Zagabria solo Caschi blu dell'Occidente

8 «Il razzismo non c'entra, ma i soldati dell'Est e del Terzo Mondo sono inaffidabili» Zagabria: solo Caschi blu dell'Occidente A Dubrovnik toma la guerra, due morti sotto le granate ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Con un comunicato ufficiale del ministero degli Affari Esteri, Zagabria ha smentito ogni forma di razzismo nei confronti dei Caschi Blu provenienti dall'Asia e dall'Africa. «Ci hanno accusato di avere fatto una richiesta ufficiale all'Onu affinché i soldati della nuova missione sul territorio croato siano tutti bianchi. La Croazia non ha mai, né ufficialmente, né ufficiosamente, tolto il benvenuto ai Caschi blu asiatici o africani. L'unica osservazione sull'operazione dell'Orni in Croazia riguardava l'inefficienza generale delle forze dell'Unprofor e la loro incapacità di adempiere ai compiti previsti dal loro mandato». Il malcontento croato nei confronti dei Caschi blu è esploso lo scorso gennaio con la richiesta all'Onu di ritirare le sue forze dal Paese alla scadenza del mandato del 31 marzo. Dopo lunghe trattative con il presidente Tudjman è stato raggiunto un compromesso che prevede la rimanenza in Croazia di un numero ridotto di soldati dell'Onu nel quadro della nuova missione che si chiama Uncro, operazione dell'Onu per la ricostruzione della fiducia. Tra una settimana il segretario generale dell'Onu, Boutros Ghali, dovrebbe rendere noti i dettagli operativi della nuova missione che prevede tra l'altro lo schieramento dei Caschi blu lungo i confini tra Croazia e Serbia e Croazia e Bosnia. In vista di quest'operazione, Zagabria ha più volte insistito sulla presenza delle forze della Nato e delle altre organizzazioni europee. «Il nostro desiderio si basa unicamente sui criteri del ruolo leader dell'Europa nella soluzione della crisi, della responsabilità regionale e della disposizione di mezzi per un appoggio efficace alla reintegrazione dei nostri territori occupati», spiega il comunicato del ministero degli Esteri negando ogni collegamento con i connotati razziali o nazionali dei Paesi che partecipano all'operazione dell'Onu in Croazia. «I soldati europei sono più efficaci, meglio addestrati e meno tentati dalla corruzione», ha dichiarato ieri un funzionario croato che ha voluto rimanere anonimo. In effetti la presenza di tre anni dei Caschi blu in Croazia è stata segnata da molti scandali che hanno visto i soldati dell'Onu al centro di operazioni di corruzione, contrabbando, mercato nero e prostituzione. Tutti i giornali hanno raccontato la vicenda della quattordicenne croata che ha messo al mondo un bambino nero dopo essere stata stuprata da un Casco blu keniota. Ieri è morto un soldato polacco ferito quattro giorni fa con un coltello in una rissa tra commilitoni. Ma l'episodio certamente più eclatante risale a lunedì. Dal quartier generale dell'Onu di New York è giunto l'ordine di destituire il generale russo Perelyakin che comandava le forze dell'Onu stazionate nel cosiddetto settore Est in Croazia, una delle quattro zone «protette» dall'Onu, ma in realtà occupate dalle formazioni paramilitari serbe. Al generale è stato imtimato di lasciare il suo posto e la Croazia nel giro di poche ore. Ufficialmente per «mancanza di professionalità e incapacità di migliorare gli standard del comando malgrado le ripetute rimostranze». In realtà, Perelyakin era coinvolto nel contrabbando e nell'entrata illegale in Croazia dei soldati e delle armi dalla Serbia. Poche settimane fa il generale russo aveva permes- so ad alcune centinaia di soldati jugoslavi di attraversare con i loro carri armati il ponte di Batine e di dispiegarsi nel settore Est croato. Ai Caschi blu del battaglione belga che controllavano il ponte e volevano impedire il passaggio dei serbi, Perelyakin ha intimato di ritirarsi. Ma l'amicizia russo-serba è diventata una tradizione tra le forze dell'Onu. Al termine della sua missione tra i Caschi blu, il col. Loginov, ex comandante del batta¬ glione russo, è rimasto sul terreno, indossando l'uniforme delle milizie serbe. «Ma questo non ha niente a che fare con la razza. Qui si tratta di corruzione», spiega il portavoce dell'Onu, Chris Gunness. «E' del tutto impensabile che i russi possano essere buttati fuori dalla missione dell'Onu in Croazia. Prima di tutto perché sono un Paese membro stabile del Consiglio di sicurezza dell'Onu e secondo perché hanno un'influenza storica e quindi un ruolo-chiave a Belgrado». A detta di Gunness, non ci sono state richieste ufficiali del governo croato per avere unicamente Caschi blu bianchi. «Quel che fa la forza dei soldati di pace dell'Onu è proprio il fatto che riflettano l'eterogeneità della Comunità internazionale e in questo modo assicurano l'oggettività delle loro missioni» afferma Gunness. Ingrid Badurina CASCHI BLU IMPEGNATI j NEL MONDO «I soldati europei sono più efficaci, meglio addestrati e meno tentati dalla corruzione», ha dichiarato ieri un funzionario croato che ha voluto rimanere anonimo. In effetti la presenza di tre anni dei Caschi blu in Croazia è stata segnata da molti scandali che hanno visto i soldati dell'Onu al centro di operazioni di corruzione, contrabbando, mercato nero e prostituzione. Tutti i giornali hanno raccontato la vicenda della quattordicenne croata che ha messo al mondo un bambino nero dopo essere stata stuprata da un Casco blu keniota. Ieri è morto un soldato polacco ferito quattro giorni fa con un coltello in una rissa tra commilitoni. Ma l'episodio certamente più eclatante risale a lunedì. Dal quartier generale dell'Onu di New York è giunto l'ordine di destituire il generale russo Perelyakin che comandava le forze dell'Onu stazionate nel cosiddetto settore Est in Croazia una delle quattro zone EL SALVADOR 310 (1000 autorizzati) ài ANGOLA . 76 (476 autorizzati) ' CROAZIA. BOSNIA ERZEGOVINA, MACEDONIA _ 31334 AFRICA DEL SUD 100 osserv, civili 7 (1178 prev. aprile 1994) M0ZAMBIC0 6695 (7000 autorizzati) 329 SOMALIA 19098 (29209 nov. 1993)' 1000 UGANDA ■ '75 osserva!. militari 8 GEORGIA 20 (88 osservat. milit. autorizz.) 27 prev. LIBERIA 364 (368 osservat. milit. autorizz.) 70 prev. CASCHI BLU IMPEGNATI j NEL MONDO

Persone citate: Boutros Ghali, Chris Gunness, Ingrid Badurina, Tudjman