LA MISSIONE IMPOSSIBILE DI CLINTON di Vittorio Zucconi

LA MISSIONE IMPOSSIBILE DI CLINTON VERSO IL VOTO DEL '96 LA MISSIONE IMPOSSIBILE DI CLINTON CWASHINGTON ON un ufficio decorato da foto sorridenti della «prima famiglia», un gruppetto di volontari e la necessità di raccogliere subito 45 miliardi di lire in fondi elettorali, comincia formalmente oggi in un palazzo di Washington quella che gli stessi collaboratori del Presidente hanno ribattezzato la «Impossible Mission»: la rincorsa «impossibile» di Bill Clinton alla rielezione. Manca ancora un tempo lunghissimo al voto del novembre '96, 500 giorni, ma con l'inaugurazione dell'ufficio elettorale del Presidente, i pezzi, i giocatori, la scacchiera sono ormai al loro posto. E l'esito della partita appare scontato. Nel quartier generale di Clinton regna un'aria da «...lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate...». Sembra soltanto ieri che sui giornali e nei telegiornali del mondo intero si commentava lo storico cambio di generazione alla guida dell'America, l'avvento della «Vietnam Generation». Sembrava un cambio di mare politico ed epocale che dall'America avrebbe fatto sentire le sue scosse a tutto il mondo. Ed era, invece, soltanto uno dei tanti, dei continui soprassalti di una vita politica che in America, come in tutta l'Europa, vive ormai il respiro brevissimo, quasi asmatico, di democrazie sospese fra verifiche, controverifiche, elezioni attese o negate, e campagne elettorali non stop. Anche l'America, la più antica e la più stabile delle repubbliche parlamentari, è vittima di questo perenne clima elettorale. Ma proprio in questa condizione di «campagna continua», c'è il solo elemento di speranza per lo scricchiolante carro di Clinton che oggi si avvia sul sentiero della rielezione. I fatti e i dati non gli lascerebbero speranza. Il suo «indice di eleg- Vittorio Zucconi CONTINUA A PAG. 11 SETTIMA COLONNA

Persone citate: Bill Clinton, Clinton

Luoghi citati: America, Europa, Vietnam, Washington