L'arma dei versi contro i barbari

Antologia di poeti croati Antologia di poeti croati L'arma dei versi contro i barbari fi ZAGABRIA RIDA di orrore e di disperazione, ma anche di ribellione e di speranza. Una settantina di liriche di poeti croati raccontano la sanguinosa guerra esplosa quattro anni fa. Con il titolo Non è terra bruciata, la piccola antologia sta per uscire in Italia pubblicata dalla Book Editori. Il titolo vuole essere un chiaro messaggio: «Terra bruciata» è il nome del piano militare con cui l'ex esercito jugoslavo intendeva sottomettere la Croazia, radere al suolo il giovane Stato ancor prima della sua nascita. «Eppure non si tratta della classica e celebrativa poesia patriottica - spiega Ivo Sanader, che insieme ad Ante Stamac ha curato la raccolta -, ma di parole nate dal profondo dell'anima, dal bisogno di sopravvivere. Certo, si parla della difesa del Paese, ma si tratta della realtà vissuta quotidianamente dalla nostra gente: le sirene, i bombardamenti delle città, la vita minacciata, le notti trascorse nelle cantine buie e fredde, rifugi improvvisati dove molti hanno trovato la morte». Sanader, ricorda la grande sorpresa nel vedere quanti poeti, in quei giorni terribili, avevano preso carta e matita perché sentivano il bisogno di «reagire». «Il vecchio proverbio latino - spiega - che dice che le muse tacciono mentre le armi parlano veniva smentito in modo clamoroso. I poeti croati hanno cominciato a scrivere fin dai primi mesi della guerra, nel '91. Molti di loro sono andati a combattere. Quelli che sono rimasti a casa hanno preso la penna: nessuno è rimasto in silenzio. Ma quel che ci ha colpito maggiormente è la qualità letteraria delle poesie. Queste opere rappresentano un punto di rottura con la tradizione nonché il passaggio verso un nuovo periodo della lirica croata, anche se in questo momento non possiamo ancora stabilire in che direzione si svilupperà». Un po' come la storia personale di questo quarantaduenne politico letterato che attualmente svolge la funzione di viceministro degli Esteri della Croazia, ma che fino alla guerra viveva e lavorava nel mondo della cultura. Con un dottorato in letteratura presso l'Università di Innsbruck, Ivo Sanader è stato per anni direttore della casa editrice Logos, prima di diventare sovrintendente del Teatro Nazionale di Spalato. Nelle elezioni dell'agosto '92, le prime della Croazia indipendente, ha ottenuto un posto in Parlamento. «Ma non rinuncerei per nulla al mondo alla letteratura. Soltanto così riesco a mantenere l'equilibrio necessario per osservare con una certa distanza gli avvenimenti quotidiani». Il tandem Sanader-Stamac (quest'ultimo insegna Teoria della letteratura a Zagabria), ha selezionato le poesie dei più noti poeti croati contemporanei: Slavko Mihailc, Drago Britvic, Luko Paljetak, Tonko Maroevic e Mladen Machiedo, tutti e due italianisti di fama, Milana Vukovic e altri. Tra di loro ci sono alcuni poeti serbi nati in Croazia, come il cantautore Arsen Deche, ma c'è anche il poeta montenegrino Jevrem Brkovic che ha lasciato la sua terra e scelto la Croazia come patria d'adozione perché si vergognava dell'aggressione serbo-montenegiina. Brkovic ha scritto una lode a Dubrovnik in cui chiede perdono per i barbari venuti da Est e da Sud che con i loro cannoni pieni di odio e sangue hanno infierito contro la città. La caduta di Vukovar e i bombardamenti di Dubrovnik sono stati i due momenti-simbolo della guerra in Croazia. Il dramma dei profughi, la sofferenza di chi ha perso tutto, dai familiari alla casa, è stato vissuto in prima persona da molti poeti presenti nell'antologia. Di fronte all'orrore uno di loro, Zeljko Sabol, ha scelto di morire. Si è suicidato nell'agosto del '92 perché non poteva più guardare l'aggressione brutale, gli assassinii e le distruzioni nel suo Paese. In onore al suo gesto estremo l'edizione croata dell'antologia s'intitola «In questo terribile attimo» dal nome di una sua poesia. Ma il libro, malgrado tutto, offre la speranza di una nuova vita che sta risorgendo sulle céneri delle sanguinose memorie. Ingrid Badurina

Persone citate: Ante Stamac, Ingrid Badurina, Ivo Sanader, Milana Vukovic, Mladen Machiedo, Sanader