Sul «740» un coniglio in croce di Franco Pantarelli

Sul «740» un coniglio in croce li disegno del premio Pulitzer Spiegelman sul New Yorker fa insorgere i cattolici Sul «740» un coniglio in croce Copertina-choc di protesta contro le tasse Usa L'ULTIMA PROVOCAZIONE NEW YORK OMENICA prossima ò Pasqua, giorno felice per antonomasia, ma negli Stati Uniti quest'anno coincide con la scadenza più irritante: quella entro cui bisogna spedire la dichiarazione dei redditi, corredata dal relativo assegno per pagare un bullone di un F-16, una parte degli stipendi dei parlamentari, qualche centimetro di strada o un pezzetto di assistenza (quella poca che rimane) ai bisognosi. Per di più, questo ò il primo pagamento di tasse che avviene dopo che i repubblicani hanno ottenuto la loro grande vittoria elettora¬ le promettendo riduzioni fiscali a valanga, per cui i simboli, in quella firma che ogni cittadino metterà in calce al proprio assegno, stavolta si sprecano. Così, il settimanale «New Yorker» ha dato vita a una delle sue «provocazioni». E' uscito con una copertina, disegnata dal Premio Pulitzer Art Spiegelman, in cui è raffigurato un coniglio crocifisso a un «modello 1040A», quello relativo aH'«Individual Income Tax Return». Ha l'aria molto afflitta, il povero coniglio, sicuramente per via dei soldi che gli vengono spillati ma probabilmente anche per la fatica affrontata nell'awenturarsi fra le complicatissime «voci» contenute nel modulo. Il suo capo è reclinato come quello di Gesù e le tasche dei suoi pantaloni, rovesciate al di fuori, risultano drammaticamente vuote. In questo modo, dice Spiegelman, «ho voluto rappresentare il contribuente visto dalla destra religiosa, e cioè come un martire che deve pagare per i peccati di sua madre, lo stato assistenziale». E infatti il titolo dato dalla rivista al suo disegno è «La teologia del taglio fiscale». Ma i devoti americani non hanno apprezzato. La Lega Cattolica per i Diritti Civili, la stessa che in questi giorni è impegnatissima contro il film «Priest», che racconta alcune storie di sacerdoti dediti alla concupiscenza di ragazze e ragazzi, ha diffuso una dichiarazione di fuoco. «E' una vergogna», dice il suo responsabile Bill Donohue. «Una strumentalizzazione volgare della fede cristiana, proprio durante la Settimana Santa». E' seguita una specie di richiesta di scuse, ma Spiegelman non l'ha neppure presa in considerazione. Sulla stessa corda Tina Brown, la direttrice del «New Yorker», che interpellata sulla richiesta di scuse ha replicato con un «non se ne parla nemmeno». Lei del resto, da quando ha preso la guida della rivista con il compito di «vivacizzarla», di provocazioni ne ha già consumate parecchie e alle proteste, puntualissime, è abituata. Franco Pantarelli I THC NEW VORKER Una copertina del New Yorker

Persone citate: Art Spiegelman, Bill Donohue, Priest, Pulitzer, Spiegelman, Tina Brown

Luoghi citati: New York, Stati Uniti, Usa