Pioggia sulla storica Via Crucis
A fatica, zoppicando, Giovanni Paolo II ha guidato la processione soltanto per le prime due stazioni A fatica, zoppicando, Giovanni Paolo II ha guidato la processione soltanto per le prime due stazioni Pioggia sulla slorica Via Crucis La croce portata per la prima volta da 3 donne CITTA' DEL VATICANO. Papa Wojtyla ha voluto una «Via Crucis» fortemente all'insegna del femminile: nell'anno mondiale della Donna Giovanni Paolo II ha dato un chiaro segnale, nel corso di una delle più importanti, e certamente una delle più spettacolari, cerimonie della liturgia cattolica. Una presenza estremante significativa persino nei testi. La «Meditazione» che Papa Wojtyla ha pronunciato al termine del «cammino», è stata scritta da una suora protestante, Minke de Vries, badessa del monastero svizzero di Grandchamp. «Madre di Cristo - ha detto il Papa - tu che stavi sotto la Croce, conduci i nostri cuori attraverso tutti i colossei della storia dell'uomo». Ma l'impronta del «femminile» nella «passione» al Colosseo è stato ancora più visibile di questo. Il Papa, claudicante, ha portato la croce di legno scuro fino alla seconda stazione, dove una donna, suor Maatje, l'ha presa dalla sue mani. Ancora una donna, una madre di famiglia, Adriana Gui¬ do, ha condotto il simbolico «testimone» per altre stazioni; e una giovane presidente di Azione Cattolica, Paola Apostoli, le ha dato il cambio, consegnando poi la croce nelle mani di un pope ortodosso moscovita. Ioann Sviridov. Le donne - ha detto più volte il Papa - soffrono in maniera particolare, in questa «umanità immersa nel dolore, in preda all'angoscia della morte, vittima della violenza e di guerre fratricide: Bosnia, cecenia, Rwanda, Burundi, Medio Oriente e Somalia». Ma la sua personale «Via Crucis» Giovanni Paolo II l'aveva iniziata ben prima. Ha cominciato la sua giornata «pubblica» ascoltando, come un semplice sacerdote, i penitenti in un confessionale della basilica di San Pietro. Una «tradizione» frutto del suo pontificato. E' sceso in basilica alle 12,10, appoggiandosi all'ormai consueto bastone. La veste bianca era coperta da una mantellina nera: un segno della volontà, in questo giorno particolare, di non essere diverso in niente da tutti gli altri sacerdoti del mondo, in questo giorno dedicato espressamente alla confessione. Una piccola folla gremiva la «crociera di san Giuseppe», a destra dell'altare maggiore. Giovanni Paolo II ha preso posto in uno dei confessionali. Un ragazzo è stato il primo a inginocchiarsi, come vuole la tradizione, di fronte alla grata; poi, fra i fedeli (dodici in tutto) scelti a caso dai «penitenzieri» della Basilica sono stati notati due militari di leva, un boy scout, una ragazza filippina e una giovane signora, in attesa di un figlio. Il Pontefice ha confessato fino alle 13,30. «Tutti volevano confessarsi, - ha detto sorridendo alla fine - ma sarebbe stato il lavoro di una settimana senza dormire. Grazie a Dio ci sono anche altri confessori». Ed è rientrato nei Palazzi, non senza aver stretto le mani dei fe¬ deli. Nel pomeriggio poi ha celebrato nella Basilica di San Pietro un rito tradizionale noi giorno più tragico per la cristianità: la «passione del Signore». E' forse l'unica cerimonia nel corso dell'anno liturgico in cui non sia prevista nè un'omelia nè un discorso del Pontefice. Ma nel corso della Passione si eleva la «preghiera universale» dell'antica liturgia romana, una preghiera a Dio per la conversione di tutti coloro che non rientrano nel «gregge». Così ieri pomeriggio Papa Wojtyla ha pregato per gli ebrei, «affinché il popolo primigenio dell'Allenza possa giungere alla pienezza della redenzione»; per i non cristiani la preghiera è stata quella di far sì che «possano conoscere la verità»; per i non credenti ha chiesto a Dio che «al di là di ogni ostacolo tutti riconoscano i segni della tua bontà e, stimolati dalla testimonianza della nostra vita, abbiano la gioia di credere in te»; e per i governanti ha pregato il Pontefice, «perché promuovano su tutta la terra una pace duratura, il progresso sociale e la libertà religiosa». Infine, le sofferenze del mondo: «Ascolta il grido dell'umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di aver ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia». Marco Tosatti La connotazione femminile del Venerdì Santo è stata confermata dal testo della meditazione che ha chiuso il «cammino» A scriverlo è stata una suora protestante A sinistra due immagini simbolo della Via Crucis di ieri, in cui per la prima volta le donne hanno portato la croce. In basso Giovanni Paolo II durante la processione. A destra il Pontefice ieri pomeriggio, in uno dei confessionali della basilica di San Pietro
Luoghi citati: Bosnia, Burundi, Citta' Del Vaticano, Medio Oriente, Somalia
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