« L'attacco dei Verdi Pubblicità »

Il professore replica a Ripa di Meana che sostiene: ho un altro leader Il professore replica a Ripa di Meana che sostiene: ho un altro leader « L'attacco dei Verdi? Pubblicità » Prodi: fate queste primarie TRENTO ___ DAL NOSTRO INVIATO «Ripa di Meana? Mi sta salendo sulle spalle, come ai vecchi tempi faceva Cirino Pomicino». Romano Prodi aspetta l'ora dell'aperi; tivo e non in un posto qualunque, ma nelle premiate cantine Ferrari (ore 20, freddo asciutto come si conviene al Brut) per scaldarsi a 100 gradi. E' tutto il santo giorno, che di tappa in tappa (prima a Bolzano, poi a Rovereto e ora qui) gli arrivano via Ansa le bollicine di Carlo Ripa di Meana, coordinatore astemio dei Verdi. Bollicine niente affatto amichevoli. Prima il suo «Prodi non ci va bene», poi «ho un altro leader da candidare», quindi il politicissimo: «I Verdi chiedono di partecipare in modo propositivo e non adesivo alla coalizione», infine il perentorio: «Vogliamo le primarie tra lutti i partner dell'alleanza». Le primarie, prof. Prodi appoggia il calice: «Le primarie;? Facciamole pure, ma gli altri nomi quali sono? Ripa ne ha in mente uno? Allora lo dica. Figuriamoci se ho paura di confrontarmi...». Prodi apre il suo sorriso, ma si capisce che non lo fa a l'in di bene: «Guardi che Ripa mi sta salendo sulle spalle perché ha bisogno di visibilità. Vuole voti e se la prende con me, vuole snebbiare la sua immagine e come riflettore sceglie me. Complimenti. Lo sa chi mi ricorda?». No, dica prof. «Mi ricorda Ciri- no Pomicino: quando aveva bisogno di consensi mi attaccava. Succedeva nei ruggenti Anni 80, ma vedo che certe strategie, ora che dovremmo esserci lasciati alle spalle almeno un po' della prima Repubblica, non sono cambiate». E peccalo che proprio in questo momento arrivi il Gino Lunelli, proprietario e re del nettare Ferrari, a portarsi via sottobraccio e poi in ascensore il prof, che ò adirato assai, anche se non si vede. Perciò l'ultima domanda («E secondo lei come lo prenderà Ripa di Meana questo suo gagliardo paragone?») resta nella penna. Suspense sino alla prossima puntata, come si conviene al giallo che va ricolorando il faticoso percorso (o decorso) della coalizione. Eppure stamattina il sole di Bolzano sembrava proprio sole, arrivando dritto dritto da quel di Padova dove l'altrodì il centrosinistra trionfò e la destra giacque dipingendosi (tutta) nella smorfia di quel Giovanni Negri trombato in diretta tv. «Ha visto che bella scena» dicono allegri gli uomini dello staff prodiano che scendono alla spicciolata in piazza Walther, Bolzano, esordio della quarta tappa del tour. E Prodi: «Calma ragazzi, una rondine non fa primavera...» borbotta, mentre i ragazzi alzano le spalle come a dire: il solito pessimista, e allora Prodi per non intristire, lima rapido una risatina: «Però lo ammetto, una rondine era». Sospiri. E mentre la giornata politica sgocciola da Roma i «ma però» di Ripa di Meana e il brontolio del corpaccione pidiessino, il prof, va in passeggiata tra le pietre della vecchia Bozen, poi al Caffè Domino a sorseggiare caffè e domande, poi in municipio, mille persone in un salone che sembra una bocca di balena con tanti neon al posto dei denti. E lì, all'assemblea, un paio di battute buone: «Di Fini si capisce la musica, non le parole. Fateci caso, nessuno parla più astratto di lui». «Basta, io non ne posso più dei leader barometrici che misurano le parole e gli slogan a seconda dei sondaggi. Berlusconi è come l'omino del cucù, esce solo quando c'è bel tempo». E Padova, gli chiedono. «E' un insegnamento per il futuro. Vedete, lì si giocava uno degli uninominali più dificili. Tutti i sondaggi dicevano che non c'era partita, che il Polo avrebbe stravinto. E invece lì si sono fatte le cose per bene: un'alleanza chiara, un programma preciso, un candidato scelto bene. Tre cose e il centrosinistra vince». Era successo nella battaglia dei sindaci a Venezia, Torino, Genova, Trieste. Risuccede a Padova: «Questa è la strategia, spero che gli incerti capiscano». Parlava a Bozen, ma l'eco era per Roma dove tra i molti avrebbe sentito pure Carlo Ripa Cirino di Meana. [p. cor.] A sinistra: Romano Prodi Sopra: il leader dei popolari Gerardo Bianco