Treu la privatizzazione non si discute

Treu: la privatizzazione non si discute Treu: la privatizzazione non si discute Giornalisti-ministro^ un tavolo per l'Inpgi Santerini: adesso iniziamo a trattai^ Oggi e domani scioperano gli «sportivi» ROMA. All'indomani dello sciopero nazionale dei giornalisti a difesa dell'autonomia dell'Inpgi (l'istituto di previdenza della categoria), sembrano essersi rimesse in moto le diplomazie per riaprire un dialogo sulla vertenza. Il ministro del Lavoro, Tiziano Treu, ha contattato il segretario della Fnsi, Giorgio Santerini: lo ha reso noto quest'ultimo, ribadendo contemporaneamente che chi si è dissociato dallo sciopero (ieri alcune testate sono uscite lo stèsso, non aderendo allo sciopero), rischia l'espulsione dal sindacato. «Treu mi ha chiamato - ha detto Santerini -, ora vediamo di organizzare un confronto, un tavolo, che non sia di un giorno. Vogliamo essere noi a discutere dei nostri diritti. Cofferati e Treu non hanno titolo per farlo». Secondo il segretario Fnsi il dissenso dallo sciopero di lunedì «di un paio di direttori, che sono orami anche editori e sindacato», ma che «non sanno neanche di cosa si discute, non ha scalfito la possibilità della Fnsi di essere al centro della vertenza. E' la Fnsi che ha il mandato a discutere - ha sostenuto - e questo mandato si conquista solo nei congressi, voto su voto, perché questa è la democrazia. Se poi vogliono fare un sindacato di direttori, lo facciano, ma noi non accettiamo veti da nessuno». Riguardo ad eventuali «espulsioni», Santerini ha spiegato che la decisione spetta alle strutture regionali della Fnsi. Treu, con un comunicato, ha confermato l'avvenuto «contatto» con la Fnsi: «Non mi risulta - dice il ministro - che in nessun atto del governo sia possibile rinvenire proposte che attentino all'autonomia dell'Inpgi o che mettano in discussione il processo di privatizzazione avviato con l'entrata in vigore del decreto n. 509. Le proposte di intervento in materia di riassetto del sistema previdenziale in elaborazione non chiamano in causa gli enti coinvolti dal¬ la privatizzazione, restando la scrupolosa attenzione alla realizzazione degli obiettivi previsti in ordine alla garanzia degli equilibri gestionali». «Il problema con Treu - replica Santerini - è trovare un modulo di comunicazione: questo governo non ci riconosce come interlocutori, e invece noi abbiamo diritto ad essere consultati, ma non come si consultano le "pagine gialle". Riteniamo che una categoria, piccola o grande, abbia pari dignità e che le categorie abbiano la loro rappresentanza, sia che esprimano un milione di metalmeccanici, sia che esprimano 50 mila giornalisti...». Un passo indietro: ieri, quando non avrebbe dovuto esserci in edicola neppure un quotidiano, i lettori ne hanno trovati cinque: II giornale, Il tempo, Il giornale d'Italia, il manifesto e Liberazione. E nel pomeriggio il Singrai (sindacato dei giornalisti Rai del gruppo dei «cento») ha chiesto una verifica nella Fnsi: «Una azione in difesa dell'autonomia dell'Inpgi non poteva che trovare concorde il Singrai, molto più degli scioperi per una piattaforma contrattuale che non ci piace. Le defezioni, di colleghi o intere redazioni, dallo sciopero, non possono che far riflettere. In questa situazione una verifica si impone, prima che l'unità sindacale rischi di passare in archivio». In attesa del «chiarimento» (invocato anche nella conferenza dei cdr di Stampa romana), oggi e domani altri due giorni di sciopero, per la vertenza contrattuale: a incrociare le braccia saranno i giornalisti dei quattro quotidiani sportivi: il Corriere dello Sport, Stadio, la Gazzetta dello Sport e Tuttosport. L'astensione dal lavoro è stata proclamata dalla Fnsi in applicazione delle azioni di sciopero articolato a suo tempo decise nell'ambito della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico. [r. i.J

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