Arofot-Hamas è un ultimatum di Aldo Baquis

Seduta di fuoco alla Knesset, il Likud chiede di sospendere il negoziato e insulta Rabin Seduta di fuoco alla Knesset, il Likud chiede di sospendere il negoziato e insulta Rabin Arofot-Hamas, è un ultimatum «Vi dò un mese per consegnare le armi» TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Nel tentativo di contenere l'agguerrita opposizione islamica, il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat ha ordinato a tutti gli adulti di Gaza di registrare le armi in loro possesso entro il 12 maggio, dopo di che il porto di armi automatiche sarà vietato, mentre quello per le pistole sarà consentito solo a chi abbia serie giustificazioni. Ieri comunque gli ordini di Arafat - trasmessi a più riprese dalla radio e dalla tv palestinese - sono stati ignorati e il leader politico di Hamas, Mahmud Az-Zahar, ha chiarito che il suo movimento non è disposto ad abbandonare la lotta armata. Ma per la prima volta un dirigente di Hamas, Razi Hammad, ha lasciato trapelare la possibilità di una sospensione delle attività militari islamiche in cambio dello sgombero totale e immediato dei circa cinquemila coloni che risiedono nella striscia di Gaza. A tre giorni dall'esplosione nella Striscia di due potenti autobombe (che hanno provocato la morte di sette militari israeliani e di una americana) e all'indomani di una grande ondata di arresti di esponenti islamici, i fautori e gli oppositori di Arafat si sono incontrati ieri in un centro culturale di Gaza per cercare di individuare un terreno di intesa. Az-Zahar ha parlato con toni moderati, avendo cura di chiarire che comunque né Hamas né la Jihad cercano il confronto con l'Autorità palestinese. Ma dietro al tono pacato era evidente che Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, non intende cedere le armi ad Arafat «per non lasciare il popolo palestinese inerme di fronte agli attacchi israeliani». Anche l'ex negoziatore capo palestinese, Haider Abdel Shafi, e Abdallah Surani, membro del Comitato esecutivo dell'Olp, hanno affermato che in questa fase si deve mantenere l'opzione della lotta armata. Da Gerusalemme il premier Yitzhak Rabin ha comunque dato ossigeno ad Arafat affermando alla Knesset - in una infuocata seduta straordinaria in cui il Likud ha chiesto la sospensione dei negoziati con l'Olp, ha invocato l'intervento dell'esercito israeliano a Gaza e ha pesantemente insultato il premier - che la trattativa con i palestinesi deve proseguire, innanzitutto per non concedere una vittoria politica agli islamici. Rabin ha anche respinto con energia le pressioni di quanti, anche nel suo partito, vorrebbero vedere l'esercito israeliano nuovamente impegnato dentro Gaza alla ricerca dei covi islamici: «Chi pensa che si tratti meramente di covi, facili da individuare e da eliminare, non sa quel che dice. A Hebron cerchiamo da mesi di mettere le mani su cinque membri di Hamas, e non ci riusciamo». Con la precisione di un contabile, Rabin ha constatato che dal 1° gennaio 1994 centocinque israeliani sono stati uccisi in attentati palestinesi, e che 67 di essi hanno perso la vita in attentati suicidi. «Contro i kamikaze purtroppo non ci può essere alcun deterrente - ha proseguito Rabin - bisogna anticiparli sul tempo». Sarebbe utile, ad esempio, che la polizia palestinese trovasse gli arsenali di Hamas e della Jihad islamica anche perché - ormai i servizi di sicurezza israeliani ne sono convinti - l'«Ingegnere», Yihia Ayash è ancora vivo. La settimana scorsa, dopo l'esplosione avvenuta in una polveriera islamica nel quartiere di Sheikh Radwan, era stato ipotizzato che Ayash fosse rimasto ucciso. Ma le autobombe che hanno seminato la morte domenica presso Gaza avevano alcune caratteristiche che hanno ricordato lo stile dell'«Ingegnere», cui si attribuisce la paternità delle autobombe che nel 1994 hanno insanguinato Israele. Aldo Baquis Ultrà israeliani bruciano ritratti di Arafat Qui sopra Rabin Sotto, nella foto piccola, Avraham B. Yehoshua

Luoghi citati: Gaza, Gerusalemme, Israele, Tel Aviv