Ferita Bergamo la bianca di Ugo Bertone

Ferita Bergamo la bianca Ferita Bergamo la bianca II sindaco: pasticcio all'italiana UNA CITTA' NELLA IL primo a capire l'aria che tira a Bergamo è stato Fiorellino. Il karaoke in piazza? Proibito, hanno spiegato in Comune ai funzionari Fininvest, e per due motivi. Primo, perchè siamo in epoca di elezioni e non si vuol offrire spazio a eventuali manifestazioni di propaganda. Secondo, e soprattutto, perchè Bergamo la bianca non tollera canzonette durante la settimana santa. Nemmeno in diretta tv. E la «par condicio», è scattata implacabile: quel che vale per le canzonette, ovviamente, vale anche per il calcio. «Certo - ammette Gino Carrara , direttore dell'Eco di Bergamo - non è la prima volta che Telepiù trasmette una telecronaca il Venerdì Santo. Ma Bergamo è un'altra cosa». Certo, Bergamo è un'altra cosa. Qui la crisi dello scudo crociato non ha scalfito più che tanto il rapporto strettissimo tra la Chiesa e la città, estremamente sensibile al richiamo dei suoi pastori. Solo dall'ottobre scorso, ad esempio, Bergamo ha una discoteca. Prima, la città ha rispettato con fedeltà il voto fatto dal vescovo Bernareggi il 14 marzo del '43: se la città verrà risparmiata dalle bombe, per mezzo secolo non sarebbe stata ammessa l'apertura di balere. E' vero che alla Curia smentiscono con un'ombra di fastidio l'esistenza di questo voto, ma è pur vero che i bergamaschi l'hanno rispettato fino in fondo. E ci hanno creduto tutti... Non stupisce, perciò, che la prospettiva di una partita dell'Atalanza, per giunta quasi de^ cisiva, la sera del Venerdì Santo abbia scatenato tanti malumori. «Eh sì, è stata una decisione sbagliatissima. Non solo per i credenti, ma per tutti gli sportivi. Se si facesse un sondaggio, credo che la maggior parte dei giovani risulterebbe contra-. ria...». Parla così monsignor Andrea Spada, per decenni direttore dell'«Eco di Bergamo», qualcosa di più di un giornale per Bergamo, con le sue 60 mila copie e i miliardi di utili che macina ogni anno. Ed è bastato un piccolo riquadro in cronaca per scatenare la rabbia dei lettori: telefonate, lettere, qualche timida contestazione. «Sono credente e tifoso dell'Atalanta - scrive un lettore Che cosa dovrò fare venerdì? Se vado allo stadio per vedere la partita non andrò alla Via Crucis. Se andrò alla Via Crucis dovrò seguire l'incontro tenendo la radiolina incollata all'orecchio». Uno strano compromesso, insomma, ma anche il sintomo di un disagio che per alcuni è assai sentito. «Bergamo è una città seria - aggiunge dove certe manifestazioni provocano comunque imbarazzo. Anche per questo ha manifestato il suo disagio senza gesti clamorosi...». Continua così monsignor Spada, soddisfatto per la risposta della «sua» città. Anche il sindaco, Gian Pietro Galizzi, quello che ha vietato il Karaoke, si schiera, blandamente, contro la partita. «Mi sembra - commenta - un pasticcio all'italiana, una distrazione nel compilare il calendario. Non sono d'accordo con quel che dice il presidente Nizzola, il Venerdì Santo non dovrebbe essere profanato nemmeno da 22 giovanotti in tenuta da calcio. Ma, insomma, considerando come è nato il pasticcio, mi è sembrato un peccato veniale». Anche quelli dell'Atalanta, del resto, già vanno chiedendo l'assoluzione. In serata è arrivata all'«Eco» una lettera dalla società nerazzurra: scusate, è il senso, ma non ci eravamo resi conto che l'anticipo cadeva nella settimana pasquale. Accogliamo la protesta dei tifosi e c'impegniamo a trovare una soluzione. E non accadrà più. Tace, a questo punto, la Curia. Il vescovo monsignor Amadei non fa sentire la sua voce. E' inutile, a questo punto, mescolare ancora il sacro col profano. E l'opposizione? Tace la Bergamo che conta, anche perchè i vip sono quasi tutti fuoriporta: il maestro Gianandrea Gavazzeni, Giampiero Pesenti in giro per il mondo a governare il suo impero di cementi (e del tutto freddo in materia di pallone). Il più perplesso, a questo punto, è il pittore Mario Donizzetti, affermato creatore di copertine per le riviste più importanti del mondo, a partire da Time. «A Bergamo - dice - esiste una religiosità profonda. Proprio per questo la polemica mi lascia perplesso. Non capisco come si possa profanare una fede vera, profonda, giocando a pallone. Sono quasi sempre d'accordo con la Curia, ma stavolta mi sembra che abbiano esagerato...». E la Bergamo laica? Parla Giampiero Borghini, ex sindaco di Milano, direttore di «Bergamo-Oggi», il secondo giornale cittadino. «Io questa agitazione in giro non la vedo - commenta divertito- ma l'Atalanta ha appena preso una scoppola terribile a Vicenza. Chissà che non si cerchi una scusa per giustificare un'altra batosta venerdì contro l'Udinese...». Ugo Bertone Un gruppo di tifosi «Vogliamo seguire la Via Crucis»