Tregua tra curia e giudice di Francesco Grignetti

Civitavecchia, il magistrato ha promesso al vescovo di accelerare i tempi dell'inchiesta Civitavecchia, il magistrato ha promesso al vescovo di accelerare i tempi dell'inchiesta Tregua tra curia e giudice Incontro per la Madonna che piange CIVITAVECCHIA DAL NOSTRO INVIATO «Guardi, l'Italia di oggi non è la Polonia di Gomulka. Io rispetto l'opinione del cardinale Deskur. Ma mi sembra, diciamolo, il suo, un paragone molto improbabile». Il giudice Antonio Albano, procuratore capo di Civitavecchia, ieri non nascondeva una buona dose di irritazione. Deve aver fatto un salto sulla sedia quando ha letto i resoconti dell'omelia cardinalizia, svolta da André Maria Deskur nella cerimonia penitenziale di lunedì. Gli danno dell'illiberale e del comunista? E lui reagisce così: «Io sono un credente. Non sono un comunista. I miei maestri, tra i quali l'attuale ministro di Grazia e Giustizia, Filippo Mancuso, mi hanno insegnato a tenere sempre ben distinte le mie idee dal mio lavoro di magistrato. E non mi ci vedo proprio nei panni del persecutore di Stato. Ma figuriamoci!». Il cardinale Deskur, amico personale del papa, in effetti era stato assai severo con l'autorità giudiziaria. Al limite dell'apocalittico. «Successe anche a noi in Polonia nel 1967 - aveva ricordato - e in Italia è un comportamento anticostituzionale». Il parallelismo storico con la Polonia del socialismo reale, però, non è piaciuto affatto al giudice. Così ieri, intorno alle dodici, Albano è montato in macchina e s'è fatto portare a casa del vescovo Girolamo Grillo. «Era un appuntamento già fissato per gli auguri pasquali - precisa il giudice all'uscita - ed è stato un incontro molto cordiale». Fin qui la versione ufficiale. Conferma anche il vescovo, monsignor Girolamo Grillo: «E' stata una visita di cortesia. Non abbiamo parlato delle indagini». Ma è ovvio che quest'incontro è anche un segnale verso l'esterno: Curia e Procura cercano, se non la pace, quantomeno una tregua. Rischia di diventare lacerante, infatti, questa rottura tra giudice e vescovo. «Gli animi sono in ebollizione», ammette il legale del vescovo, Giuseppe De Chirico. C'è chi paventa, ad esempio, che la grande cerimonia religiosa del Venerdì Santo - quella tradizionale con i penitenti a piedi scalzi che portano le catene di nave, non quella con la madonnina piangente, che non si farà possa trasformarsi in una manifestazione di protesta contro l'operato dei giudici. Conferma anche il sindaco, Pietro Tidei, ma ri¬ dimensiona: «Qualche spirito bollente c'è. Ma sono una piccola frangia sotto controllo». Ecco dunque la necessità di un incontro tra le due autorità, giudiziaria ed ecclesiastica, a confronto. A far da ambasciatore è stato proprio l'avvocato De Chirico: «Io mi impegno per stemperare i toni. Avevo fatto un appello pubblico, nei giorni scorsi, perché chi di dovere potesse accelerare i tempi. E mi risulta che il magistrato ha promesso di fare presto». E' quanto dice lui stesso, il procuratore Albano: «Mi auguro di poter anticipare qualcosa al più presto». Per i primi di maggio? «Anche prima, spero». Fatta la pace? «Non ce n'era bisogno. Eravamo entrambi molto sereni. Un bell'incontro, in vista della Pasqua: il vescovo è stato dolcissimo nei miei confronti». Il vescovo Grillo, da parte sua, incassa soddisfatto la promessa di far presto. E assicura: «La processione sarà una sola, quella tradizionale. Ha richiamato sempre, ogni volta, più di cinquantamila fedeli. Sarà così anche questo anno». E se i fedeli di Pantano, vicini di casa dei Gregori, volessero ugualmente organizzarsi in proprio? Facendo magari una processione fino alla parrocchia di S. Agostino innalzando la copia della statuina? «No, don Pablo, che è il parroco di S. Agostino, è un prete molto obbediente. Non farebbe nulla senza il permesso del suo vescovo». Ma nel clima incandescente di Civitavecchia ogni piccola notizia, anche la più inverosimile, rischia di dare il via a reazioni incontrollate. Si è sparsa la voce, infatti, che dopo la settimana di Pasqua il vescovo avrebbe lasciato la città per un viaggio. E subito c'è stato chi ci ha ricamato sopra: il vescovo va a Medjugorje sulle tracce della statuina. Gli scettici: rimuovono il vescovo. Ma gli ambienti vicini al prelato smentiscono: «Non ci risulta nulla». E ridacchia il sindaco Tidei: «Quindici giorni fa, quando si parlò di organizzare la processione di Venerdì Santo, il monsignore già sapeva che sarebbe partito. Lo disse anche a me. Ma non c'è alcun mistero. Il vescovo voleva andare in Calabria, dove è nato e dove ci sono i suoi parenti, come tutti gli anni, per riposarsi». Francesco Grignetti Per il Venerdì Santo ci sarà un'unica processione Smentite le voci di dimissioni di mons. Grillo Monsignor Grillo e il giudice Antonio Albano. A destra la statua della Madonna di Civitavecchia