Il killer tradito dal Bancomat

12 Amico della vittima, l'ha ucciso per rubargli i soldi: smascherato dalle telecamere della banca Il killer tradito dal Bancomat Varese, risolto il giallo dell'armadio VARESE NOSTRO SERVIZIO Lo ha tradito la telecamera degli sportelli Bancomat, dove era andato, con poca cautela e molta ingenuità, a prelevare a più riprese i soldi dell'amico che aveva appena ucciso. Un delitto decisamente imperfetto: il giovane, incensurato, era sospettato dalla polizia fin dai primi momenti delle indagini sull'omicidio varesino, scoperto lunedì notte, e non ha fatto nulla per allontanare i sospetti. A colpire e poi nascondere nell'armadio il corpo di Giovanni Maggi, l'operaio modello di 24 anni, sarebbe stato Giosuè Rindinclla, per qualche tempo impiegato nella stessa fabbrica di materiale elettrico dove lavorava l'amico. Ha confessato l'omicidio dopo un lungo interrogatorio che si è protratto fino a tarda notte ed è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario e rapina. I duo si conoscevano da poco, ma Giovanni Maggi aveva già ospitato più volte il ragazzo che ha 20 anni nella villetta di Biumo, un quartiere residenziale, dove viveva da solo. Anche la sera prima dell'omicidio. E per Giosuè Rindinclla, sbandato da quando col divorzio dei suoi si è distrutta la famiglia, l'amico doveva essere una figura rassicurante, ma anche l'oggetto di una forte invidia: gli aveva dato una mano in varie circostanze, e aveva da parte un cospicuo gruzzolo ereditato dopo la morte dei genitori. Proprio la buona situazione economica dell'amico deve aver fatto scattare una molla nel giovane che ha vissuto a lungo in un albergo varesino e che da qualche tempo, a corto di soldi, si faceva ospitare in casa dei conoscenti. E venerdì sera, Giosuè ha tentato il colpo di mano: derubare l'amico. E' rientrato in casa Maggi, dove aveva passato la notte procedente, scardinando la finestra. Non si aspettava però che l'amico, impegnato nel turno di lavoro in fabbrica, ritornasse a casa così in fretta. Giovanni Maggi, che ha colto il ragazzo sul fatto mentre rubava in casa sua, ha reagito. C'è stato un litigio, i due hanno urlato. Poi quella pentola trovata sul piano della cucina e lanciata con forza sul cranio del padrone di casa fino a sfondarglielo. Giovanni, nonostante il colpo, si sarebbe ripreso e Giosuè avrebbe tentato allora di strangolarlo. Una sequenza da incubo. Resta da chiarire un dettaglio raccapricciante: se Maggi fosse già morto quando Giosuè Rindinclla lo ha chiuso nell'armadio della camera da letto, prima di mettere in ordine e di uscire di casa col suo portafogli. Per ora, il cattivo stato del corpo, ritrovato a tre giorni dall'uccisione, non ha permesso di formulare un'ipotesi certa. Chiusa a doppia mandata la porta d'ingresso, Giosuè, con la Nissan Micra della vittima che poi gli inquirenti hanno trovato lunedì sera, a poche centinaia di metri dall'abitazione di Maggi, ha raggiunto una pizzeria del quartiere. I due giorni successivi li ha passati, come al solito, con altri amici, per non destare sospetti. Spendeva i soldi che erano nel portafogli dell'amico. Ma ha usato anche la tessera del Bancomat di Maggi. Due, tre, quattro prelievi a distanza ravvicinata dal conto di cui conosceva il numero segreto. Senza curarsi delle telecamere che gli sportelli nascondono, e che hanno registrato la sua as¬ siduità. E a quel punto i sospetti degli inquirenti sono diventati certezza. Olga Pisciteli! Da sinistra la vittima Giovanni Maggi e il suo assassino Giosuè Rindinella. A destra la casa teatro dell'omicidio

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