nel sogno la felicità vissuta da bambino accanto alla madre senza marito: i giochi con la giovane donna vivace e bella, le filastrocche puerili trasformate in affermazione orgogliosa d'autonomia («siamo forti noi, come due coccodrilli»), le visite troppo brevi del padre. Al mattino, nel dépliant illustrativo degli oggetti in vendita a un'asta italiana, l'antiquario riconosce un vaso stupendo e squisito di vetro azzurro: parte in fretta per l'Italia e in viaggio o nel paese sul lago dell'infanzia, Varenna, s'intrecciano la sua sterile vendetta e la dolente memoria dell'infelicità vissuta da ragazzo quando, morta la madre, il padre aveva portato lui e il fratellino a vivere nella propria famiglia ufficiale, provo- cando rivalità, gelosie e odii dei fratellastri, mai superati e tali da sopraffare anche l'amore tra fratelli. L'intensità pudica con cui Campiotti (anche autore della sceneggiatura insieme a Alexander Adabachan e Marco Piatti) racconta il dolore dei bambini e le difficoltà dei legami di famiglia somiglia a quella di Susanna Tamaro; il montaggio tra passato in bianco e nero e presente a colori non è affatto meccanico ma emotivo, necessario; il gusto di narrare trova interpreti giusti anche in Giancarlo Giannini, un padre malinconico inadempiente e provvido, in Valeria Golino radiosa e seducente come ogni madre giovane nel ricordo. La canzone «Latin Lover» scritta e cantata da Lucio Dalla, gran sostenitore e propagandista del film, comunica uno struggimento avido e nostalgico, commovente. Lietta Tornabuoni COME DUE COCCODRILLI di Giacomo Campiotti con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Giancarlo Giannini, Sandrine Dumas Drammatico Italia 1994 Cinema Charlie Chaplln 2 di Torino; Anteo di Milano; Capranlchetta, Greenwlch 2 di Roma Bentivoglio tra sogni commozione, ricordi L'attore Fabrizio Bentivoglio A destra: Raul Julia nel film

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