La storia del Centro, tra affari, sogni e sangue

La storia del Centro, tra affari, sogni e sangue La storia del Centro, tra affari, sogni e sangue UNA COMUNITÀ' NELLA BUFERA AURO Rostagno l'hanno ammazzato in una strada buia, sotto la rocca di Erice, la sera del 26 settembre del 1988. A due cose stava dedicando la sua vita pubblica: denunciava la mafia dagli schermi di una piccola emittente di Trapani chiamata Rtc e tentava il recupero dei tossicodipendenti nella comunità Saman, che aveva fondato dieci anni prima. Dopo il suo assassinio la trasmissione televisiva è andata avanti per qualche tempo, condotta da un pupazzo a cui un gruppo di amici di Rostagno faceva da ventriloquo e la comunità Saman ha proceduto, fino a ieri, sotto la guida dell'altro fondatore, Francesco Cardella. Ma, in entrambi i casi, non era la stessa cosa. Perché i pupazzi, qualunque cosa dicano, non hanno il cuore degli uomini. Non fanno paura e non sono credibili. Saman è una parola sanscrita, vuol dire canzone, la canzone che emerge dal caos e genera ordine. Ora stanno cercando di mettere ordine negli oscuri conti di questa comunità che si era espansa al punto di avere sei centri in tre regioni. Tentano di riscriverne la storia. E la storia è soprattutto quella di due uomini, Rostagno e Cardella, che si somigliavano come il giorno e la notte, eppure sono stati amici e soci, perché nulla, in fondo, è più inseparabile del giorno dalla notte. Rostagno nasce a Torino, da genitori operai Fiat. Studente dai rosminiani e poi dai salesiani, sposo e padre a 17 anni, dirigente della federazione giovanile del psiup, fa per un periodo l'operaio poi torna agli studi: prima alla Bocconi, poi a Trento dove diven- ta amico di Renato Curdo e si laurea in sociologia con 110 e lode. Fonda Lotta Continua, poi si traferisce in Sicilia dove svolge la sua attività politica in difesa del sottoproletariato. Nel '76 torna a Milano, si candida alle elezioni nella lista «Il godere deve essere operaio», poi apre un locale alternativo, il Macondo, insieme con un gruppo di amici tra cui Francesco Cardella, che è arrivato all'appuntamento attraverso un differente percorso. Cardella nasce a Trapani da famiglia della borghesia medio al¬ ta. Il padre è direttore alle Poste (dove la sorella Giuseppa, arrestata ieri, era funzionaria). Francesco si laurea in Scienze politiche con 110 e lode e la dignità di stampa. Comincia a lavorare come giornalista, annusa l'aria all'Ora, poi passa al concorrente Telestar, edito dai costruttori Cassina. In città è conosciuto come «Cicci», uno dei protagonisti dello struscio serale, nel quale fa spesso sapere che lui «andrà lontano». Fino a Milano, per la precisione. Mentre Rostagno si batte nell'ala morbida di Lotta Conti¬ nua e conia lo slogan «zuppe ai derelitti, non piombo agli oppressori», Cardella annusa garofani e soldi. Conosce Adelina Tattilo, editrice vicina al psi, e si lancia anche lui nell'editoria. Rileva «Abc», nato come rivista culturale, e ne fa un giornale erotico. Visto che il filone paga, si dedica al porno spinto, quello venduto in edicola dentro buste cellophanate. Frequenta l'architetto Filippo Panseca e da lui viene presentato a Craxi. Ma il colpo gobbo lo fa con Savinelli, re delle pipe, di cui sposa la figlia. Ora è un uomo rie- co, anche se con qualche problema. Si racconta che la sua signora si fosse presa in casa un orango e che l'animale si fosse affezionato molto a lei e molto meno a Cardella, che accoglieva in modo violento. Forse anche per questo il matrimonio finisce, ma a Cardella restano molti soldi. Abbastanza per potersi ripresentare a Trapani con lo yacht e la Bentley che presterà a Craxi per un tour elettorale nel Trapanese durante il quale i due sosteranno insieme sotto la lapide a Calatafimi nella quale è incisa la frase di Ga- ribaldi «Qui si fa l'Italia o si muore». Con meno ambizione, poco lontano da lì, invece, si fa una bella comunità di arancioni. Folgorato da una fede simile a quella del fratello di Craxi, Francesco Cardella si converte e Mauro Rostagno (ribattezzato Sanatano) con lui. Nei terreni vicini alle proprietà della famiglia Cardella nasce il primo centro, presto riconvertito in comunità per il recupero dei tossicodipendenti e «per la cura di tutti quelli che hanno difficoltà a vivere». Si en¬ tra attraversando una hall di vetro degna di un albergo. Ci sono un grande giardino, una piscina, una sala da pranzo all'aperto, quattro cupole dorate, una sala dipinta di rosso per la meditazione. Sveglia alle cinque, poi giornata quasi libera, per pensare e fare piccole attività, tutti vestiti di bianco. San Patrignano è lontana anni luce, almeno all'inizio. Muccioli, un nemico contro cui scagliarsi. Poi, le cose cambiano. Gli uomini no. Quello che sono, restano. Fino alla fine. La fine di Mauro Rostagno è in quella strada buia, sotto la rocca di Erice, con il corpo già ferito dai colpi di fucile che trova la forza per farsi scudo e proteggere la persona che era in auto con lui, mentre il sicario gli dà il colpo di grazia con la pistola. Cardella va avanti. Con vecchi e nuovi compagni di strada, su vecchie, nuove strade. Cambia opinione su Muccioli, di cui diventa amico. Nel quarto anniversario dell'omicidio la commemorazione di Rostagno è affidata a Paolo Liguori. La prossima, chissà dove sarà fatta e da chi. Sarebbe giusto la facesse Carla Rostagno, sorella di Mauro, che ha rotto con il resto della compagnia ed è rimasta a combattere contro l'archiviazione dell'inchiesta sull'omicidio di Mauro. E' stato il suo legale, Carlo Palermo, a chiedere al giudice di indagare su dove finissero i fondi pubblici concessi alla Saman, una parola che vuol» dire canzone, ma solo se la voce è quella di un uomo giusto. Altrimenti, sono solo canzonette da pupazzi. Gabriele Romagnoli Uno dei fondatori, Francesco Cardella ha mosso i primi passi nell'area socialista Editore di un giornale erotico prestò la sua Bentley a Bettino Craxi A sinistra un'immagine della comunità di Saman: in primo piano si vedono Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia alcuni anni fa, con la moglie Chicca. Sopra Francesco Cardella in una foto di Mimmo Frassineti (Agf). Sotto Adelina Tattilo

Luoghi citati: Erice, Italia, Milano, Sicilia, Torino, Trapani, Trento