Le Monde ai redattori il 57 delle azioni di E. Bn.
=1 Per la prima volta, a 50 anni dalla nascita Le Monde, ai redattori il 57% delle azioni PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDEN TE Vendite in ascesa e ricapitalizzazione riuscita. Niente meglio che il successo per festeggiare i 50 anni di «Le Monde». E, sull'onda lunga del rilancio editoriale, grafico e azionario il quotidiano della rue Falguière centra un terzo obiettivo. Per la prima volta dalle origini, la «Società dei redattori» diviene l'azionista principale. Il suo ruolo, far ascoltare la voce di chi il giornale lo scrive ogni giorno: reporter, cronisti, inviati, critici. Finora possedeva un ruolo di rilievo ma non eminente. Era, la sua, una «minoranza di blocco», contropotere suscettibile di mettere il veto a decisioni che potessero snaturare l'azienda, la sua eredità morale o la stessa deontologia giornalistica. Ora le cose cambiano. Senza divenire un organo di autogoverno o cogestione, la «Société civile des rédacteurs» è il «faro» che dovrebbe coordinare le sinergie tra le varie componenti. Insieme agli altri detentori «interni» di quote, raggiunge 1011 azioni, vale a dire il 57% del capitale. Gli «esterni» - fra cui «La Stampa» - il cui peso nel nuovo assetto finanziario è di grande rilievo, avranno le altre 759. Seicentosette sono già attribuite. Per le altre, bisognerà attendere qualche mese, ma l'iter è in dirittura d'arrivo. E' lo stesso direttore, JeanMarie Colombani, a fare il punto con un breve editoriale sul nuovo «Le Monde». «Un anno fa - scrive - avevo preso tre impegni a nome del personale: offrire ai nostri lettori un quotidiano migliore, dotare l'azienda di strutture più moderne, riunire un nuovo azio¬ nariato per permetterci di continuare in piena libertà la nostra missione di informare. Questi tre impegni li abbiamo tenuti, e costituiscono le nostre prime tre vittorie». La più spettacolare, in un momento certo difficile per la stampa nazionale francese, è quella diffusionale. Da quattro anni le vendite erano in calo. E il restyling della formula poteva ben rivelarsi un boomerang, come nel caso di «Liberation», il cui lettorato sarebbe tuttora in caduta libera. Dal 9 gennaio, invece, un «Le Monde» più agile e moderno senza nulla perdere in prestigio e autorevolezza cattura altri lettori. Nel primo trimestre '95, le vendite in edicola sono aumentate del 12% sull'analogo periodo '94. E la diffusione ha raggiunto in gennaio le 393 mila copie (+14,3%). Altra manovra riuscita, la trasformazione della Sari in società anonima, con direttorio e consiglio di sorveglianza. Il massiccio aumento di capitale - 205 milioni di franchi, oltre 65 miliardi - intende fornirle gli indispensabili strumenti operativi. Fra gli azionisti troviamo Agroplus, Artémis (gruppo Pinault), la paytv Canal Plus, la Compagnie luxembourgeoise de télédiffusion, il Crédit locai de France, l'elvetica Edipresse (pubblica, fra l'altro, «La Tribune de Genève») e «L'Editrice La Stampa Spa», che entra per 1*1,91% ne «Le Monde Presse» e di cui il quotidiano fornisce ai lettori una succinta scheda. Ed è lo stesso Colombani ad evocare «questa operazione di risanamento finanziario quale occasione per rafforzare i legami esistenti con i nostri colleghi de "La Stampa"», [e. bn.]
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