«La fedeltà alla Chiesa ha vinto sulla paura per i comunisti» di Ferdinando Camon

«La fedeltà alla Chiesa ha vinto sulla paura per i comunisti» LA CITTA' DI S. ANTONIO «La fedeltà alla Chiesa ha vinto sulla paura per i comunisti» Iu i PADOVA ERI ha votato per elezioni politiche Padova, nota come una delle città più immobili e conservatrici d'Italia: doveva stravincere la destra ha stravinto la sinistra. A notte gli exit-poli davano uno scarto dell'8 per cento. E' un drastico avvertimento per le prossime elezioni nazionali: l'elettorato si sposta in massa. Ma cosa vuol dire, stavolta, centro-destra? e centrosinistra? Qui sta il bello della consultazione: ha un'acuta importanza nazionale perché collauda il nuovo senso della destra e della sinistra. Il candidato della destra è un abortista, divorzista, antiproibizionista; il candidato della sinistra vien unanimemente definito «pio», è un cattolico dichiarato, antiabortista intransigente. Dunque, non più i partiti, qui si votano i nòmi. E i nomi sono Giovanni Negri e Gianni Saonara. Un giornalista torinese, ex segretario del partito radicale, paracadutato qui a rioccupare il posto che era di Emma Bonino, diventata nel frattempo commissaria europea. E un professore in un istituto per geometri, il Belzoni, una vecchia gloriosa scuola insediata in un ex convento. Moltissime scuole qui sono ex edifici religiosi: del resto, se si guarda una pianta della città nel '600, son più le chiese che le case. Saonara è stato presidente dell'Azione Cattolica. Emolumenti annuali familiari dei due contendenti: 75 milioni il primo, 45 il secondo. Familiari, cioè compresi quelli delle mogli. La città ha votato a ondate massicce, tenendo conto che aveva a disposizione un solo giorno, il giorno in cui di solito è vuota. E' una delle città dal peggior clima in Italia, afoso d'estate, nebbioso d'inverno: di domenica la popolazione si trasferisce per quattro-cinque ore sui Colli Euganei, che sono la grande riserva d'aria e di verde del Veneto: le trattorie, disposte sui gradoni dei pendii, hanno terrazze e cortili con vista sulla pianura, e seduti lì al tavolo i padri di famiglia di una borghesia fra le più lavoratrici dell'Occidente contemplano la vallata sprofondata tra i fumi e le nebbie, e si sentono beati come zeus tra le nuvole. I Colli Euganei sono vulcani spenti, e le terme mandano vapori e calori. Ieri han votato anche Selvazzano e Rubano, con l'accento sulla a, se no gli abitanti si offendono. Questa è una borghesia legatissima alla proprietà, il peccato numero uno è il furto. E qui, nel senso di proprietà, c'era il principale problema della lista di sinistra, il fatto che la sua spina dorsale è data dai votanti pds, che naturalmente la destra chiama comunisti. Nella sua storia, il comunista avrà avuto per avversario il capitalista, l'industriale, il bancario e chi altri volete: ma il suo più mortale nemico era il piccolo, microscopico coltivatore diretto. Non credo che sia un caso che Berlinguer è morto qui: era in piazza della Frutta, una delle piazze più belle del mondo (le guide raccomandano di arrivarci provenendo dalla piazza dei Signori, in modo da aver sùbito in faccia, completa nella sua immensa mole, il Palazzo della Ragione), aveva davanti a sé una massa che sentiva «nemica», e lo sforzo di conquistarla gli ha rotto una vena nel cervello. Voleva dire ai suoi fedeli «lavorate per il partito», ma diceva «aorate», aveva perso la «1» e la «v»: la perdita della vita cominciò dalla perdita di due consonanti. Piazza della Frutta, piazza delle Erbe e piazza dei Signori formano un unico complesso deambulatorio, dove la borghesia bene della città trascorre un'ora e mezzo al giorno, finito il lavoro: quel complesso si chiama «Le Piazze», «Le Piazze» stanno a questa città come una capitale sta alla nazione: per esistere bisogna andare lì. In piazza delle Erbe, Saonara ha chiamato a sostegno i leaders nazionali della sua ala, Segni, Ripa di Meana, Gerardo Bianco, e il leader locale, quel Massimo Cacciari, già a sinistra della sinistra, poi semplicemente a sinistra, poi con sempre più consistenti venature cristiane, mistiche e angeliche, quel Cacciari che molti qui considerano l'unico personaggio «mitizzabile» della sinistra, cioè che le forze di sinistra potevano potenziare in funzione antiberlusconiana, mito contro mito. Negli ambienti cattolici, istituti e collegi, Cacciari vien chiamato «fratello Massimo». Cacciari è un fulmineo presenzialista: appare dappertutto, e subito scompare. Così ha fatto a Padova, in piazza delle Erbe: «Votate Saonara», e per le nazionali?, «votiamo subito», «ma è la richiesta di Berlusconi», «è il suicidio di Berlusconi, votiamo subito e mandiamolo via». Dopo la battaglia di Canne, Roma onorò i consoli che avevano portato alla disfatta, perché attaccando avevano mostrato fiducia nell'esercito. Negri ha passato la vigilia elettorale facendo acquisti in Prato della Valle: il Prato della Valle è noto come la piazza più grande d'Europa. Lì venne a parlare Mussolini, e più tardi Giovanni Paolo II. Al sabato il prato diventa una kasbah di banchetti, bancarelle, stands, tavoli: a girarli tutti non basta la giornata, entri per comprare una roba e finisci i soldi prima che ti ricordi cosa volevi comprare. Migliaia di donne della borghesia medio-piccola van lì ogni sabato per eccitarsi e stordirsi, è come una droga. Anche Negri ci è andato per dimenticare, forse aveva un presagio. Aveva dato ordine che dopo le votazioni non lo svegliassero prima di mezzogiorno. Ma a notte era già in tv, catapultato dalle grida degli sconfitti. La sua sconfitta significa la durata del Veneto dei preti e delle parrocchie: il Veneto analizzato dagli storici marxisti come Isnenghi e Lanaro, il Veneto parcellizzato, ogni parrocchia un centro propulsore. Lo scontro non era fra due programmi, ma fra due sentimenti: la fedeltà alla Chiesa, e la paura del comunismo. Chi ha mandato Saonara gli ha detto: «Sono fedeli, ti aspettano». Chi ha mandato Negri: «Hanno paura, prendili». Sono stati fedeli e non hanno avuto paura. Adesso cambia tutto: chi voleva prendere Padova per paura, e marciare sull'Italia, s'è bloccato subito: è probabile che non voglia rimettersi in marcia tanto presto. Ferdinando Camon Negri aveva detto «Svegliatemi soltanto il giorno dopo» Forse era un presagio Tre immagini della città di Padova