Trapani: in cella il leader e la moglie e la figlia del fondatore Mauro Rostagno, ucciso 7 anni fa dalla mafia Manette nella Comunità antidroga
Trapani: in cella il leader e la moglie e la figlia del fondatore Mauro Rostagno, ucciso 7 anni fa dalla mafia Trapani: in cella il leader e la moglie e la figlia del fondatore Mauro Rostagno, ucciso 7 anni fa dalla mafia Manette nella Comunità antidroga Truffa miliardaria a «Saman», quattro arresti TRAPANI NOSTRO SERVIZIO Il vertice della comunità per il recupero di tossicodipendenti «Saman» è finito in prigione. A Milano agenti di polizia della Digos di Trapani e della squadra mobile locale hanno arrestato il giornalista dalle vulcaniche attività Francesco Cardella, 55 anni, grande amico di Craxi, Martelli e degli altri del fu establishment del garofano, che con il sociologo e giornalista torinese Mauro Rostagno fondò nel 1981 la comunità. Con lui sono state prelevate Elisabetta «Chicca» Roveri di 45 anni compagna di Rostagno fino al suo assassinio il 26 settembre del 1988, e la figlia del sociologo Monica di 25 anni. A Trapani, dov'è dipendente delle Poste, invece i militari della Guardia di Finanza hanno arrestato Giuseppina Cardella, 47 anni, sorella di Francesco. Sono accusati di associazione a delinquere per truffa, sarebbero state riscontrate varie irregolarità nella gestione dei contributi pubblici. Sui libri contabili della «Saman», che a 14 anni dalla fondazione avvenuta quasi in sordina in una vecchia e bellissima masseria in contrada Lenzi a Valdelice, nella cintura trapanese, polizia e Guardia di Finanza avevano posato gli occhi da tempo. L'inchiesta, come ha riferito il questore di Trapani Giovanni Finazzo, era partita da un'interrogazione presentata alla Camera nel luglio dell'anno scorso da alcuni deputati progressisti fra i quali Giuseppe Di Lello, per tanti anni giudice antimafia nel pool palermitano, e il leader delle associazioni antiracket siciliane Tano Grasso. Vi si sosteneva, tra le tante contestazioni riguardanti in parte anche i criteri terapeutici, che malgrado «gli ingenti finanziamenti pubblici, le comunità Saman avanzano ai parenti degli ospiti richieste di sovvenzioni motivate o da necessità delle comunità o dei ragazzi, alle quali le sovvenzioni non vengono poi destinate». In serata è arrivata una nota della comunità «Saman». Vi si afferma che «nel proprio lavoro che per anni è cresciuto senza alcun aiuto dello Stato, quando non di fronte ad una esplicita utilità, Saman ha sviluppato metodologie innovative e raccolto risultati riconosciuti da tutti». Nella nota si rileva anche che anni di lavoro possono essere ora compromessi «da un'iniziativa giudiziaria inutilmente clamorosa». Sono at¬ tualmente 19 con 670 assistiti i centri della «Saman» in tutt'Italia, tre dei quali a Trapani e Valdelice. A Cardella e alla Roveri in particolare si imputa l'utilizzazione «allegra» di somme assegnate per corsi di formazione professionale frequentati dagli ospiti delle loro sedi e si parla perfino di un impianto industriale in provincia di Cosenza e di alcune cooperative satellite realizzate dalla Saman con i fondi destinati alle attività terapeutiche. Gli ordini di custodia cautelare sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari trapanese Maria Bellegrandi su richiesta del sostituto procuratore Michele Calvisi. Da tempo a Trapani si sussurrava di possibili connessioni tra le presunte irregolarità amministrative della «Saman» con l'omicidio di Rostagno. Di certo è che quando mesi fa la procura della Repubblica di Trapani chiese l'archiviazione del caso Rostagno, il gip si oppose e invitò a indagare anche nella gestione della «Saman». Gli inquirenti fino ad allora avevano urtato contro un muro cercando mandanti e killer fra mafiosi e trafficanti di droga. Antonio Ravidà
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