Rivelazione del Washington Post, ammissione a denti stretti della Casa Bianca «Iran e Usa complici in Bosnia»
Rivelazione del Washington Post, ammissione a denti stretti della Casa Bianca Rivelazione del Washington Post, ammissione a denti stretti della Casa Bianca «Iran e Usa complici in Bosnia» Teheran manda armi ai musulmani, col sì di Clinton LA GUERRA SEGRETA LNEW YORK A Bosnia non sta rispettando l'embargo militare. Negli ultimi sei mesi ha ricevuto grosse quantità di armi e il suo fornitore è l'Iran. La rivelazione è stata fatta ieri dal «Washington Post», ma la sua parte più clamorosa è che questo traffico sta avvenendo con il tacito consenso degli americani. Non siamo proprio a una riedizione dello scandalo del colonnello Oliver North, quando si scoprì che gli Stati Uniti di Ronald Reagan ufficialmente biasimavano gli alleati occidentali per la loro «mollezza» nei confronti dell'Iran e sottobanco fornivano al medesimo Iran le loro armi, ma la cosa ha fatto una certa sensazione. Ancora una volta, sui rapporti sotterranei fra Washington e Teheran si apre uno squarcio destinato a imbarazzare l'Amministrazione americana. Le armi destinate al governo musulmano della Bosnia, secondo la rivelazione, passano per la Croazia, che a mo' di pagamento per i suoi servigi ne trattiene una certa quantità. Principalmente si tratta di mitragliatrici Uzi che si trovavano da tempo nei magazzini militari iraniani, in quanto furono comprate in Israele quando a governare l'Iran c'era ancora lo scià Reza Pahlevi. Non sono in grado di «fare la differenza», dicono gli esperti militari, perché per pareggiare le forze con i serbi i musulmani di Bo- snia avrebbe bisogno di carri armati e artiglieria pesante. Ma mettono i musulmani in grado di fronteggiare meglio i nemici. Gli americani, che da sempre considerano i musulmani le vittime e i serbi gli aggressori, secondo il «Washington Post» hanno visto con favore il nascere e lo svilupparsi di questo traffico. Non ci sono prove che lo abbiano anche «incoraggiato», ma è un fatto che nessuna azione è stata intrapresa per impedirlo. L'embargo militare nei confronti della Bosnia è stato decretato dall'Onu nel 1991, quando ancora ci si illudeva che in questo modo sarebbe stata bloccata la guerra fra musulmani e serbi. Poi, con l'ingresso di Bill Clinton alla Casa Bianca, gli Stati Uniti avevano preso decisamente partito in favore dei musulmani, contestando il piano di spartizione del territorio su cui si stava lavorando perché - disse il segretario di Stato Warren Christopher nel suo primo intervento all'Onu - si stava «premiando l'aggressore». A un certo punto, visto che nessuno riusciva ad arrestare la guerra, Washington propose di togliere l'embargo militare, affinché i musulmani potessero difendersi dai serbi, ma Gran Bretagna e Francia, con un occhio ai gravi rischi che avrebbero corso i loro caschi blu in Bosnia, si opposero. Da allora però tutti sanno che il desiderio della Casa Bianca era quello di consentire alla Bosnia di armarsi. Ora questo desiderio sembra essersi realizzato attraverso il meno immaginabile degli «alleati»: quell'Iran che gli Usa continuano a dipingere come il Paese terrorista per antonomasia e per il cui isolamento nella scena politica mondiale lavorano attivamente ogni giorno. Attualmente, come si sa, i loro sforzi sono concentrati nel convincere la Russia a non fornire all'Iran dei reattori nucleari. Il portavoce della Casa Bianca, Mike McCurry, ha negato che l'Amministrazione abbia «attivamente» partecipato a mettere in piedi il traffico di armi fra Iran, Croazia e Bosnia. Ma ha ammesso che anche ai servizi segreti americani risulta che quel traffico sia in corso e che «non ci sarebbe da stupirsi» se si scoprisse che il fornitore è l'Iran. Ma lo ha detto senza nessuna condanna. Anzi, secondo lui una maggiore forza militare a disposizione della Bosnia non renderebbe più difficile la ricerca della pace ma addirittura la faciliterebbe, perché i serbi sarebbero più «invogliati» a trattare in buona fede. Quanto al fatto che gli Stati Uniti non si sono impegnati molto per far rispettare l'embargo militare nei confronti della Bosnia, McCurry ha precisato che non è colpa della Casa Bianca. C'è una risoluzione del Congresso a imporre un tale comportamento. [f. p.] A Sarajevo mitragliene israeliane Uzi comprate dallo Scià Alija Izetbegovic è presidente della Bosnia-Erzegovina dal 1990
Persone citate: Alija Izetbegovic, Bill Clinton, Clinton, Mike Mccurry, Oliver North, Reza Pahlevi, Ronald Reagan, Warren Christopher
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