Vienna l'arcivescovo se ne va di Tito Sansa

I giornali l'accusano e il 69% dei fedeli è convinto che sia colpevole Accusato di abusi sessuali, dopo Pasqua si ritirerà in convento Vienna, l'arcivescovo se ne va La Chiesa austriaca lo abbandona VIENNA NÒSTRO SERVIZIO Il cardinale Hans Hermann Groer, accusato da un ex seminarista (ora ingegnere) di «abusi sessuali continuati» risalenti a una ventina di anni fa, si dimetterà forse già questa settimana dalla carica di arcivescovo di Vienna. L'informazione ò trapelata dagli ambienti della conferenza episcopale austriaca, alla cui presidenza il cardinale ha già rinunciato la settimana scorsa. Il segretariato arcivescovile tuttavia insiste che «nulla e cambiato», che Groer celebrerà personalmente la liturgia della settimana santa nella cattedrale di Santo Stefano: il lavaggio dei piedi giovedì, la Messa a lutto il venerdì, la resurrezione il sabato, la Messa solenne la domenica di Pasqua. A convincere l'arcivescovo a dimettersi e a ritirarsi in un convento benedettino sono stati gli stessi membri della conferenza episcopale, che in un primo momento, dopo le rivelazioni del settimanale «Profil», lo avevano difeso in blocco (era stato paragonato perfino a Gesù, messo in croce innocente) e soprattutto la reazione dell'opinione pubblica, influenzata da un martellante bombardamento della stampa, della radio e della televisione che reclamano la verità. Da più di due settimane, dal lunedì 27 marzo, quando «Profil» uscì con le accuse dell'ex seminarista ingegner Josef Hartmann, c'ò un solo argomento che appassiona gli austriaci, le «porcherie» attribuite all'arcivescovo, e fa aggio su tutti gli altri. Come il processo di Los Angeles contro 0. J. Simpson, che affascina gli americani. La domanda del primo momento, se il cardinale «lo ha fatto» o «non lo ha fatto», se davvero ha più volte trascinato l'ex allievo Hartmann sotto la doccia e lo ha insaponato in tutto il corpo, se gli infilava la mano sotto i pantaloni, se se lo portava a letto e lo bacia¬ va in bocca, ha diviso gli austriaci in due campi, qualcuno ha temuto un «Kulturkampf» tra credenti praticanti e non credenti. Ha stupito soprattutto che l'accusato si sia arroccato nel più assoluto si¬ lenzio e che il suo «entourage» abbia fatto muro intorno a lui. Nei giorni scorsi però il fronte dei difensori di Groer ha cominciato a incrinarsi. A ciò ha contribuito lo stesso Groer, che dinanzi alla conferenza episcopale aveva detto ai suoi confratelli di voler tacere e poi, scavalcando l'ufficio stampa dell'arcivescovado e l'agenzia di stampa cattolica, ha fatto pubblicare una sua poco con¬ vincente ma sdegnata smentita al quotidiano «Kronen Zeitung» (il più reazionario dell'Austria). Alla conferenza episcopale questo assolo del cardinale non è piaciuto. E sono cominciate le critiche da parte dei vescovi, anche perché l'opinione pubblica si era mossa. Un'inchiesta della Gallup per conto del settimanale «News» ha rivelato che il 66 per cento crede alle accuse contro il cardinale, che 77 su cento austraci ritengono che il «caso Groer» nuoccia alla Chiesa cattolica (tra i praticanti la percentuale è addirittura del 91). Alla domanda se Groer debba dimettersi, hanno risposto sì 62 cittadini su cento, e tra i frequentatori abituali della Messa i favore- voli alle dimissioni sono ben 69. Il primo vescovo a parlare è stato quello di Innsbruck, Stecher. Ha detto «se fossi al posto di Groer mi sarei già dimesso». Gli ha fatto seguito il vescovo di Klagenfurt, Kapellari, il quale ha indirettamente suggerito le dimissioni, dicendo «ciascuno deve domandarsi qual è la cosa migliore per la Chiesa, questo prolungato venerdì di passione deve finire». Del vescovo Egon Kapellari, assai popolare in Carinzia, persone bene addentro nei segreti della curia dicono che sarà «quasi sicuramente» il successore di Groer. A difendere l'arcivescovo è rimasto soltanto il vescovo di Sankt Poelten, Krenn, un personaggio assai discusso e impopolare. Malelingue insinuano che sia stato lui l'ispiratore delle accuse al cardinale Groer, per accedere al suo posto a Vienna. Ma Krenn si è squalificato da sé. Di recente ha sospeso dall'insegnamento un teologo dalle idee moderne, provocando la rivolta di 67 parroci che sono insorti, rifiutandosi di leggere - e proprio durante la settimana santa - la sua lettera pastorale ai fedeli. Mai, nella storia della Chiesa cattolica austriaca, si era avuta una settimana di Passione come questa. Con la rinuncia di Groer e la nomina del successore (ci vorrà del tempo, in rispetto al Concordato tra la Santa Sede e il governo austriaco) la fiducia dovrebbe tornare. Rimarrà un mistero la verità sugli «abusi sessuali» dell'arcivescovo. Che non sono un caso isolato. Proprio ieri un parroco ha confessato pubblicamente di avere abusato, ma «una sola volta» di un allievo. Questi gli ha perdonato, i fedeli e il clero hanno apprezzato il gesto. Tito Sansa I giornali l'accusano e il 69% dei fedeli è convinto che sia colpevole Una voce: la campagna orchestrata da un presule che vuol sottrargli il posto Il cardinale Hans Hermann Groer si dimetterà forse già questa settimana da arcivescovo di Vienna. A fianco Papa Giovanni Paolo II

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