La dc è morta lunga vita ai cattolici

L'APOTEOSI DEI SENZA PARTITO Corteggiati da destra e sinistra dopo il «divorzio» del ppi. Ed è guerra sugli «antenati» La de è morta, lunga vita ai cattolici «Gregge smarrito» ma in prima fila nella campagna elettorale L'APOTEOSI DEI SENZA PARTITO ROMA UNQUE, secondo Giuseppe De Rita magari «non moriremo democristiani, ma cattolici forse sì». Non risorgerà lo Scudo Crociato, come lascerebbe supporre la folla di ex de, (da Formigoni a Michelini, da Masi a Badaloni) il cui nome brilla sulle insegne degli eserciti che si contenderanno il trofeo nelle elezioni regionali del 23 aprile, ma si riscoprirà l'anima cattolica nel Paese dei parroci e dei campanili che svettano su tutti i più sperduti borghi della penisola. La fine dell'unità politica dei cattolici libera paradossalmente la caccia al cattolico vincente, a destra come a sinistra. L'eutanasia del partito cattolico segna l'apoteosi del «cattolico» singolarmente preso: forse un senza partito, ma pur sempre coperto alle sue spalle dal più poderoso, più radicato, più capillarmente diffuso degli apparati restati in piedi nell'ecatombe di Tangentopoli. E in effetti, basta volgere lo sguardo al centro-sinistra per avvertire la presenza di un - j1lulare di movimenti cattolici, dai boy-scouts all'arcipelago del volontariato, dalle Acli alla Cisl (che per esempio a Roma fornisce il supporto organizzativo del candidato Badaloni). Un'occhiata al centro-destra ed ecco profilarsi, illuminata dalla stella di Rocco Buttiglione, la sagoma del mondo che ruota attorno a Comunione e Liberazione o di quello che in un modo o nell'altro fa capo all'Opus Dei. E' l'associazionismo cattolico che recita il ruolo del protagonista. Un tempo, quando c'era la de, assolveva alla missione passata alla storia come «collateralismo». La Chiesa pre-conciliare orientava le sue truppe nella guerra fredda interna che ha diviso l'Italia in due. Poi è arrivato il Concilio, e gran parte del mondo cattolico organizzato, Azione Cattolica in testa, ha conosciuto il suo '68 ed è slittato a sinistra (solo con il successo di CI, con il Papa polacco, si mobiliteranno le truppe del contro-'68). Il tutto, però, sempre con in mente la grande casa democristiana, o una delle sue correnti, come bussola e riferimento. Oggi, sparita la de, il collateralismo si è messo in proprio. Le correnti democristiane, appunto. Specchio ed espressione (a parte le degenerazioni clientelari) della natura frastagliata e multiforme del partito cattolico, rifugio del cattolicesimo liberale come di quello pro¬ gressista («democratico»), della destra come della sinistra, dei credenti devoti all'ortodossia come degli esponenti del dissenso cattolico. Formidabili luoghi di promozione e di protezione, anche. Etichette precise. Canali di selezione e di classificazione del personale politico cattolico. Che adesso non esistono mai. cancellate nell'eclisse democristian-popolare. Resta il «radicamento» dei cattolici tout court. L'appoggio dei boy-scouts, il parere dell'Azione cattolica (sovente determinante, come si è visto nel successo di Saonara a Padova), il sostegno del volontariato, la simpatia della Caritas, l'aiuto delle comunità di base (e talvolta famosissime, come quella di S. Egidio), la vicinanza dei movimenti ecclesiali. Un reticolo di presenze «territoriali» che oggi esprime uno dei pochi luoghi di socialità attiva rimasti in Italia, serbatoi di volti noti e affidabili, momenti di solidarietà sociale: le mense universitarie gestite dalla galassia di CI, oppure gli aiuti agli ammalati e ai deboli garantiti dalle associazioni dei volontari. Tante anime, magari diverse e opposte tra loro, un tempo saldate e tenute assieme nel capiente contenitore democristiano. Contenitore, si usa dire, «ecumenico». Solo che il mondo cattolico, emancipato dai vinco¬ li di partito e liberato dagli imperativi dell'unità politica dei cattolici, rappresenta per sua natura, in Italia, un vasto aggregato molto più «ecumenico» del più eclettico ecumenismo democristiano: basti pensare al fatto che nell'Italia repubblicana la definizione di «cattolico» si è potuta applicare ai fascisti cosi come a Renato Curcio Chiusa però, o fortemente ridimensionata, la casamadre, un tono più brutalmente militante e ultimativo è venuto a spezzare l'universo cattolico lungo linee di divisione che hanno accompagnato tutta la vicenda cattolica dell'Italia del dopoguerra e che adesso riemergono con nettezza inequivocabile. Ecco allora la rivista IdeAzione, di Forza Italia, tracciare una linea di frontiera tra il «cattolicesimo democratico e quello popolare», oppure tra il filone «montiniano e quello wojtyliano; maritaniani-lazzatiani contro delnociniani-giussiniani; la scelta religiosa contro la presenza; l'Azione Cattolica contro Comunione e Liberazione». Ecco che nel divorzio dei popolari risuonano anatemi che sembravano seppelliti, come il «clerico-fascista» gridato da Rosy Bindi a Buttiglione o l'appellativo di «protestante» scagliato da un buttiglioniano all'indirizzi di Alberto Monticone ex presidente dell'Azione cattolica. Oppure la guerra degli antenati. Sturzo contro Dossetti. De Gasperi strattonato di qui e di li. E anche il Papa, tirato per la tonaca in un campo o nell'altro. Con il cattolico Romano Prodi che sfida i mugugni del laicismo di sinistra inchinandosi davanti al messaggio dell'Evangelium Vitae. Oppure la destra che in taluni casi fa sua la campagna contro i farmacisti che mettono in vendita i preservativi ben esposti sui loro banconi. Con un limite e un problema, però. Che da parte vaticana risuona una nota profondamente pessimistica sullo stato di salute spirituale di un Paese avviato sulla strada della secolarizzazione come l'Italia, una visione quasi tragica di una comunità nazionale incapace di accogliere le risonanze profonde del messaggio cristiano (tanto da rischiare di mettersi contro la tribù dei calciomani con un articolo dell'Osservatore Romano). Mentre tutti i «cattolici» sono tutti impegnati a mietere voti proprio tra quel gregge smarrito rudemente rimproverato dalla Chiesa cattolica. Barcamenandosi così tra la fedeltà agli appelli papali e la realtà di un elettorato poco propenso a rinunciare ai vantaggi dell'edonismo. Ma i cattolici, di destra e di sinistra, «radicati nel sociale», avranno pur imparato qualcosa dalla lezione democristiana. Pierluigi Battista Dai boy-scout alla Caritas, dalle Acli a CI scomparse le «correnti» scudocrociate il collateralismo si è messo in proprio le «colombe». Tace Forza Italia e partono a raffica Pierferdinando Casini e Rocco Buttiglione: «Ogni schieramento ha i matti suoi - dice il segretario a mezzadria del Ppi -, il Capo dello Stato zio ha avuto l'effetto della cartina al tornasole, ha fatto affiorare tutte le insicurezze del Polo. Ecco cosa dice Pierferdinando Casini: «Mi sono subito augurato che l'intelligenza di Fini si incari- surda dlizione grandeche chizioni dchiamodeputaBerlingdi An iMaceraplausi dava riCorteggiati da La de è«Gregge sm A sinistra. Don Luigi Sturzo Accanto, Alberto Michelini e Roberto Formigoni Sotto, Piero Badaloni