Giornali e tg, un giorno di block out di R. Cri.

INFORMAZIONE Giornali e Iq, un giorno di block out Martedì l'astensione. Ma 3 quotidiani si ribellano INFORMAZIONE «OSCURATA» VROMA ENTIQUATTR'ORE di «black-out» dell'informazione. I giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa, dei periodici e degli uffici stampa si asterranno dal lavoro domani per impedire l'uscita dei giornali martedì. Lo sciopero è stato indetto dalla Federazione nazionale della stampa in coincidenza con la già programmata agitazione dell'emittenza pubblica e privata e determinerà, l'I 1,1'«oscuramento» dell'informazione. I giornalisti si mobilitano ancora una volta a difesa del loro istituto previdenziale, l'Inpgi. «La categoria - ha reso noto la Fnsi - è chiamata alla protesta contro il governo sia per il metodo sia per la sostanza del problema che è sempre lo stesso: cancellare l'autonomia dell'Inpgi. La legge che ha privatizzato i 16 enti di previdenza autonomi, tra cui l'Inpgi, non piace a questo governo e il ministro del Lavoro non perde occasione per farlo capire». Secondo il sindacato dei giornalisti, la richiesta di essere riconosciuto come interlocutore per i problemi della categoria è stato lasciato cadere da Treu, «che riconosce come controparti solo le confederazioni sindacali». La Fnsi ha reso noto di considerare inaccettabile anche che «il ministero del Lavoro non cessi di condizionare la privatizzazione, sancita dalla legge, con la richiesta di re- gole per una sana gestione, regole che in realtà già esistono». Purtroppo - aggiunge la nota - «la realtà è che lo Stato tenta di svuotare la legge sulla privatizzazione approvata dal Parlamento». Dall'agitazione non sono stati esentati i quotidiani in cooperativa, ma sia «Il manifesto» che il quotidiano di Rifondazione comunista, «Liberazione», hanno deciso di opporsi alla decisione della Fnsi e, martedì, saranno in edicola. Anche «Il giornale» non aderisce alla protesta. «Mi sembrava bizzarro protestare stando zitti», ha spiegato il direttore Vittorio Feltri. E il segretario della Fnsi, Giorgio Santerini, gli ha replicato sarcastico: «Allora lo proponiamo come capodelega- zione per risolvere i problemi della nostra previdenza». Oltre allo sciopero della carta stampata previsto per lunedì, non verranno trasmessi i servizi della Rai e dell'emittenza privata nazionale e locale, con l'eccezione delle tribune elettorali, mentre un «black-out» radiotelevisivo è stato programmato anche per il giorno successivo. Per questi due giorni, in video ci saranno solo alcune «finestre» informative. Lo sciopero ha suscitato la solidarierà di Forza Italia. «I giornalisti - ha detto il capogruppo al Senato Enrico La Loggia - hanno ragione quando si oppongono alla pretesa del governo di uniformare i loro trattamenti a quelli dell'Inps. Pro¬ testo contro questa operazione demagogica che tende a scippare dei loro diritti avvocati, dirigenti d'azienda, giornalisti, notai, medici, ingegneri, architetti e le altre categorie di lavoratori». Contro l'agitazione si è invece dichiarato il Club Pannella Riformatori, che ne ha chiesto la revoca: «La campagna elettorale, già oscurata dalla par condicio, rischia di essere definitivamente annullata». Da parte sua, il responsabile per l'editoria del pds, Piero De Chiara, ha criticato la solidarietà espressa da Forza Italia ai giornalisti: «Sotto elezioni il Polo agita la questione delle previdenze autonome, salvo poi dimenticarsene quando è al governo», [r. cri.]

Persone citate: Enrico La Loggia, Giorgio Santerini, Piero De Chiara, Treu, Vittorio Feltri