«America scusami per il Vietnam» di Franco Pantarelli

jj| McNamara piange in tv: fu un errore UN FALCO SI PENTE jj| McNamara piange in tv: fu un errore «America scusami per il Vietnam» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Da falco numero uno a pentito che quando pensa ai propri peccati è capace di piangere in pubblico. Robert McNamara, oggi un signore di 78 anni con sulle spalle la responsabilità dell'«escalation» in Vietnam, ha deciso di fare i conti con quella vicenda che venti anni fa spaccò l'America, e i risultati di quella sua riflessione si potranno leggere nel libro «In retrospect: the tragedy and lessons of Vietnam», da domani nelle edicole degli Stati Uniti. Sono carichi pesanti quelli che il segretario alla Difesa di John Kennedy prima e di Lyndon Johnson sente sulla propria coscienza. «Gli Stati Uniti - ha detto in una delle interviste rilasciate per "lanciare" il libro potevano e dovevano ritirarsi dal Vietnam del Sud alla fine del 1963, dopo l'assassinio di Ngo Dinh Diem (ad opera di Cao Ky che prese il suo posto, ndr) o al più tardi un anno dopo». Alla fine del '63 i giovani americani morti in Vietnam erano 78. Un anno dopo erano 225. Il mancato ritiro nel momento che lui ora indica come il più giusto portò la somma degli americani morti a 58.000. «Abbiamo sbagliato, abbiamo terribilmente sbagliato», dice McNamara alla giornalista della Abc Diane Sawyer, la cui intervista andrà in onda nei prossimi giorni, e nel pronunciare quelle parole scoppia a piangere. Poi, parlando con R.W. Apple del «New York Times», dice di sentirsi molto imbarazzato per quelle lacrime, «ma il senso di angoscia e di fallimento che provo è davvero molto forte». Perché ha deciso di renderlo pubblico, quel sentimento? Per combattere un grande male di quest'epoca, dice. La «sporca guerra» degli Anni 60 e 70, secondo lui, ha reso gli americani cinici di fronte al loro governo, «ed è il cinismo diffuso che ci toglie la forza necessaria ad affrontare e risolvere i problemi che abbiamo, in casa e fuori». Così, per contrastare il cinismo imperante, l'uomo il cui nome in quegli anni veniva gridato in tutto il mondo assieme all'epiteto «boia» ha deciso di mettere a nudo il proprio animo e di mostrare le ferite morali che si porta dentro. E giacché c'è, risponde anche a un quesito che ha sempre aleggia¬ to attorno alla guerra del Vietnam: come sarebbero andate le cose se John Kennedy non fosse stato assassinato? «Finora - dice McNamara - ho sempre rifiutato di rispondere a questa domanda perché mi sembrava una speculazione inutile. Ma oggi vedo le cose in altro modo. Ho riesaminato in dettaglio tutti i documenti a disposizione, ho fatto ricorso alla memoria per le cose di cui sono stato testimone diretto e credo di poter dire che Kennedy ci avrebbe molto probabilmente tirato fuori dalla guerra». Poco prima di essere assassinato, ricorda l'ex ministro della Difesa, Kennedy era molto indeciso su cosa fare in Vietnam. Gli uomini dell'Amministrazione erano divisi in due schieramenti molto netti e il Presidente, «preso da tanti altri problemi», non era ancora riuscito a trovare una sintesi fra quelli che denunciavano il pericolo di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e quelli (con in testa proprio McNamara) che spingevano per l'«escalation». Ma alla fine, se ne avesse avuto il tempo, si sarebbe dichiarato per il ritiro. In qualche modo, insomma, Robert McNamara sembra associarsi alla teoria del «JFK» di Oliver Stone, in base alla quale a organizzare l'assassinio di Dallas furono gli uomini dell'apparato industriale bellico, che dall'«escalation» in Vietnam si aspettavano grandi profitti e che non ritenevano Kennedy abbastanza «fidato». Naturalmente il pentimento di McNamara non arriva a rovesciare la convinzione su chi fossero, fra gli americani e i vietcong, i buoni e i cattivi. Gli errori che oggi riconosce di avere commesso, dice, furono errori «non di valore o di intenzioni ma di giudizio e di capacità», come la sottovalutazione del Vietnam del Nord, la scarsa considerazione del sentimento nazionale come una forza, l'eccessiva fiducia nell'alta tecnologia militare e soprattutto la mancata previsione dell'opposizione popolare negli stessi Stati Uniti. Lui, da quei giovani che scendevano in piazza, che bruciavano la cartolina precetto e che scappavano in Canada, fu colto di sorpresa. Franco Pantarelli John Kennedy ci avrebbe 1 tirato fuori dalla guerra jj| 1 ■ ra Marine in Vietnam e a destra Robert McNamara