chi è che piange a citavecchia di Lorenzo Mondo

Chi è che piange a Civitavecchia r m Chi è che piange a Civitavecchia E «voci» di Giovanna d'Arco, che per mantenere fede alla sua verità salì sul rogo (in un tempo che pure era abituato a confrontarsi ogni giorno con il sacro). Le conversazioni di Bernadette con la bianca signora di Lourdes (e dovette battersi con la sua mite risolutezza contro il sarcasmo del secolo positivista). Nell'un caso e nell'altro, si trattava di un rapporto intimo, segretissimo, che può suscitare incredulità, fede o sospensione di giudizio, ma si è conquistato comunque rispetto, non sopporta facili irrisioni. Ma che dire di una storia di oggi che si svolge a Civitavecchia? C'è una Madonnina che piange, come sta accadendo ad altri simulacri qua e là per l'Italia. E non piange acqua ma sangue, quello che non ha voluto o potuto fare neanche l'originale conservato a Medjugorje, proprio nell'Erzegovina insanguinata. Questa manifestazione fatta di fisica concretezza, questa parziale, presunta incarnazione, chiama inevitabilmente, addirittura sollecita, una verifica. Se è impervio calarsi nella I realtà impalpabile delle voci e delle visioni, è possibile infatti con gli strumenti della scienza accertare l'autenticità e la i qualità di quel sangue. Solo a pensarci, per chi crede, dovrebbero venire i brividi. Scoprire il Dna della Madonna! Sarebbe la rivelazione delle rivelazioni. Altro che la penna dell'Arcangelo Gabriele e altre stravaganti reliquie evocante beffarraimente da ser Giovanni Boccaccio. Ma il vesco^ ,vo di Civitavecchia, monsignor GriftoV non sì lascia sfiorare da queste ipotesi vertiginose, e nemmeno da un ragionevole dubbio. Lui che già disponeva di sue privatissime voci (le profezie di una misteriosa veggente australiana) insegue probabilmente la speranza, non vede l'ora, di instaurare legami più diretti, meno subalterni, con le potenze celesti. Reagisce con foga contro il magistrato che «ha messo sotto sequestra la Madre di Gesù» (così definisce quella che potrebbe rivelarsi come una banale ed esangue statuetta di coccio) e pretende approfonditi esami del sangue «miracoloso», da confrontare magari con quello più a buon mercato degli zelatori e dello stesso monsignore. Conta per lui il guasto ^^rovocato alla processione del Venerdì Santo: come se la memoria della morte e resurrezione di Cristo dovesse essere rinvigorita da prodigiosi accessori. Contano gli intralci all'edificazione di un santuario che, complici la superstizione e l'avidità, potrebbe diventare il cuore di una nuova Lourdes con accento romanesco. Sarebbe troppo facile infierire contro monsignor vescovo che, tra le prime prove del miracolo, allega il fatto di essere diventato più buono, di avere moderato il suo «caratteraccio». Ma ci si chiede, con scoramento, a quali mani sia affidato, mentre suonano rauche le trombe di fine millennio, il residuo popolo cristiano: costretto a difendersi, troppe volte, dai suoi stessi pastori. Sono ferite cui non pongono rimedio gli impiastri di teologi e mariologi (capite, mariologi!) che, emuli di monsignore, si producono in questi giorni come grilli parlanti. Spiegano la necessità e il senso delle lacrime mariane con ridicolissimi arzigogoli. Perché piange? Per i preannunciati trionfi di Berlusconi o per le insidie del comunismo redivivo, per Tangentopoli e la màfia? No, piange perché i nostri sono tempi di stragi e di lutti. Ma perché in Italia e non a Medjugorje o in Ruanda? Perché l'Italia è la sede del Papa; e sarebbe insolente obiettare che il Papa sta a Roma e non a Civitavecchia o a Catania. Non è questione di irriverenza per la Vergine, di credere o meno ai miracoli (sono persuaso che ogni giorno ne accadono molti, inavvertiti, dietro un angolo di strada, in un angolo di cuore), ma di proteggersi, fino a prova contraria, dalla dabbenaggine e dalla furbizia, perfino dalla bestemmia. Se c'è un «defensor fidei» in questa faccenda, è il magistrato che prende tempo e indaga, che esercita le virtù, anche queste cristiane, della pazienza e della prudenza. Lorenzo Mondo

Persone citate: Arcangelo Gabriele, Berlusconi, Giovanna D'arco, Giovanni Boccaccio

Luoghi citati: Catania, Civitavecchia, Italia, Roma, Ruanda